Pubblico questo diario mentre viaggio verso Napoli, per la nuova data dell’acoustic live tour che sto portando in giro per l’Italia. Poi si bissa al Memo Music Club di Milano il 26 Febbraio e poi ancora con le nuove date. Ma questo è quello che ho provato durante il primo live del 28 Gennaio a Firenze.
VIRGINIO – DIARIO IN MUSICA
FIRENZE 28 GENNAIO 2017
Ore 9:32
Quando hai troppe cose da dire o non dici nulla oppure scrivi una canzone.
Questo è quello che mi ripeto sempre.
E diventa fondamentale per me poterlo fare, poter scrivere canzoni.
Lo faccio da quando avevo 13 anni.
Scrissi una canzone in inglese, dove la mia anima anglofona proteggeva con una lingua meno accessibile quello che volevo raccontare, vestito di timidezza.
Pian piano ho scoperto la lingua italiana e le sue infinite sfumature e la possibilità reale di mettermi in contatto con il cuore pulsante delle persone.
Quello stesso cuore ora mi porta su questo treno che corre verso Firenze, una città che ho imparato ad amare giorno per giorno, quasi una seconda casa dopo Milano.
Da lì ripartirà la mia avventura “live” che finalmente attendevo di poter rimettere in campo.
Amo viaggiare, la mia vita è costantemente corsa con una valigia in mano e la voglia di scoprire qualcosa di volta in volta. Ma soprattutto amo viaggiare in treno. È una meravigliosa televisione sul paesaggio che scorre, in cui scrivo spesso parte delle mie parole, dei testi delle mie canzoni.
Mentre viaggiamo penso a quante cose sono cambiate, a quante stanno cambiando, alle scelte fatte e a quelle che farò. E inizio a vivere e percepire la vita come un insieme di sorprese costanti, dalla mattina alla sera.
Ore 11:00
Arriviamo a Firenze e Vincenzo recupera la sua chitarra alla quale ha dato un nome, Martina, mentre Bruna trascina in spalla il suo violoncello dalla custodia che ti scruta coi due adesivi a forma di occhi che c’ha attaccato sopra. Luca, capitano di questa mia ciurma, si dirige verso il Borghese Palace Art Hotel dove terremmo il nostro showcase, la presentazione di questa nuova formazione e di questo live semi Acustico. È sempre impegnato a tenere tutto sotto controllo, non gli sfugge mai nulla e questo lo rende un collaboratore speciale nonché ormai un amico leale e sempre presente, che crede profondamente nella mia musica.
Io e i musicisti ci dirigiamo verso la casa, in piazza San Lorenzo.
Arriviamo su ed è come essere in gita, ognuno verso il suo letto a cercare di capire quale possa essere il “rifugio” più adatto a se. È un momento che amo, in una casa tutti insieme. E penso che questa è la musica che voglio, vissuta davvero, da band, da squadra.
Poco dopo ci raggiunge Rita, mia fidata collaboratrice e responsabile del mio fan club. Ci siamo conosciuti anni fa e pian piano è diventata una persona importante per me, di cui mi fido ciecamente e con la quale abbiamo portato avanti tanti progetti e in così poco tempo, tra cui Parole Liberate: oltre il muro del carcere. Per non parlare dei raduni in cui mettiamo in piedi dei veri e proprio piccoli live.
Rita arriva su a casa e trova il suo rifugio.
Decidiamo di riposare tutti, mentre Luca è con il fonico e gli altri tecnici ad allestire la stupenda sala del Borghese Palace dove suoneremo.
Io entro in doccia per togliermi il viaggio di dosso e poi mi butto a letto per un po’ di riposo e concentrazione prima dell’esibizione.
Ore 17:30
Siamo tutti pronti per uscire di casa e ci dirigiamo verso il Borghese Palace.
Arrivati abbraccio finalmente Alessandra (Flora), mia speciale amica e proprietaria di questo luogo meraviglioso, nonché autrice eccelsa con la quale ho scritto e scrivo tante canzoni. Siamo legati da poco, ma come se fosse da un’altra vita.
La sala è splendida, d’epoca, ma dai colori caldi, contemporanei e le pareti sono circondate dalle opere di Lapo Gargani, pittore che io amo moltissimo e sono dunque felice di poter cantare circondato dai suoi quadri, così grafici ed estremamente eleganti.
Sono felice di presentare il tutto qui, mi sento a casa e mi mancava suonare dal vivo come l’aria che respiro.
