Anticipato dai singoli “Primo Rischio Assoluto” e “Mi Consuma“, “Analisi Portafoglio Danni” è l’album di debutto del cantautore valtellinese Tueri Damasco, in uscita venerdì 15 marzo per La Tempesta Dischi.
Il disco è nato quasi per caso nel 2019, per poi arrivare ad oggi senza un reale piano. Di fatto, è cresciuto spontaneamente come un pensiero che ci frulla in testa, grazie a una sensibilità delicata ma perspicace, capace di mettere in parole e in immagini la quotidianità vissuta, fuori e dentro di noi.
“Analisi Portafoglio Danni nasce dalla ricerca di un’alternativa a quel tipo di lettura degli eventi, dei sentimenti e delle relazioni interpersonali che prevede l’esplosione del tutto nelle sue parti, per analizzarne i rischi e tutte le loro declinazioni, ma anche per pesare ogni piccolo movimento, ogni conseguenza e ogni possibile scenario. E ancora per paura, perché vorrei sempre dedicare a tutto il giusto spazio, senza tralasciare nulla.
Alle volte penso di essermi perso fra le possibilità, tanto da non riuscire nemmeno a trovare le parole giuste per farmi capire. L’Analisi Portafoglio Danni parla di questo, tramite la narrazione degli eventi e delle persone che ho avuto affianco nel periodo in cui ho scritto i brani. È il mio personale tentativo di prendermene cura”.
Tueri Damasco, “Analisi Portafoglio Danni”
Le nove tracce che compongono il disco sono un tentativo di scrollarsi di dosso il peso delle possibilità, mentre il bizzarro titolo viene preso in prestito dal linguaggio manageriale e indica la strategia di raggruppare un determinato tipo di rischi che una persona può correre nella sua vita, per poi valutarli, tariffarli su una base statistica e probabilistica e infine assegnare a quel rischio un valore monetario.
“Ho passato moltissimo tempo a spaccare le cose in mille pezzi per cercare di capirle, senza concentrarmi sulla visione d’insieme, che invece è offuscata come lo sfondo viola di questo disco“, racconta Tueri Damasco.
Poi, aggiunge: “Ogni pezzo che ho rotto è una di quelle foglie del fiore in copertina e poggiano l’una sull’altra come la convinzione che potessero aiutarmi a prendermi cura delle persone più care e delle cose più importanti. Non ho ben chiaro come, ma un passo alla volta serve smontare l’impalcatura e mettere un po’ di ordine. Farlo con un disco e parlandone apertamente potrebbe essere un inizio”.
“Analisi Portafoglio Danni”: la tracklist
I brani che compongono la tracklist di “Analisi Portafoglio Danni” sono figli di una situazione di disordine che, col tempo, per il cantautore valtellinese è diventata a tutti gli effetti un’urgenza, amplificata da ciò che gli accadeva intorno. La consapevolezza di essere entrato in quel meccanismo di analisi e l’emergenza di affrontare una realtà sempre più caotica e sfuggente sono dunque il filo conduttore dell’album, che da un punto di vista musicale attinge all’alt-rock, ma anche al folk e al post-rock, mescolati armonicamente in una forma rigenerata e rinfrescati da spinte sperimentali e sonorità eleganti, senza però mai sacrificare l’anima emo.
- La camicia che indosso
- Disordine
- Santa Valeria
- Valore intero
- Mi consuma
- 01010
- Primo rischio assoluto
- Mentre ridi
- Analisi portafoglio danni
Tueri Damasco racconta “Analisi Portafoglio Danni”
“Analisi Portafoglio Danni” si apre con “La Camicia che Indosso“, un brano strumentale che ricorda Bon Iver “cantato” dal sax contralto di Valsecchi, capace di parlare al posto dell’artista, grazie anche a un ritmo incalzante potentissimo che ben rappresenta il caos mentale in cui il cantautore si era perso.
Il secondo brano è “Disordine“, che racconta il senso di inadeguatezza e l’incapacità di esprimersi vissuta da Tueri Damasco. Non a caso, in questa occasione l’autore cita uno dei suoi album preferiti, “Una Somma di Piccole Cose” di Niccolò Fabi, che col brano “Vince chi Molla” offre uno spunto per identificare il panico del disordine del cantautore.
Dopo le sonorità più post-rock e alternative, con uno sprazzo di emo, di “Santa Valeria“, arriviamo al cuore di “Analisi Portafoglio Danni” con le tracce fondamentali per la narrazione dell’album. Si parte con “Valore Intero“, un brano essenzialmente folk che parla di cadere senza avere gli strumenti giusti per rialzarsi : “un brano con il quale cerco di capire cosa non stia funzionando, senza riuscire ancora a mettere a fuoco”.
Con “Mi Consuma” si concretizza l’emergenza sofferta dall’artista e la sua fuga dalla realtà. Un brano languido, ma sollecitato da un sax brillante e sonorità graffianti, che ben trasmettono il senso di oppressione e confusione dell’autore. Il tema della fuga ritorna poi con “01010“, titolo preso dal cap del paese in cui Tueri Damasco è cresciuto. Il ritorno alle origini come ancora di salvezza in una traccia delicata e rassicurante come la pace che speriamo di raggiungere.
“Spesso ho messo a confronto questo posto con il posto in cui vivo attualmente. La differenza è abissale, quasi come il coraggio che serve per tornare in un posto del quale si hanno ricordi sbiaditi e qualche vacanza nel corso degli anni, ma ancora degli affetti importanti”.
In un album folk cantautorale non possono infine mancare le canzoni d’amore. Ed ecco che se ne parla nelle ultime tracce – “Mentre Ridi” e “Analisi Portafoglio Danni“, che mettono in scena due momenti completamente diversi della vita del cantautore, nei quali si è sentito incapace di comunicare quello che provava, tanto era impegnato a sviscerare tutto quello che succedeva nelle sue infinite parti e possibilità per capirne il significato.