Le dichiarazioni di Carlo Conti: il contesto
Prima di riportare il pensiero di Greta Grida, per dovere di cronaca, riporteremo integralmente il virgolettato delle parole pronunciate da Carlo Conti durante una puntata del podcast Pezzi.
CARLO CONTI:
“Alla commissione di Sanremo Giovani ho detto: a parità di votazione, cerchiamo di favorire le donne. Perché, secondo me, c’è bisogno. Tra i saranno di più gli uomini, ma ci saranno tante donne”
GRETA GRIDA:
“Partiamo dalla prima, ve la leggo. A parità di votazione cerchiamo di favorire le donne. Carlo, Carlo, tu sei un genio. Cioè, per combattere il sessismo crei dell’altro sessismo. Sei un grande. Già non ci si incula a nessuno. E il numero di donne nella musica che funzionano e che hanno successo è nettamente inferiore di quello rispetto agli uomini. In più, ci fai odiare perché dici che a parità di votazione prendiamo le donne. Che mossa del ca**o.“
Già da queste prime uscite si percepisce che Greta abbia più di qualche sassolino da togliersi dalle scarpe. Diciamo che, in linea di massima, chi vi scrive si trova d’accordo con il concetto di massima ma non con i modi.
Questa dichiarazione di Conti ha fatto discutere molto proprio per il concetto che c’è alla base della selezione. Favorire le donne in quanto donne crediamo non sia la via migliore per riuscire ad ottenere dei risultati tangibili.
Passiamo alla seconda dichiarazione…
CARLO CONTI:
“Non ho paura delle polemiche. Io ho trovato le cose presentate dai tantissimi rapper, anche nei giovani, molto più orientate sul pop con testi… stanno crescendo e anzi è una cosa positiva perché regalano delle sonorità nuove ma con delle cose non banali, non scontate o non troppo aggressive. Nei giovani ci sono un sacco di ragazzi e ragazze che hanno delle belle sonorità, dei bei testi, dei bei ragionamenti… raccontano la loro generazione non in maniera aggressiva…“
GRETA GRIDA:
“Dichiarazione numero due. i rapper saranno orientati sul pop, mi piace che i giovani raccontino la loro generazione in maniera non violenta. Carlo, Carlo, Carlo, CARLO allora ma che ca**o stai dicendo? Tolto il fatto che le più grandi battaglie svolte dalla cultura rap sono state fatte in una maniera meno violenta possibile, ma detto ciò, cosa ca**o vuol dire sta dichiarazione.
Un conto è dire, non voglio a Sanremo dei testi particolarmente volgari o particolarmente violenti, ma quello che tu hai detto non è questo, tu hai detto il rap è un genere violento e quindi io non voglio canzoni rap, i rapper che ci saranno avranno delle canzoni pop, ma li mortacci tua, Carlo, li mortacci tua.
Questa non può chiamarsi direzione artistica, questa è discriminazione di un genere musicale, bro, ma come ca**o stai messo“
Anche qui ci sarebbe da discutere sui modi, non certamente dei migliori dal punto di vista linguistico ma, come Greta stessa ha detto, non gliene importa molto quindi soprassediamo.
Ciò che bisogna sottolineare è che Conti, in qualità di direttore artistico, ha avuto piena facoltà di scegliere il tipo di canzoni e di testi che poi ascolteremo a febbraio. E’ vero ciò che dice sul fatto che il rap ha portato avanti dei messaggi forti in maniera per nulla violenta in passato ma è anche vero che, ultimamente, il rap si è evoluto verso il pop con testi molto più morbidi.
Il rap è entrato in classifica proprio grazie all’evoluzione di questi rapper che, negli anni, si sono spostati verso melodie più pop e testi più di ampio respiro.
E veniamo alla dichiarazione che ha fatto urlare Greta Grida allo scandalo con tanto di accusa, grave diciamolo, nei confronti del conduttore.
CARLO CONTI:
“Però c’è una novità, quello che mi piace e ciò che è arrivato tra le canzoni, non è più un macromondo, non parlano dell’immigrazione o della guerra, ma si ritorna a parlare del micromondo, della famiglia, dei rapporti personali. Parlo dei testi di quest’anno. Più cose umane del micromondo che ci circonda, i rapporti familiari. Tutto molto intimo, piuttosto che sguardo al fuori.“
GRETA GRIDA:
“Arriviamo alla chicca finale, io credo che una dichiarazione più incredibile e orrenda e fascista, perché una dichiarazione fascista davvero è davvero top e ve la leggo subito perché non vedo l’ora Le canzoni non parleranno di guerra e immigrazione, ma di famiglie e rapporti personali. Cioè, potevano dire dire vaffancula agli immigrati, vaffanc**o alle guerre, non me ne frega niente dei palestinesi, non me ne frega niente di nulla.
Sarebbe stato più onesto, avrei quasi preferito che Carlo Conti dicesse, noi siamo la tv di stato e abbiamo deciso di censurare questi argomenti, forse lo avrei preferito perché a quel punto la gente sarebbe scesa in piazza. Mi vergogno di essere nell’ambiente musicale dopo aver visto queste dichiarazioni. Mi fa schifo… comunque da Telemeloni è tutto”.
Questo è il tasto più dolente di tutti. La prima cosa da sottolineare è che non siamo per nulla d’accordo con l’accostamento tra Carlo Conti e il fascismo, prendiamo le distanze da tale affermazione e, per l’ennesima volta, da questi modi.
Detto ciò, come già fatto in più di un’occasione, ci poniamo una domanda molto semplice. Più che altro una riflessione: siamo del tutto certi che non ci siano state ingerenze da parte degli organi di vigilanza della Rai, dopo ciò che è successo lo scorso anno con le querelle Ghali e Dargen D’Amico?
Ancora prima, ci sono state delle indicazioni specifiche sul ‘modello’ da seguire per questa edizione di Sanremo? Certo, sembra davvero strano che proprio l’edizione successiva a quella del disastro mediatico dello scorso anno arrivino queste dichiarazioni da parte del nuovo direttore artistico e diventa automatico pensare che ci possano essere delle correlazioni.
E’ pur vero, però, che da questo al dire che Carlo Conti abbia rilasciato delle dichiarazioni filo-fasciste ne corre di acqua sotto i ponti.
Per concludere, lo ripetiamo, la domanda semplicissima è quella di prima: il direttore artistico ha ricevuto o no delle indicazioni dagli organi di vigilanza e dai piani alti della Rai? Se sì, quali? Domandare è lecito.
Per chi volesse vedere il video integrale di Greta Grida può trovarlo qui.