Nuovo appuntamento con le pagelle dei singoli in radio a partire da oggi. Fabio Fiume da i voti alle canzoni che (speriamo) passeranno nelle radio italiane. Da Giorgia a Fabio Curto, da Chiara Civello a Zucchero.
Eccole…
Amiche in Arena – Amici non ne ho
E ricordarono a Loredana che, se non ha amici, ha tante amiche che qui cantano tutte assieme quello che è probabilmente il brano migliore di tutti gli anni 90 della sua carriera. Il pezzo funziona ora come allora e persino Patty Pravo che sbaglia l’attacco nella registrazione live,non toglie magia all’ensemble.
Senza Voto
Asia – Sarò bambina
Giovanissima , acerba nella voce ed anche in questa canzone che pur avendo un testo giusto per l’artista non è un brano altrettanto fresco che registra particolarità a favore. E’ una ballad di maniera su un già sentito tappeto elettronico . E poi il video sembra un corso per coiffeur di provincia.
Quattro
Federico Avallone – Alla deriva
Ballata pop con qualche piccolo accento rock, soprattutto nelle chitarre finali, per una voce potente che però potrebbe far meglio di questo lavoro solito, non disdicevole, ma nemmeno ascrivibile alle cose memorabili della musica italiana. E’ una sufficienza di cui ci si accontenta.
Sei
Baustelle – Il Vangelo di Giovanni
Battiatesca, e nella sua versione anni 80, soprattutto nell’inciso. Cantata, anzi decantata con distacco, verrebbe da dire, tutta a due voci. E resta troppo poco tempo col nostro da fare per provare a capire il senso dell’amore, l’idiozia di questi anni ed il Vangelo di Giovanni, da sempre quello meno semplice. E su tutto, quanto è difficile capire la nostra vera identità?
Sette ½
Alessio Caraturo – Lontano lontano lontano
Un ritorno inaspettato e quanto mai diverso questo di Caraturo che ritroviamo qui ispirato cantore ed osservatore , maturo per far bilanci e per rendersi conto che forse la vita è per tutti un partire, cercare, tornare, restare. Il tutto su base elettro/malinconica.
Sette ½
Chiara Civello – Sambarilove
Soave e leggera come la stagione che ci apprestiamo a vivere, tutta proposta in doppia voce, resta morbida e si condisce di caldi elementi sonori
che trasportano un po’ più in la dell’oceano, dove i paralleli sono tropicali e la voglia di muoversi nasce assieme alle persone.
Sette
Fabio Criseo – Cci vostri
MI sono innamorato di mia moglie di Gianni Nazzaro 34 anni dopo. La voglia di cantarne 4 prende il sopravvento su un’originalità di motivo che proprio non c’ è
Quattro =
Coez – Faccio un casino
La scrittura di Coez, così come la sua voce e interpretazione, è riconoscibile a primo colpo. Se per le prime due la cosa è peculiarità importante, per l’interpretazione questo finisce col rendere tutto prevedibile; sai esattamente dove va a parare e quali possano essere le sfumature massime.
Cinque =
Fabio Curto – Via di qua
Trova nel folk la sua strada l’ex vincitore di The Voice n°3 , su cui appoggia un testo che è voglia di vivere, correre, cantare per la voglia di farlo e comunicare fuori da logiche di patti firmati; non manca quindi una polemica non poco velata alla discografia. Strumenti inusuali ed il valore di un artista che non si misura dai dischi che non venderà. Le grandi radio però difficilmente sposeranno… anche per convenienza!
Sei ½
Stefano Del Rosso – I poeti
“I poeti dicono quello che non avresti detto mai” e frase più vera forse non c’è. Il testo ha alcuni momenti molto buoni ma il brano scorre via senza cambi d’intenzione, compreso l’arrangiamento vocale tutto gestito in doppia traccia. Un po’ di variazione sarebbe stata gradita.
Cinque
Elia – Prima o poi
Voce fredda che fa fatica a fornire il giusto peso alle parole di questo brano che parla del passato che finisce col tormentare il futuro di una storia. Al brano manca inoltre il mordente, con troppe pause che spezzano un incalzare che ti aspetti, sarebbe naturale, ed invece non arriva.
Quattro
Giuseppe Fassari – Guardami adesso
Nuova proposta che unisce lirica e pop, cantato impostato su base meno esigente. Il brano è probabilmente più riuscito di tanti altri fatti anche da colleghi già noti, però chiaramente non si percepisce novità da un simile progetto, in nessun modo.
Sei politico
Lisa Giorè – Parlo di te
Gli amori hanno tutti più o meno un iter simile e Lisa qui ce li racconta con proprietà di linguaggio e nitida visione. La resa canzone è però un’altra cosa e qui si mostra abbastanza debole, perché non c’è differenza sostanziale tra inciso e strofe ed anche l’interpretazione è abbastanza monocorde, pur se personale.
