25 Maggio 2018
di Interviste, Recensioni
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25 Maggio 2018

Da oggi in radio: le pagelle dei singoli in uscita il 25 maggio: Malika Ayane, Dolcenera, Lodovica Comello, Cesare Cremonini e…

Ecco le pagelle del nostro critico ai nuovi singoli in radio da oggi. Lodovica Comello, Baustelle, Dolcenera, Malika Ayane, Cremonini e...

Nuovi singoli
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Rubrica ricchissima questa settimana la nostra Da Oggi In Radio in cui il nostro critico Fabio Fiume spulcia e racconta per noi i nuovi singoli della settimana. Cosa ci aspetta da oggi nell’etere?

Si ricorda che si tratta delle opinioni del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italia e che i voti espressi al termine delle minirecensioni non mettono in paragone artisti diversi tra loro, ma rappresentano un simbolico punteggio/valore dato al pezzo in base alla carriera di chi lo propone.

Allerija – C’è tempo

Arrivano da Capri gli Allerija e si propongono con questo singolo che parla delle possibilità nuove che arrivano col tempo. Bella la melodia d’altri tempi tenuta in sottofondo ad un arrangiamento invece più contemporaneo e dalle squisite linee pop. La voce maschile e leader ricorda in alcuni passaggi quella di Enzo Avitabile.
Sei ½

Malika Ayane – Stracciabudella

Titolo quanto mai curioso questo del ritorno di Malika, così come curioso è sound, completamente nuovo per l’artista italo/marocchina. In particolare sono le strofe ad avere una ritmica particolare, prima che l’inciso tracci invece la linea melodica, quella che le brave aspiranti cantanti si aspettano per poterla provinare. Originalissima.
Sette ½

Bob Balera – Celentano

Elettro pop da concentrare nella giusta direzione, con brani che possano rappresentare davvero una base per la loro carriera. Questa Celentano è solo un ludico omaggio nemmeno troppo a fuoco del Molleggiato e non è certo qualcosa di loro che si potrà ricordare. Se non altro non con gioia!
Quattro

Daniele Barsanti – Tu che ne sai

Linguaggio volutamente non composto, perché fa figo presso le giovani generazioni per cui una parolaccia vale mille parole. Ci si perde un po’ tra suoni vocali da videogioco, un po’ di qualunquismo nelle strofe ed un inciso ripetitivo che solo nel finale, abbassato di tono ti permette di apprezzare meglio la base elettronica. Troppo tardi, troppo poco.
Quattro

Baustelle – Jesse James & Billy Kid

Cantata tutta a due voci da Francesco e Rachele è la sepoltura di un amore finito, spiegato attraverso un testo che è pieno di fotografie, luoghi e snocciolato attraverso tante parole, alcune anche ricercate. Non è per tutti, ma i Baustelle in fin dei conti non lo sono mai. Sound d’ispirazione d’oltre oceano, con un finale di chitarre bello, che avrei inserito anche nel mezzo, come variazione.
Sei ½

Mario Biondi & Till Bronner – Smooth operator

Il grande successo degli Sade del 1985 rivive nella voce gutturale del nostro Mario Biondi che gli dona una nuova vita dal sapore brasilero/bossanova. Ci sono fiati che riscaldano una canzone che già aveva un suo pathos speciale. E’ un piacere riascoltarla anche con questa nuova tematica che non la stravolge ma la omaggia.
Sette ½

Brusco – Ragga bebè

Non è estate se non torna Brusco con la sua proposta. E’ quasi come sentire una sigla di un cartone animato non interpretata da Cristina D’Avena. Qui è come sempre festa per la musica caraibica, che adempie al suo compito di portare gioia, sorrisi e voglia di ballare in maniera impeccabile. Si cita Shaggy e la rinata voglia di tornare a mettere su i dischi!
Sei ½

Francesco Camin – Tartarughe

L’uomo domina sul mondo animale, ma cosa accadrebbe se le cose s’invertissero? Questo è ciò che canta qui Camin. In realtà dice che alla fine non cambierebbe granchè: “le foreste riderebbero sempre del grano”. Il problema è che nemmeno nella realtà le foreste ridono del grano, a meno che non hai fumato!
Quattro

Rosita Cannito – E’ così

Ballata melodica sostenuta da una bella voce che però sa di amori per un tipo di canzone un po’ passata. Anche l’arrangiamento essenziale, basato più sulle atmosfere che su altro vuole lasciare in realtà spazio primario alla voce. Ci riesce però un po’ di noia ti arriva.
Cinque

