Si è conclusa sabato 25 febbraio la seconda edizione del Contest Una Voce per San Marino, la manifestazione in cui, per il secondo anno, viene scelto l’artista rappresentante per la Repubblica di San Marino all’Eurovision Song Contest. Nel durante sul web un* degli iscritti ha dato il via ad una polemica.
Come dicevamo in questo articolo saranno i Piqued Jacks a volare a Liverpool a mazzo. Nel frattempo non sono mancate in rete le critiche per la qualità dello spettacolo, sopratutto per quel che concerne il lato tecnico audio, e per alcuni episodi. Dal collegamento con l’inviato alle cui spalle si vedeva chiaramente dietro un vetro opaco uno degli artisti nudo intento a cambiarsi fino alla gaffe finale con il presentatore che tira troppo fuori dalla busta il foglio con i nomi dei vincitori decisamente visibili.
Al di là di questi errori umani quello che ha fatto discutere sono anche le dichiarazioni a mezzo social di Luquisha Lubamba, cantante ed ex concorrente di Drag Race Italia, che iscrittasi al Contest senza arrivare nella fase delle semifinali, ha voluto raccontare la propria esperienza con il Contest.
Queste le parole con cui inizia il suo posto:
“Vi racconterò in modo oggettivo la mia esperienza a #UnaVocePerSanMarino, così capirete perché sconsiglio a chiunque di partecipare alle prossime edizioni; a meno che non cambino metodo di giudizio e regolamento.
Qualcuno dirà che rosico per non essere arrivata in semifinale; ebbene sì, rosico. Ma per come si è svolto il casting, per me e per le mille persone che ci hanno provato.“
Le critiche di Luquisha iniziano puntando il dito sulla quota d’iscrizione al contest, 150€. Al di là del fatto che noi pensiamo che i Contest musicali, sopratutto di una certa caratura e sponsor alle spalle, non dovrebbero prevedere un costo di iscrizione (ci siamo battuti per anni anche perché Area Sanremo non l’avesse), capiamo chi si trova a pagare questi soldi secondo il racconto della cantante:
“Ecco cosa è successo: dovete sapere che per partecipare ai provini bisogna pagare 150€, il che è opinabile perché nessun casting serio è a pagamento. Però loro te la vendono come quota di iscrizione, quindi lo sai, se vuoi farlo paghi. Ed ecco che dopo aver passato la prima selezione online ho pagato, come gli altri mille partecipanti.
Mille, ricordatevi bene questo numero. Perché il concorso dovrebbe chiamarsi più propriamente ‘Raccolta fondi per San Marino’. Comunque, il giorno del casting devi presentarti lì alle 9 del mattino per prendere parte a un ‘corso di formazione obbligatorio’ chiamato ‘ACCADEMIA’.
lo mi aspettavo una lezione veloce di musica, una piccola infarinatura sul mondo del songwriting, o qualsiasi altra cosa potesse essere d’aiuto ad un artista emergente. Invece io e gli altri ci troviamo letteralmente davanti un signore (un discografico, non ricordo il nome, che poi sarà anche un membro della giuria), che ci parla della sua vita, che casualmente è raccontata in un libro che casualmente vende sul banchetto preparato di fianco a lui. Quel giorno l’ha comprato solo la madre di un ragazzino, e vabbè.
Quindi andando a riassumere dopo l’iscrizione si viene valutati online e, se si viene scelti dopo questa prima selezione, si paga la quota di iscrizione per l’audizione dal vivo corrispondente a 150€. Hanno superato la fase online più di 1.000 artisti selezionati.
1000 artisti per 150€ è pari ad un guadagno di 150.000 euro per l’organizzazione di Una Voce per San Marino.
A questo punto si è obbligati, parole di Lubamba, a prendere parte ad una lezione alle 9 del mattino. Di conseguenza ad essere nella Repubblica di San Marino e a soggiornarvi, dal giorno precedente con conseguente altra spesa di vitto e alloggio a carico dei partecipanti.
Proseguiamo nel racconto dell’artista che riguarda, a differenza di quanto sopra, la propria esperienza personale…
Arriva il momento del mio provino, al pomeriggio. Mi presento e dico che sarei felice ci fosse anche a San Marino una rappresentanza della comunità LGBTQI+. Il signore di prima, che ora è giurato, non capisce e mi chiede cosa significhi quell’acronimo. Really?
Canto Biondah e poi Totale, l’inedito che avevo scritto apposta per il concorso. Dopo nemmeno un minuto il signore di prima si alza per andare a salutare un amico appena arrivato, e si fa i ca**i suoi per tutto il tempo della canzone. Forse non gli stavo molto simpatica.
Ricordo che io avevo dovuto pagare per essere ascoltata. lo come altre mille persone, persone venute da tutta Italia e da tutta Europa. Pensate che il mio stesso giorno c’erano ragazzi dall’estremo nord e dall’estremo sud che avevano guidato tutta la notte per essere lì, ho conosciuto addirittura un ragazzo che arrivava dalla Finlandia.“
Il posto dell’artista si conclude con domande sul fatto che alle semifinali avrebbero avuto accesso nomi noti, ex talent etc…
E qui va detto per dovere di cronaca che, punto uno della presenza dei cosiddetti “big in gara” si sapeva sin dall’inizio, come già avvenuto lo scorso anno. Stesso discorso riguardo alla quota di iscrizione che, è si obbligatoria, ma questo è specificato nel regolamento a disposizione degli iscritti già prima delle selezioni online a pagamento.