In un mondo in cui tutti lottano per apparire, farsi vedere, essere conosciuti e apprezzati anche se non hanno alcun merito, c’è qualcuno che, viva Dio, viaggia in controtendenza e sceglie sempre e comunque il contenuto a discapito della forma. E oggi, nel primo pezzo dell’anno qui sulle pagine di All Music Italia, è di lui che voglio parlarvi: Ken Paisli, lo scrittore mascherato più amato dai rockers. Una storia assurda la sua, quella di un tipo assai noto nel mondo musicale anglofono che si afferma come scrittore rock in Italia senza mai mostrare il proprio volto, farsi vedere agli incontri di presentazione dei suoi libri o fare la benché minima promozione. Giusto qualche intervista indolente ai media più accreditati prima di sparire fra le sue amate onde e la sua vita bucolica fatta di passeggiate sulla spiaggia, buona musica e surf.
Ken Paisli, 46enne neozelandese che vive fra Dublino e Auckland, è davvero un tipo incredibile. Attivista impegnato nella salvaguardia degli oceani, ex cantante di una fallimentare punk band, profondo conoscitore della musica hard rock e dei suoi eccessi, si è affermato con Guns N’Roses The Truth, vera e propria Bibbia per i fan di Axl e soci, che negli ultimi dieci anni è stato ristampato con aggiornamenti vari non so quante volte. Il successo, comunque, lo scrittore mascherato l’ha ottenuto con il besteller Michael Jackson Dossier, libro dedicato ai guai giudizari e alla strana morte del Re del Pop, che nel 2009 è stato nella top ten dei libri più venduti in Italia per mesi. Nonostante questo successo, Paisli, fedele a se stesso, ha continuato a rifiutare di farsi vedere senza rinnegare il suo modo di intendere la professione d’artista. Il mantra “l’opera è cento volte più importante di chi la crea” e un concetto che ha sempre ripetuto nelle poche interviste che ha concesso.
Dopo anni di silenzio questo underdog della letteratura è tornato qualche mese fa con uno dei romanzi rock più belli che abbia letto: Bad Obsession. E non sono l’unico a pensarla così, tutta la stampa specializzata è stata concorde nell’assegnare le cinque stellette a questo spaccato rock noir di pregevole fattura.
Dai vi accenno la trama: siamo a Los Angeles verso la metà dei novanta e la band californiana degli Stone Flowers è sulla rampa di lancio per il successo planetario. Concerti sold-out, gossip impazzito, musica che passa alla radio e un imminente tour europeo alle porte. Eppure il gruppo sta implodendo dall’interno, fra problemi di alcol, droga, attacchi di panico, relazioni problematiche e un torbido amore che affoga. E poi c’è il cantante, il più rabbioso ed affascinante frontman dai tempi di Jim Morrison. Peccato che nasconda un oscuro segreto, un segreto che lo porterà a lasciare una scia di sangue a ogni data del tour. Ma questo non lo sa nessuno. Partendo dal motto “niente è vero, tutto è permesso“, un giornalista rock di poco talento ma tanta intraprendenza riuscirà a svelare l’inconfessabile segreto, mentre intorno a lui il tanto decantato sogno americano si manifesta per quello che è: una brutta ossessione.
Paisli, in bilico fra un Tarantino metallaro e un risorto Bukowski, disegna un mosaico tagliente, sinistro e visionario ma a suo modo anche romantico, con una macabra storia d’amore che mi ha ricordato quella fra Eric e Shelley nel Corvo. Un libro vissuto, a tratti rozzo come una punk garage band, a tratti poetico come un verso di Jim Morrison. Per tutti quelli che amano i Doors, il deserto, la scena street anni novanta… e per chi ha una croce da portare ma non se ne vergogna.
Ve lo consiglio, è un ottimo modo per esorcizzare questo piattume culturale in cui stiamo affogando al ritmo serrato di uno scrittore che più che usare la penna sembra scrivere con una Fender.