Red Canzian – La notte è un’alba

Va contro stagione Canzian che lancia adesso una ballad dopo due uptempo che comprendevano quello sanremese. Il brano è volutamente tenuto soft, anche quando t’aspetteresti un rinfoltimento ritmico dell’arrangiamento, arrivano invece degli archi a trasportare melodicamente. Ed è impeccabile da quel punto di vista. “Un sorriso costa dieci lacrime” ma val la pena di versarle, perché la notte sia sempre un’alba. Bisogna provarci.
Sette

Caparezza – Larsen

Su una base bella tirata, quasi rock, il rapper di Molfetta, che definire rapper è estremamente riduttivo, parla candidamente dell’Acufene di cui soffre. E non c’è cura, ma sempre tanta viva intelligenza nel testo in cui si canta “ho visto più medici io in un anno che Firenze nel Rinascimento
Sette

Christian G. – Fastidio

Coretti anni 50 che nell’inciso arrivano a sostenere una canzone che è invece un resoconto dettagliato di tutte quelle cose che pur dandoci fastidio alla fine sembran piacerci come “la musica di merda che passa in radio ma che poi canterai” o come “l’odore del depuratore sulla spiaggia che non depura certo quell’odore”. In certe inflessioni vocali mi ha ricordato Elio de’ Le Storie tese.
Sei ½

Lodovia Comello – Run

Canzoncina pop di quelle innocue che se l’ascolti.. e vabè la stai ascoltando, ma che se non l’ascolti non ti sei perso assolutamente nulla. Tranne il motivetto piacevole non emerge nulla infatti di questo brano, né nella sua parte strettamente musicale, né nel cantato della Comello, qui abbastanza anonimo.
Cinque

Cesare Cremonini – Kashmir-kashmir

Modalità anni 70/80, con basso in prima linea a supportare allegramente un concetto tutt’altro che allegro. C’è chi purtroppo solo per i suoi natali viene additato ed i mediorientali, il che se ne dica, in Europa sono oggi guardati tutti con circospezione. Non che si abbia torto visti i sanguinosi accadimenti, ma c’è anche chi vuole girare il mondo e non andarci contro.
Sette ½

Milly D’Abbraccio – Parole parole

Eh si la star del cinema porno ha ritenuto che fosse indispensabile che avessimo una rilettura del classico di Mina in base dance e con tutta una serie di interventi sulla voce. Lei lo ha ritenuto opportuno, io non ne sentivo la necessità!
Tre

Pino Daniele – Resta quel che resta

E’ da colpo al cuore sentire la voce di Pino per questo inedito che era nel cassetto in attesa di essere utilizzato per il disco d’inediti dell’artista. Il colpo è anche dato dal testo che sembra quasi un testamento con i suoi “quando qualcuno se ne va resta l’amore intorno e i baci non hanno più quel sapore eterno” e “in questo tempo che passa mi accorgo che mi manchi” . Sound leggero con le mitica chitarra del sempre nostro, e ritmica essenziale.
Sette ½

Davide – Fuori insieme a te

Torna alla musica Davide Merlini dopo le esperienze tv e teatrali. Lo fa con un singolo dal mood bilanciato tra pop, elettronica e qualche reminiscenza black… alla Charlie Puth va! Davide ha voce buona e faccia giusta ma servono le canzoni. Questa è carina ma non è quella del miracolo. Belle comunque le linee di basso.
Sei+

Danilo Di Florio – Il migliore dei mondi possibili

Cantautorato pop abbastanza solito, racconta di una passeggiata per Roma, evidenziando, anche ironicamente, cosa non va nella città eterna. Poi però arriva un inciso dove viene richiamato l’inciso varie volte e non si capisce perché rispetto alle strofe.
Quattro

Stefano Di Nucci – La donna eburnea

Per chi non lo sapesse eburneo vuol dire bianco come l’avorio. Qui è solo un aggettivo qualificativo per descrivere la donna protagonista di questa canzone d’amore che ricorda percorsi stilistici di band straniere, King of Convenience in testa. La voce di Stefano è però interessante e giusta per questo tipo di racconto che è si d’amore ma appare colto, non solito.
Sei +

Dolcenera – Un altro giorno sulla terra

Non smette la velleità dance Dolcenera pur se continua a sperimentare nuovi mondi stilistici. Qui ad esempio la tematica è arricchita da un incalzare quasi tribale. Sembra quasi di trovarsi in una piazza delle favelas, tra percussioni e gente che balla.
Sei ½

