Oggi è Venerdì! Tempo di nuovi singoli e quindi appuntamento con la nostra sempre attesa rubrica Da Oggi In Radio, ad opera del nostro critico musicale Fabio Fiume, che come sempre fornisce un’ampia carrellata di minirecensioni ai singoli in uscita oggi.
Si ricorda come sempre che si tratta del parere del solo Fabio e non quello di tutta la nostra redazione. Inoltre i voti al termine delle minirecensioni non mettono in relazione artisti diversi tra loro, ma rappresentano il valore che il brano ha rispetto alla carriera dell’artista che lo propone.
Iniziamo subito…
Addal, Mida & Kifi – 405
Carinissima pop dance tutta di produzione italiana, che potrebbe anche metterci un po’ ad esplodere ma quel fischietto… potrebbe poi arrivare fino alla prossima bella stagione. Ma non abbreviamoci la vita!
Sei
3Angle & Helen Tesfazghi – Finally
Rivive con produzione italiana questo celebre pezzo del 1991, che ovviamente sposa un nuovo sound. La voce di Helen è meno nera di quella di CeCe Penniston ma il brano forse in questa modalità con la spinta maggiore verso il dancefloor non ne aveva bisogno. E’ una cover ben risolta e trattata con rispetto.
Sei ½
Nikolas Antares – Memorie del futuro
Rock con tempo alternato, tra ballad e accelerazioni. Ha qualche assonanza d’arrangiamento con alcune cose hard rock degli anni 90. La base avrebbe dovuto essere pompata di più, perché con questo tipo di resa, sembra quasi accompagnamento alla voce. Non fa certamente storia.
Quattro ½
Leda Battisti – Parla più piano
Rilettura omaggio del classico estrapolato dalla ost de’ Il Padrino, firmata da Nino Rota. Per l’occasione Leda abbandona la sua classica interpretazione passionale e sottile, squillante, preferendo l’irruenza di note più sporche e strappate, cimentandosi anche col dialetto siciliano. Il tutto su chitarre quasi western e la memorabile melodia portante. E se le radio appoggiano, anche le nuove generazioni potrebbero scoprire che esiste una melodia senza tempo come questa.
Sette
Piero Campi – L’indifferenza
Campi ha una voce molto gradevole, però qualcuno dovrebbe consigliargli di non usarla come se avesse il programma Renga impostato. Il brano in questione, non malvagio, si presta più ad essere parte di una tracklist che un singolo portante, di cui gli manca la capacità di memorizzazione e la riconoscibilità.
Cinque ½
Gianluca Capozzi –Malammore
Tornato al napoletano, almeno per metà, Gianluca mette a segno un pezzo melodicamente impeccabile e finanche trascinante, che però per lui purtroppo difficilmente può compiere passi importanti fuori dai confini regionali. Ma all’interno degli stessi è vincente, ancora una volta.
Voto 7
Eleonora Cicco – Vorrei
Figlia d’arte ( papà è il batterista e voce della Formula 3, Tony Cicco ) si produce in un brano che avrebbe meritato un po’ più di potenza, vista l’intenzione rock ed invece è arrangiato dando precedenza alla base elettronica e questo lo appiattisce rendendolo poco interessante. E poi solo leggere di un’altra canzone che s’intitola Vorrei, mi provoca prurito intimo! Un po’ di fantasia e che beeeeep!
Quattro
Chiara Civello – Come vanno le cose
Pacatezza e sentimento, sorta di saudade brasiliana che ti prende, calda come il velo di malinconia, appunto, per qualcosa che non hai più e che ti fa sorridere e allo stesso tempo lacrimare. Il potere dei ricordi.
Sette
Roberta Faccani – L’altra metà di me
Roberta ingoia Mina e si propone con un brano che sembra figlio degli ultimi anni 70 della tigre di Cremona. Con una sola differenza: urla troppo! Che sia brava è inopinabile però ha il problema che continua a non risolvere di proporsi in brani tutti sparati e sinceramente dopo un minuto e mezzo avresti voglia di urlarle tu in testa! Il pezzo comunque è tutt’altro che brutto ed ha intelligenti variazioni dinamiche. Però, non ce la faccio… sarà un mio limite!
