Questa notte, passata la mezzanotte, torna Tiziano Ferro con La vita splendida, primo singolo estratto dall’album Il mondo è nostro in uscita l’11 novembre. Un disco vero, crudo, che lo accompagnerà sino a quel tour, rimandato dal 2020 a causa della pandemia più e più volte, e in partenza il 7 giugno 2023.
Ed è proprio quel periodo che ha lasciato paralizzati in molti, artisti compresi, quello della pandemia, che il disco di Tiziano affonda le sue radici come svelato dall’artista in un’intervista a Rolling Stone Italia…
La pandemia, e so che è controverso parlarne come di qualcosa che ti ispira, con tutto il dolore che ha provocato, ecco, a me ha quasi liberato: erano anni che non scrivevo da solo musica e testi di un disco intero…
Si può prendere il tormento e trasformarlo in qualcosa di costruttivo. L’ho sentito come un obbligo: devi fare così, perché se no sei un fake. Questo disco l’ho scritto tutto da solo – ci sono pochissime eccezioni, tra cui il primo singolo – e sono orgoglioso di me.
Quello che ci aspetta è quindi un album quasi interamente scritto dal cantautore di Latina come accadeva per i primi dischi. Le collaborazioni con altri artisti nella scrittura sono infatti iniziate per Tiziano dal terzo album, Nessuno è solo, disco che conteneva E fuori è buio, scritta con Diana Tejera, e Baciano le donne, scritta da Biagio Antonacci.
Il primo singolo, La vita splendida, lo vede affiancato da due grandi cantautori, Brunori Sas e Colapesce. Un brano scritto “alla vecchia maniera” e dedicata ad una figura femminile, un’amica, a cui si cerca di dare forza…
“…è un dialogo concreto, reale, con questa donna che per me sono tre, quattro amiche tutte insieme”. È una sorta di autoanalisi, io le dico non vergognarti di ballare, di metterti il vestito che ti piace. Mi sembra la versione dei 40 anni di Alla mia età, un’altra canzone che parlava dei terremoti generazionali in cui tutto crolla, lì era dai 20 ai 30, qua dai 30 ai 40.“
Nel corso della lunga chiaccherata che trovate integrale su Rolling Stone Italia, Tiziano non ha lesinato una critica alla discografia attuale che tende ad etichettare come “vecchi” artisti come lui, sopratutto se fanno pop…
“Vecchio, sì. L’hai detto proprio come mi trattano i miei discografici, ma è vero. Questa cosa me l’hanno generata perché viviamo in un’industria nella quale ti dicono: ah, non fai cento milioni di streaming. Ma ovvio che non li faccio: o meglio, per avere quarant’anni ne faccio pure parecchi…
Mi diede una bellissima lettura Jovanotti… ‘Tu devi capire che ormai sei un classico. Quando hai almeno 20 canzoni che tutti conoscono, ti devi percepire così”. Io non lo so se c’ha ragione, però mi ha fatto sentire bene”.
Insomma Tiziano Ferro ha preso le misure con il nuovo mercato discografico comprendendo i cambiamenti che lo streaming ha portato ma, al tempo stesso, prendendo anche consapevolezza che il repertorio, le canzoni, sono quello che resta nel tempo. E di canzoni del cantautore impresse nella memoria di milioni di persone ce ne sono davvero parecchie.
Potete leggere qui l’intervista integrale rilasciata a Rolling Stone Italia.
Foto di copertina di Walid Azami