X Factor 2021 inediti pagelle
Baltimora – Altro
Buona scrittura, moderna ed arrabbiata senza metter da parte l’idea di una melodia. Passaggio rap modaiolo che però si rivela però giusto per le dinamiche del pezzo che guadagna ancora a livello emotivo quando segue il passaggio a due linea vocali. Sulle basse la voce è interessantissima, sulle medie ha un peso specifico personale, mentre sulle alte si straccia in maniera non necessaria.
Buon singolo d’esordio comunque.
Sette+
Bengala Fire – Maracaibo
Discorso pop fatto di echi ed evocazioni ma che alla fine un po’ d’amaro in bocca te lo lascia; perché manca una parte che si faccia ricordare e cantare con facilità come genere vorrebbe. Tuttavia il pezzo è molto ben suonato e sorretto da una ritmica importante, chiara e non palleggiata con artifici da studio.
Sei
Bengala Fire – Valencia
Bella la linea di basso a tenere da collante tutta la costruzione del pezzo che in alcuni passaggi ha richiami rock dei primi anni 80, rispettati e riproposti se non altro con un’idea. Buono anche l’intermezzo musicale di chitarra e la ripartenza tutta ritmica e voce lanciata senza esasperazioni e con echi alla Clash.
Sei 1/2
Erio – Amore vero
La voce di Erio è un graffio profondo che pur cicatrizzato in superficie non si è riparato sotto. E questo malessere arriva come una marcia artistica personale e compiuta, che trova completezza in un pezzo di sentimento che è descritto in maniera non banale, non stucchevole. Tuttavia si segnala la mancanza di un crescendo che dopo il secondo inciso era chiamata regolare ed attesa. Ci voleva proprio per volare.
Sette
Fellow – Fire
Indubbiamente la sua voce arriva fortissima. Nelle vibrazioni mi ha fatto pensare a merende a base di pane e Anthony And The Johnson. Ed è quella la caratteristica principale di Fellow: le vibrazioni. Lo sono state nei provini ed anche in questo primo singolo. Ora però il difficile è centrare sempre pezzi dove questa sia sufficiente senza dare la sensazione di ripetersi. Per il momento però il tutto è senz’altro buono.
Sette
gIANMARIA – I suicidi
E’ un pugno allo stomaco che arriva improvviso; non hai nemmeno tempo di provare a parare il colpo. C’è un contesto noir, una storia, un malessere che viene raccontato senza voyerismi inutili da reality show ma col rispetto di descrivere qualcosa che capita anche vicino a noi, magari sul nostro pianerottolo, eppure facciamo finta di non vedere.
La brevità musicale del racconto qui torna utile per non allungarsi di liriche che potevano solo fa sfiorire la sensibilità dello stesso. E’ una strada buona quella intrapresa ma che chiama adesso attese ed attenzione; ripetersi sarebbe deleterio ed un alleggerimento deve essere fatto con circospezione.
Sette
gIANMARIA – Mamma scusa
E come scritto nella sua precedente recensione l’attenzione pare proprio che il nostro ce l’abbia messa: Perché descrive un affetto personale, quello primordiale, che supera anche momenti in cui non ci si capisce o intromissioni di terze persone. Un padre che non si è fatto amare o un secondo compagno che ti odiava. Base più lavorata di atmosfere e dal risultato evocativo.
Sei 1/2
Karakaz – Useless
Possono trovare un loro pubblico, ma bisogna anche essere profondamente predisposti ad ascoltare questo tipo di sound. La ripetizione dell’inciso, enfatizzata dalla scelta di urlarlo, spreca un pochetto la scelta di proporlo dapprima basso, che era originalissima e qualche passaggio dell’arrangiamento che fa respirare nel mezzo del tiro.
Senza Voto … perchè non sono predisposto ora a questo tipo di sound.
Le Endrigo – Cose più grandi di te
Espliciti e decisamente poco forbiti nel testo, fanno un po’ l’effetto Blink, soprattutto quando accelerano. Mi piace la voce che è sporca ma senza perdere potenza nell’emissione laddove serve. Poteva trovare uno sviluppo che in realtà l’ultimissima parte musicale sembra introdurre, salvo poi preferire troncarsi… deleteriamente. Resti un po’ come quando mangi le patatine: una te ne chiama subito un’altra, altrimenti sei insoddisfatto.