Iniziamo il soundcheck e io resto davvero colpito da Francesco, il fonico che mi accompagna qui a Firenze, e dalla sua squadra, L’Altro Service. Forse non tutti sanno, per lo meno chi non lavora in questo ambito, che per un cantante ascoltare bene tutti i suoni e la sua voce quando si trova su di un palco in scena è fondamentale. Ne dipende la performance stessa, perché sentire bene ti permette di essere a tuo agio, di non affaticarti e quindi di poter dare il massimo a chi ti ascolta. E questa è la condizione che ritrovo durante il soundcheck del pomeriggio.
Subito dopo di me arriva Maela, fantastica cantante suggeritami da Alessandra per aprire il mio live. Suona in duo col suo chitarrista, due persone davvero semplici e gentili. Maela ha una voce particolare che mi ha subito colpito.
Ore 19:30
Sono in una camera del Borghese Palace mentre attendo di poter esibirmi. Con me ci sono Rita, Vincenzo e Bruna. Luca è ancora giù nella sala per le ultime revisioni.
E penso a quanta fatica c’è stata dietro a tutto questo, quanta lotta ogni giorno per difendere le proprie scelte. E quanto orgoglio quando inizi a vedere i frutti di tutto questo.
Bevo un goccio di erisimo, un estratto di radice che mi aiuta a sciogliere i nervi, a rilassarmi, ma soprattutto tonifica le corde vocali. Me lo fece scoprire Luca durante il mio primo tour dell’album Finalmente.
Quanta strada fatta da allora.
Mangio del riso in bianco, basmati con un po’ di grana. Noioso lo so, però mi aiuta a far passare la fame senza appesantirmi prima di cantare e suonare.
Bevo un sorso prima di scendere la scalinata del Borghese e arriva Luca a chiamarmi: “Siamo pronti? Ti aspettano!“.
Quanto mi era mancata questa frase.
Così scendo e l’ascensore trasparente mi fa vedere le persone che mi aspettano. È stupendo, sono tante e anche tanti volti nuovi.
Parte un applauso che mia abbraccia mentre mi dirigo verso il mio sgabello, elegante, foderato di rosso. Mi aspettano già Vincenzo e Bruna, scesi un attimo prima per posizionare gli strumenti.
Sono le 21:45, guardo tutte le persone davanti a me e poi inizio a cantare.
E mentre emetto le prime note sorrido, mi viene spontaneo, sento l’aria calda della voce scivolare nella gola.
C’è un silenzio bellissimo, di chi sa ascoltare. Di chi è lì per ascoltare.
E mi piace questa eleganza, l’ho sempre cercata, la trovo necessaria per certi versi. Perché ognuno è fatto a modo suo e io, signori e signore, sono fatto così e non ho intenzione di cambiare.
Non svelerò nulla del live perché vale davvero la pena esserci, vivere questa esperienza insieme a noi. Farsi trascinare dalle storie delle canzoni, dal suono della chitarra, dal ritmo della loopstation qua e là, dalla profondità del violoncello e dal pianoforte.
E infine dalla mia voce, che spero sempre possa essere parte importante del racconto, dell’emozione che provo io per primo quando metto il cuore nudo sul vassoio, davanti a tutti.
Finiamo di suonare, dopo un paio di bis, e finalmente ho il tempo di incontrare quasi tutti. Foto insieme, qualche chiacchiera, domande su quando uscirà il nuovo album (presto) e via dicendo.
Un attimo ancora per qualche saluto finale e Luca mi ruba per trascinarmi a cenare qualcosa.
Al Fishing Lab di Firenze mi aspetta tutta la mia squadra con la quale posso adesso parlare di quello che abbiamo vissuto insieme ed è stupendo sentire così tante belle parole. Francesco, fonico rodato, mi dice che l’ho emozionato. E questo è un complimento bellissimo da un tecnico, una persona che sente sempre cantare, che lavora di questo.
L’emozione è qualcosa che non puoi controllare.
A volte credo dipenda dal nostro lato oscuro, forse. Altre volte credo che sia solo il modo per illuminarlo.
Ore 1:30
Ci incamminiamo verso casa e arrivati mi butto nel letto. Domattina sveglia presto per il rientro a Milano.
E nel letto fatico ad addormentarmi, penso a quanto io sia fortunato e a quanto sia importante capire che ognuno di noi ha un dono e deve portarlo avanti contro tutto e tutti.
Perché si lotta ogni giorno e si vince ogni giorno.
E questo è il mio mondo.
Da domani si riparte a preparare il prossimo live mentre continuo a lavorare al nuovo album.
La musica va rispettata e per questo deve essere vissuta con dignità e costanza, con fatica e amore.
È stato un live sorprendente per me.
Speciale, un live speciale.
Io l’ho vissuto così, come in questa foto di un momento al piano, in un luogo che amo mentre suono la musica che amo.
Io amo.
Virginio