Sei
Tiziano Ferro – Il mestiere della vita
La modalità ballata conferisce all’artista sempre quel quid in più, perché Tiziano, qui in co-scrittura con Raige, ha sempre quella profondità nelle sue parole e nel suo cantato che fa centro. Non è comunque forte come altre sue ballate, perché le manca il momento trascinante.
Sei ½
Fiorello & Danti – Fatti mandare dalla mamma
Fiorello “paracula” la musica trap, riarrangiando in stile con l’aiuto di Danti, il classico di Morandi, che solo a sentirlo già t’immagini l’uomo dalle mani da gibbone con le treccine di Ghali e vestito allo stesso modo. Oddio, immagine esci dalla mia testa, esci, esci!!! Geniale.
Senza Voto
Giorgieness – Che cosa resta
E c’è un’altra dopo che tra loro è finita e come è pressi social, l’altra si farà le foto nel tuo letto con la classica faccia da stronza. Racconto realistico nel 2017 per la valente voce che si dimostra interessante anche per scelte, non così convenzionali eppure come detto così reali. Ed allora come fa ad essere non convenzionale? Chiedetelo alle altre!
Sette
Jo M – Dente del giudizio
Ed il dolore, fosse anche quello causato da un dente, è sempre ispirazione. Le più belle canzoni d’amore nascono spesso da momenti di sofferenza ma di cuore… mai mi era capitato infatti di sentire che una canzone nascesse dal mal di dente. Eppure grazie a questo fastidioso contrattempo Jo ha trovato parallelismi per raccontare altre situazioni in maniera simpatica, su un buon sound pop e motivetto azzeccato e memorizzabile. Non imprescindibile però, s’intenda!
Sei
L’Aura – Unfair
Sempre a debita distanza da ciò che è scontato ascoltare in radio, la signorina Abela qui ci regala una ballata più conforme al mondo pop strumentale, soprattutto quello femminile che si muove in stile, Elisa in testa. Eppure anche con questa veste è capace di regalare la voglia di ascoltarla fino in fondo, per capire dove vada a parare, scoprirla ed assaporarne tutta l’arte, decisamente molto meno comune ad altre.
Sette+
Marco Liotti – Che ti prende
Dalla colonna sonora per i The Jackall, questo brano sembra musicalmente strappato al Bobby Solo che fu, mentre per scelta vocale al Francesco Baccini che faceva la caricatura trent’anni dopo di quel modo di cantare. Un divertissement e come tale senza grandi aspettative.
Senza voto
Claudia Megrè – Ti ringrazio
Un inciso poco incisivo e troppo prevedibile più per melodia che per testo, vanifica delle buone strofe che avvicinano invece la cantautrice napoletana alla migliore Loredana Bertè, di cui ha similitudini vocali.
Cinque ½
Francesca Michielin – Io non abito al mare
Scritta a 4 mani con Calcutta, in questa canzone i due sono riusciti ad apparire meno originali del solito, visto che il brano riecheggia arrangiamenti e scrittura di Zampaglione che ha già firmato per la cantante/autrice lombarda. Per una serie di caratteristiche, come trascinabilità, orecchiabilità e cantabilità che anche questo brano ha, può diventare una hit, pur se è un passo indietro rispetto al percorso dell’artista, proprio perché percorre un sentiero giù solcato.
Cinque
Negrita – Adios paranoia
L’incalzare delle strofe che addirittura sanno di hip hop nella parte cantata vengono improvvisamente sgonfiate in un inciso/non inciso che cambia completamente il ritmo della canzone, sgonfiando però l’attenzione che cresceva andando dietro al ritmo. E sinceramente un po’ di paranoia anziché dare l’arrivederci, monta bella presente.
Cinque =
Mirco Penna & Silvia Donati – Così passiamo
Teatrale, con andazzo quasi ubriaco, ovattato. Apprezzabile, probabilmente finanche affascinante se accompagnata da performance live, ma la valenza canzone da ascoltare semplicemente è davvero ridotta all’osso.