Francess – Follow me

Brava è brava, come scritto anche settimana scorsa per l’altro singolo, ma per questo singolo la scelta di cantare sia in inglese che in italiano, intervallando le frasi tra loro crea si curiosità ma anche un po’ di confusione. Fisarmoniche alla Gotan Project, cantato suadente alla Maysa, prima vocalist degli Incognito. Il progetto comunque funziona.
Sette

Simone Frulio – Battito di mano

Torna l’ex bambino prodigio di Io Canto prima e concorrente di X Factor poi, Simone Frulio con questo brano che chiaramente denuncia una maturità superiore, soprattutto musicale. Le strofe sono proposte in chiave rap e si lascia all’inciso la dimostrazione vocale. Si soccorre un amico lontano in difficoltà ma la vera amicizia vince anche la lontananza. Non è sempre così ma ci si prova.
Sei+

Ginokiello – Pelè 58

Arrivano i mondiali di calcio e anche se quest’anno non sono in terre latinoamericane ecco l’omaggio al grande Pelè. Di grande però c’è solo il personaggio a cui è dedicato… il resto trascurerei tutto, dal rap, ai fischietti brasiliani di base, agli alè alè corali!
Tre

Lawrencepad & Staisereno – Confusione

Carino uptempo scanzonato che rimarca sulla confusione che abbiamo nel vivere quotidiano per come siamo in realtà inglobati nei computer da connessioni massive. Ma c’è la vita da postare, farla vedere a tutti piuttosto che raccontarla di persona a pochi ma reali. Altamente condivisibile come testo e musicalmente impeccabile con la sua marcetta elettronica ed il cantato a due voci più recitato che cantato per davvero.
Sette

Le Vibrazioni & Jake LaFuria – Amore zen

Carinissimo bit rock, di quello festaiolo anni 70, innestato poi di rap con l’intervento dell’ex Club Dogo, questo brano non fa parte dell’ultimo disco, da poco uscito, de’ Le Vibrazioni. E’ un rilancio, un inedito uscito a promuovere il tour estivo. E come l’estate mette allegria e si lascia cantare.
Sei ½

Ciro Liberatore – Bene e male

Il sound è un brith pop di ultima maniera, quello che è proprio di artisti giovani inglesi che non vogliono scostarsi completamente dal pop. Però la voce non sostiene questo tipo di sound; troppo pulita, troppo perfettina, troppo giovane e non macchiata da anni di dissoluzione. Testo abbastanza solito.
Quattro

Lo Stato Sociale – Facile

Esce questo singolo che nell’album ( e non si capisce perché non in radio ) è presente in una versione in duetto con Luca Carboni. Una serie di luoghi comuni qui enucleati uno dietro l’altro… ed alla fine sono solo “discorsi del cazzo” come si canta qui. Non trascina come il brano sanremese ma si lascia cantare comunque.
Sei

Sananda Maitreya – The birds are singing

Ormai italiano d’adozione, tanto che il suo tour prevede al momento date solo italiane, si propone con questo nuovo singolo che ha sapori 60’s sia nell’arrangiamento che nella scelta interpretativa, che ricorda le british band di quegli anni. E invece è solo il Terence Trent D’Arby che fu, con tutta la sua piacevole arte, talvolta talemente tanta da confondere. Ma non qui, non ora. Un filo breve.
Sette

Paolo Meneguzzi & Simone Tommassini – The Superstars – Estate rock & roll

Due promesse degli anni ’00, il primo più costante del secondo, si uniscono assieme per riproporsi con un brano che reclama un’estate rock & roll, ma il brano di rock & roll non ha proprio nulla. E’ un chiasso da spiaggia su uoh oh vari, quasi deleteri per le orecchie.
Quattro =

Negrita – Non torneranno più

La perdita di un caro amico fa venire alla mente quanto tempo sia passato, cosa ci siamo lasciati alle spalle e cosa non potrà più tornare. E non ci si può fare nulla , solo misurare i propri rimpianti, i perdoni non dati. Ma si guarda avanti con i sogni che gli anni in più rendono arroganti, ma la speranza non può certo morire. Anche il sound è evocativo e fa da perfetta base al racconto.
Sette

