“Morire per la vita /fa la morte un po’ più debole”
P e Q, cioè praticamente P.
Padova, Palermo, Parma, Pavia, Perugia, Pesaro e Urbino, Pescara, Piacenza, Pisa, Pistoia, Pordenone, Potenza, Prato.
Noi andiamo con un grande classico della musica indipendente italiana, i Tre allegri Ragazzi Morti (o TARM, brevemente), che condividono con moltissimi gruppi dei quali varrebbe assolutamente la pena di parlare la scena musicale di Pordenone.
Nascono nel 1994, da tantissime altre esperienze musicali in una delle scene italiane più attive del momento, e cominciano con qualche EP e qualche LP, con pezzi che tutt’ora sfoggiano nelle esibizioni live. Poi, per produrre La Testa Indipendente (2001) si affidano ad un etichetta creata da loro (ma che, come ormai è molto più che noto, non si occupa solo di loro): La Tempesta Dischi. Sono rock, cantano in italiano, prendono vita dall’immaginario di Davide Toffolo (cantante e chitarrista della band e fumettista) e si esibiscono dal vivo senza (quasi) mai togliersi le maschere da teschi che li caratterizzano.
Ormai è lanciata la lunga carriera dei TARM, che cominciano una serie di live dopo ogni album (Il Sogno del Gorilla Bianco nel 2004 e La Seconda Rivoluzione Sessuale nel 2007), non solo in Italia, e vantano collaborazioni, produzioni e produttori importanti, amicizie e scambi di artisti con altri gruppi italiani, colonne sonore, premi, rielaborazioni di altri e di loro stessi; Primitivi del Futuro (2010), album dalle forti sonorità reggae, viene rivisitato e ripubblicato pochi mesi più avanti in chiave dub come Primitivi del Dub, dimostrando quanto posso arrivare oltre il rock e gli stili che più li caratterizzano.
Nel Giardino dei Fantasmi (2012), il più recente album in studio, comprende sonorità rock, reggae, etniche, folk, blues: sono ormai artisti molto più che completi, suonano bene e suonano tutto, i loro testi suscitano un immaginario difficile da ritrovare altrove e hanno un seguito di fan accanitissimo, che comprende tutti, da chi li segue dall’inizio a chi li conosce da poco.
Dal vivo hanno uno spettacolo tutto loro (e sono in quattro, con un Pettirosso aggiunto), che caratterizza ogni tour, e chi li segue lo conosce bene. Le loro maschere sono ormai un feticcio, la loro musica prende spesso senza scampo, anche se a qualcuno serve più tempo: è davvero difficile non farsi piacere i Tre Allegri Ragazzi Morti se si ha l’accortezza di ascoltarli per bene il tempo che serve.
Album consigliato: La Testa Indipendente (perché contiene dei pezzi che vale sempre la pena aver sentito, anche una volta sola)
Pezzo consigliato: La Tatuata Bella (non presente in nessun album, cantata a cappella, una delle cose più emozionanti che abbiano mai fatto)