Quattro ½
Giorgia – Credo
Ogni tanto Giorgia si rifugia in ambientazioni dance, soprattutto in periodi estivi, ed è uno stile in cui artisticamente riesce anche bene ma attraverso il quale non fornisce mai brani davvero memorabili, come questa Credo, che scorre via nei suoi tre minuti scarsi senza riuscire a strappare l’attenzione che tale artista merita.
Cinque
Hugolini – Semaforo
La storia si svolge nell’attesa a un semaforo rosso a cui un po’ a tutti succede di perdersi in mille pensieri, più disparati possibili. Sospesa tra il folk, il pop e aperture brasilere risulta piacevole, estiva e per tutti.
Sei ½
Alberto Lagomarsini – Uno spot con la Belen
E vabè, ma davvero facciamo? Non mi chiedete di spiegare questo nulla musciale.
Due
Ligabue – Ho fatto in tempo ad avere un futuro
Ennesimo singolo da Made in Italy allontana ancor di più il Liga dal mondo rock di cui è considerato un’icona italiana. Qui il senso musicale è sicuramente più pop, come quello delle ultime cose del resto, ed il racconto è una visione retrospettiva di se stessi, riuscita e tutto sommato condivisibile, se non si considera un futuro che per il Liga è stato indubbiamente positivo, talmente tanto che stesso lui ha paura addirittura sia stato troppo; magari per la maggior parte delle persone le cose non sono andate proprio così. E’ comune però avere sempre una ragione per ricominciare o continuare.
Sette
Stefano Barman Magnanelli – Eufemia
E’ un racconto della terza età che rispecchia anche nell’arrangiamento una proposta non certo contemporanea. L’ispirazione è abbastanza locale( Magnanelli è marchigiano ) e difficilmente potrà avere presa altrove. Se l’ascolti guardandone il video guadagna punti, se non altro simpatia… ma non siamo al Supermarket!
Quattro
Alice Paba – Te lo leggo negli occhi
Fa primavera già dalle prime note questo brano leggero, da cantare in spensierati picnic nei prati o, se non si è capaci, lasciarlo fare alla brava amica con la chitarra. Alice decisamente a fuoco in un brano del genere, con la sua voce delicata ed i preziosi falsetti.
Sette
Giulia Penna – Legocentrico
Nato dalla collaborazione con i TwoFingerz questo nuovo approccio musicale della web star Giulia Penna è una ballad dai riferimenti dance nella base su cui, tra riprese vocali efficaci la nostra fornisce una buona interpretazione vocale, d’intenzione e di scontro verso chi ha troppo ego per vivere in maniera sana una storia.
Sei +
Tommaso Pini – La disco mi rilassa
Dance pura per il nuovo singolo di Pini dopo la buona prestazione sanremese. Il sound è contemporaneo e sostenuto. Non regala indubbiamente una pietra miliare, ma un brano leggero e di passaggio, che come quello sanremese parla in prima persona raccontando di sé.
Sei
Quisisona & Edoardo Vianello – Vecchio twist
Vuole essere un allegro omaggio al twist questo della band che si avvale della voce nota di Francesco Boccia ed ovviamente invita all’interno uno dei re di questo stile in Italia, ovvero Edoardo Vianello. E’ una simpatica caciara orchestrale, che ha una sua funzionale resa live, difficilmente prevedibile per i circuiti radio. Mira alla simpatia e tutto sommato la raccoglie.
Sei
Ivano Romano – Salento
Mondi d’altri tempi tra fisarmoniche e percussioni non raccontano di un Salento spensierato, meta turistica preferita per tanti, ma della vita di stenti di un pescatore e di suo figlio. Il tutto però non ha guizzi interpretativi e si rimane abbastanza monocordi per tutta la durata del brano, di cui al fine la musica resta la cosa più suggestiva.
Cinque
Sergio Sylvestre – Planes
Più a suo agio in un brano con questi colori, rispetto al brano sanremese, suona come alcune cose della prima Anastacia quella di Not That Kind. La potenza vocale è indubbia e quando il brano lo mette a suo agio, come in questo caso, alcune incertezze spariscono.
Sette
Michele Zarrillo – L’amore ancora esiste?
Brano conforme alla sterminata produzione dell’artista romano per cui è addirittura coniato un termine apposito: “zarrillata”! Perfetta nel suo repertorio, però lontana dalle cose migliori e Zarrillo tra le “zarrillate” ne ha alcune che sono davvero top.
Cinque ½
Yvonne La – R u ready for this?
Produzione italiana per questo brano dance abbastanza originale che ha negli effetti il suo maggior punto di forza. Base che abbraccia più momenti musicali.
Sette
Zucchero – L’anno dell’amore
Comizio d’amore , atmosfera hippy, assaggi di blues che danno un contorno musicale che non smentisce mai Zucchero sulle cui note degli uptempo è sempre difficile star fermi. Questo è base, poi se il pezzo sia riuscito o meno è un’altra cosa e qui il messaggio è buono, la capacità di catturare affezione un po’ meno.
Cinque