Angela Nobile – La vita in due

Semplice nella sua metrica e nelle evoluzioni strofa/inciso. L’arrangiamento scelto si rifà ad alcune produzioni dance andate per la maggiore fino ad un paio d’anni fa ed anche più, tanto che mi verrebbe spontaneo intonarci sopra One day di Asaf Avidan, nella versione di successo rivista con Wankelmut. Non capisco sinceramente l’idea di vestire la voce con un effetto, quando la priorità per un artista giovane dovrebbe essere rendersi riconoscibile.
Sei=

Gatto Panceri – Pelle d’oca e lividi

Ballata pensata per lo scorso Sanremo, trova adesso lo stesso la sua strada verso la radio. E’ un racconto di vita, fatto di spigoli, lividi, nervi a fior di pelle, ma anche di mani da tirar su e stelle da provare. Ed ha anche un passaggio di testo importante che recita: “ma chi è violento e dice ti ama è un figlio di…” . Unico difetto? Manca di un vero e proprio inciso.
Sei

Quentin40 & Dr. Crem – Scusa ma

Lo stile del rapper è quello di troncare le parole… il problema è che lo capisce solo lui. Si fa un po’ di difficoltà oggettivamente a seguire il testo. Gli effetti trap sulla voce qui non aiutano di certo. Il brano poi sa d’incompiuto con i suoi appena 2’22” di durata. Metterci altre due barre no? Una variazione? Mah!
Quattro

Tony Riggi – Kalimba de luna

Ennesima rivisitazione di questo cult degli 80 che vede anche la partecipazione del suo autore Tony Esposito. Purtroppo per quanto si provi, la versione originale resta impareggiabile perché i suoi suoni ed arrangiamento sono assolutamente avanti ancor oggi, tanto che cercare di modernizzarla finisce solo col renderla pacchiana.
Quattro =

RubiK Beats & Entics – Un altro caffè

Trap leggera, che per una volta non parla di gang, vite al limite, sesso , droga e “trap’n’ roll”. Passaggi reggaeton che rendono chiaramente appetibile il pezzo anche per i dancefloor estivi. Funziona non solo per la leggerezza ma anche per il suono elettronico scelto, potente come un inciso.
Sei

Shard – Fata

Il sound è chiaramente di quelli che possono piacere ad un pubblico più colto, da club, che viene però tradito dall’inciso che prova ad esser piacone e pop, senza riuscirci. La voce poi sembra figlia del:” mo mi canto una canzone” , senza troppa convinzione e senza alcuna peculiarità particolare.
Quattro =

Andrea Sannino – Lassame cu’tte

Con un solo brano, Abbracciame, è riuscito a conquistare milioni di visualizzazioni sul tubo. Questo nuovo singolo segue la strada tracciata da quel successo inaspettato: linea melodica impeccabile, sentimento, testo che racconta di un amore che potrebbe pur finire ma che varrebbe la pena salvare. Chitarre soavi da serenata e calde percussioni ben supportano la scelta di interpretare il tutto con pacatezza e senza spingere troppo con la voce.
Sei ½

Ultimo – Poesia senza veli

La parte più hip hop di Ultimo viene fuori in questo brano in cui l’artista romano si serve di un coro di voci bianche, che forse sanno raccontare i sentimenti meglio di chiunque altro; perché i bambini sono puri e non hanno maschere. Il brano non ha la capacità di trascinare come il singolo di Sanremo perché non cresce, eppure è piacevole da ascoltare perché il testo è chiaro ed il sentimento viene fuori tutto.
Sei+

Veronika – Meglio sola

Più interessante nelle strofe che nell’inciso che sembra un po’ buttato là, dopo una buona preparazione. Variazione di fiati che sorprende ma che poi non cede il passo ad una parte cantata che mantenesse alto l’interesse, ricadendo nel frettoloso inciso.
Cinque ½

Zic – Ti ho cercato

Molto semplice il testo ed anche la base è tutta concepita al computer e non a caso il giovane ex amico di Maria dice di averla scritta in un giorno. Credibile, ascoltato il pezzo. E’ un brano strano che potrebbe sia non funzionare, perché nell’insieme trascurabile, oppure funzionare tanto perché ha un inciso che entra in testa e che radiofonicamente può essere d’impatto.
Cinque ½

Mattia Zoia – Invincibili

Tutto un po’ già sentito in questa ballata con intenzione rock ma di resa molto più pop. Diciamo che è un ensemble di cose, tutte giuste, tutte azzeccate e che stanno bene assieme ma che chiaramente non fanno gridare al miracolo della novità. La presenza vocale comunque è buona.
Sei