Pagelle Nuovi singoli italiani in uscita il 17 settembre a cura di Fabio Fiume.
Diversi i nomi importanti in questo nuovo Venerdì di pagelle. Qualcuno mette a segno un bel colpo, qualche altro si muove su territori già percorsi rischiando di ripetersi. Di musica nuova però ce n’è tanta questa settimana, tanto che non sono riuscito a star dietro a tutto. Però ho fatto del mio meglio e questi sono i risultati. Buona lettura.
Laila Al Habash – Oracolo
La voce è particolarissima, la proposta sicuramente inusuale, la canzone di quelle che potrebbe passare o totalmente inosservata per quanto fuori dagli stilemi attuali, o, per paradosso, se sposata da qualche network, diventare una delle sorprese di stagione. Mi colpisce indubbiamente.
Sette
Barbara Bert & Gianni Donzelli – Vieni e abbraccia il sole
Il vocalist degli Audio 2 è qui ad appoggiare Barbara Bert in un pezzo totalmente 80 nel sound. Il pezzo appare un po’ fuori tempo massimo e soprattutto più riconoscibile nella voce di Donzelli che non in quella anonima della Bert. Davvero una cosa un pochetto inutile.
Quattro
Lele Blade & Ernia – Sul a’ mia
Hip hop partenopeo che decide di raccontare qui una storia terminata e non le solite bizze di periferie difficili. E s’incastra bene Ernia che, in collaborazione, rende più appetibile la cosa per chi magari non mastica molto il napoletano. Due però le pecche: il senso d’incompletezza ( si tronca dopo il secondo inciso ) e poi la mancanza di qualche variazione che renda lo scorrere meno prevedibile.
Cinque
Nicolas Bonazzi – La mia cyclette
Pop leggero che però manca di un po’ di pepe, un po’ di spezie nell’inciso che lo rendano più ricordabile. Trovo invece che non ci sia lo stacco sufficiente fra strofe e lo stesso, quello stacco che appunto si appiccichi nella mente e questa è cosa strana per Bonazzi, che pur se mai di grandissimo successo, ormai vanta una carriera ben oltre la decade.
Cinque
Giovanni Caccamo – Il cambiamento
Sempre impressionato dalla grandezza del maestro irripetibile Battiato, Giovanni continua a non essere malvagio nell’insieme, ma purtroppo sempre troppo a lui riconducibile. Elettronico, minimalista, melodico, non banale nei testi che hanno sempre anche aperture profonde, tutto proprio come il maestro, persino una voce sottile che hai sempre la percezione finisca con lo stonacchiare. Vabè, detto questo, certo il pezzo brutto non è.
Sei ½
Vittorio De Scalzi – Frequentatori dei tramonti
Uno dei membri principe degli storici New Trolls è qui con una ballata sincera, profondamente sua, con tanto di scenografia nella sua Genova. Sincera, ma anche tremendamente povera nell’arrangiamento, tanto da risultare quanto meno obsoleta.
Cinque
Le Tendenze – Bukowski
Più interessante come arrangiamento che come testo, che è finto erudito con le sue citazioni, ma al fine più surreale che altro. Manca poi la presa, il passaggio che faccia ricordare il pezzo ed in un discorso pop non è un errore da poco.
Cinque
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