Cinque
Andrea Poggio – Controluce
Idea ed arrangiamento originale ma la resa canzone è poco fruibile; non la immagino in radio, ma nemmeno nello stereo di casa nel mezzo di altre canzoni, sotto la doccia, per serate intime, per scuotere masse, in macchina né mentre sei nel traffico, né mentre sei in autostrada lanciato. E quindi a cosa serve? Peccato… poteva non sprecare questi suoni per creare una canzone che avesse una collocazione. Così non ce l’ha.
Quattro
Giorgio Prigioniero – Il sole splende lo stesso
Mi chiederei chi ha curato l’incisione di questo pezzo! Di suo potrebbe anche avere un senso a livello di testo, però sembra veramente fatta col canta tu. Possibile che nessuno se ne sia accorto? Mah!
Tre
Primaluce & Erasmo – Tonight
Singolo dance con qualche appetito house che è più semplicemente accompagnamento, come quei brani che si suonano ad inizio serata per scaldare il pubblico. Se non altro è difficile seguirne il beat con dei movimenti a tempo, visto che cambia di continuo sia l’intenzione della canzone che il tempo.
Cinque ½
Massimo Priverio – Bataclan
Sono appena passati due anni dalla tragedia del locale parigino, che il nostro Massimo Privero ricorda attraverso la storia raccontata con questa canzone che da quel locale prende il nome: Bataclan. Ed è proprio una storia in salsa blues che devi ascoltare, come se stessi sentendo il professore di storia che sa affascinarti con la sua materia. Ascolti e ti emozioni.
Sette
Rkomi & Marracash– Milano bachata
La storia degli ultimi 10 anni di hip hop viene in appoggio di una delle nuove leve di quello che oggi si chiama però trap, ed il prodotto appare convincente nel suo, anche se quell’ “hai mai..” lascia subito venire in mente i Sottotono. Rimembranze di chi ha qualche anno in più!
Sei +
Marco Rotelli – La musica è finita
Dopo aver proposto un pop/rock finanche piacevole, Rotelli torna ad un anno di distanza con un brano che racconta il suo rapporto con la musica, intesa proprio come rapporto con l’industria di settore, da cui arrivano consigli di non scrivere d’amore perché non di moda. E perché mai dovrebbe esserlo una canzone che fa di questo una sorta di protesta? Il motivo non è nemmeno malvagio ma il testo è troppo autoreferenziale.
Quattro
Rum – Corpo di mare
Electroswing con armonizzazioni corali arrangiate come se fossero riprese proprio dal periodo d’oro dello stile. Simpatico e scanzonato, cantabile e leggero, pure se racconta di una lontananza che in genere richiamerebbe più la lacrima che il sorriso. Ed invece…
Sette
Andrea Sannino –Carnale
Continua la sua missione di produrre brani in napoletano che però si accompagnano di arrangiamenti assolutamente in linea con le produzioni pop nazionali e persino qualche incursione internazionali ( vedi qui i coretti ), e vocalizzi che lo scostano da neomelodicismi di ultima generazione per avvicinarlo ad artisti di più lunga sapienza, vedi Finizio o il mai troppo presenteDe Crescenzo. Per il testo invece si può far meglio.
Voto 6+
Alex Sodini – Fuori nevica
Convincente midtempo pop, con un arrangiamento molto attuale, con chitarra base e punteggiature di piano/tastiere. Voce limpida e armoniosa, forse un tantino impersonale ma che sembra avere ampi margini di miglioramento alla ricerca di una dimensione più personale. In questo tipo di canzone rende comunque bene.
Sei
Thema – Accendo la fantasia
Rock innocuo dal punto di vista musicale, nel senso che appare abbastanza solito. Tuttavia il pezzo è dotato di un buon testo a favore di una generazione che invece di fantasia, quella che il protagonista accende per trovare il suo perché, non ne usa molta, preferendo una realtà virtuale che spegne appetiti e menti.
Sei
Mario Venuti – Lasciati amare
Momento di grazia per Venuti che anche mettendo da parte gli uptempo recenti a favore della ballata, regala un brano di convincente melodia e buona evoluzione tra strofa ed inciso, in cui stupisce anche con la modalità falsetto quasi mai da lui usata. Sarebbe stata perfetta per Sanremo, non intendendola come sanremese, ma semplicemente perché con l’orchestra avrebbe fatto la sua porca figura.
Otto