Cinque 1/2
Le Endrigo – Stare soli
Un filino Pinguini Tattici Nucleari dopo essersi presi un infuso d’incazzatura. Raccontano qui uno spaccato di quartiere e di vita, una fuga da brutte abitudini che tuttavia circondano. Perché la debolezza può essere anche uno stile di combattimento e la fine del sabato sera può non essere certamente il momento più lucido di una vita complicata. Un po’ di foga, troppa. Eppure c’è una cifra stilistica, qualcosa tutto sommato da difendere.
Sei
Mutonia – Never Breakdown
Un po’ innervosente il continuo fermarti e riparti di questo pezzo. Forse è quel che, attraverso il pezzo, la band si prefigge. Carina la parte finale con lo scalare in stile anni 80 e che musicalmente calma le acque, spostandoli da atmosfere primi anni 90 a qualcosa più in stile Muse.
Cinque
Mutonia -Rebel
Strada rock bella marcata quella intrapresa dalla band che riesce ad arrivare orecchiabile a cavallo di batteria e chitarre che non chiedono scusa a nessuno. L’inglese ragala un fascino maggiore di quel che potrebbe risultare in italiano. Il problema potrebbe essere questo: a chi ti rivolgi? Si, lo so, ci sono i Måneskin oggi come esempio, ma mica tutti riescono a fare quella strada lì? Brevissima ma completa.
Sei
Nika Paris – Tranquille
Pezzo dall’impatto leggerissimo, come quelle cose francesi tanto amate in Italia nel tempo, da “Joe Le Taxi” fino ad Alizeé ed oltre. La leggerezza non è sinonimo di stupidera però, ma di un buon umore che viene però spontaneo all’ascolto. C’è il rischio di stancare in fretta nell’immediato ma di resistere al contempo all’orologio che avanza. Basti pensare alle due possibilità prima succitate; si tratta comunque di brani che si riascoltano con piacere nel tempo.
Sei+
Vale Lp – Cheri
Fresca e personale con questo brano Vale Lp, se avesse fatto un percorso non talent, probabilmente sarebbe stata lanciata da qualche radio a sorpresa. perché siamo di fronte ad un pezzo che può piacere a più palati: quelli che cercano la novità, i giovani che seguono chi si esprime come loro nei testi, quelli più classici, perchè il brano non manca di seguire una linea melodica che lei cavalca con una modernità espressiva importante.
Sette
Versailles – Truman Show
Tutti siamo spiabili dagli attuali mezzi telefonici, tutti che fanno foto, tutti che scrivono e visualizzano da qualche parte e come preferiscono. Il pezzo ha una buona costruzione che però inspiegabilmente, a livello compositivo, viene troncata senza lasciare alla band la possibilità di raccontarsi anche mediante un passaggio musicale, un cambio d’intenzione. Sentiti praticamente i primi 30 secondi hai sentito tutto.
Cinque 1/2
Westfalia – Goblin
Ognuno ha un Goblin dentro, una parte malefica che a volte vorrebbe gridare per venire fuori. Nel caso della band, questa si manifesta con tutta una serie di possibilità musicali che vengono fatte convivere assieme. Il pezzo risulta complicato da seguire ma anche capace di stupire ascolto dopo ascolto. La variazione mi ha fatto pensare ad una versione meno patinata di band come gli Swing Out Sister, che probabilmente, per età, la band nemmeno conoscerà. Non male affatto.
Sei 1/2
Westfalia – My new mouse
C’è un’atmosfera soul in stile Motown in questo pezzo che pur non è esattamente arrangiato in quella maniera lì. C’è un po’ d’attenzione però da fare nei tanti cambiamenti che la band è solita fare nel pezzo. In questo caso, ad esempio, lo rende confuso, mentre la matrice iniziale era perfetta anche per colore vocale del leader.
Cinque