8 Luglio 2022
di Interviste, Recensioni
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8 Luglio 2022

Le Pagelle ai nuovi singoli italiani in uscita Venerdi 8 Luglio (e alcuni recuperi): Conquistano Tropico, Nayt e Arisa. Blind, Irama e Tananai proprio no!

Tra le nuove leve bene Nico Arezzo, Camille Cabaltera, Martina Grillo e Santoianni, e Gaudiano

PAGELLE nuovi singoli 8 luglio 2022
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Pagelle nuovi singoli italiani in uscita venerdì 8 luglio con qualche recupero della scorsa settimana. A cura del critico musicale Fabio Fiume.

Potrei scrivere tanto su questa settimana di uscite estive che… non si ricordano così tante da non so quanto tempo. In genere, a Luglio inoltrato, il più era già stato pubblicato ed invece quest’anno si stan facendo gli straordinari.
Mi scuso per l’assenza di settimana scorsa ma, come potrete vedere, è stato recuperato tanto, almeno delle uscite principali.

Si ricorda che i voti al termine delle mini recensioni non mettono in relazione alcuna gli artisti fra loro. Sono voti dati al pezzo in base alla carriera dell’artista che lo propone.

Partiamo con i recuperi…

Pagelle nuovo singoli italiani – Recuperi dell’1 luglio

Emanuele Aloia – Radio entusiasmo

Vecchi entusiasmi twist a fare da base a questo pezzo che sembra arrivare dagli anni 60, da anni in cui Morandi e Pavone si davano battaglia ai primi posti dei 45 giri più venduti. Aloia si guadagna un posto fra i positivi dell’anno, con la sua pillola di felicità, che è utile a trasmettere allegria a tutti, voglia di muoversi a tutti. Non è il pezzo della vita, ma indubbiamente gli torna utile.
Sei 1/2


Nico Arezzo – Fossi nato gemelli

Un po’ cantautorato stralunato, un po’ influenzato da artisti quali Ed Sheeran, ho trovato questo pezzo di Arezzo decisamente intelligente. Perché c’è storia, c’è racconto, c’è idea e c’è possibilità di ritrovarsi dentro alla storia, ognuno a modo proprio, ognuno in un momento o frase specifica. Perché la musica deve diventare nostra, deve fare parte delle nostre vite. Chissà se sarà supportato, ho i miei dubbi!
Sette


Bianca Atzei, Getfar & Bombai – Playa nera

Canzone sempliciotta che è insieme di tante cose già sentite e che anche nel testo, chiaramente volto alla bella stagione, va a rimescolare le carte, solo che il mazzo è sempre lo stesso.
La collaborazione, se devo proprio dirla tutta, mi appare un pochetto forzata. Ad un certo punto, dalla seconda strofa Bianca scompare ed il pezzo, prodotto da Get Far, diventa in realtà un singolo dei Bombai. Può piacere o meno, ma la Atzei è comunque una voce riconoscibile e qui è invece svilita ad inutile contorno.
Quattro


Malika Ayane – Una Ragazza

Un po’ anni 60, un po’ “Cicale”, Malika fa rivivere un’atmosfera festosa, da spiaggia di tempi dorati. Ed arriva subito quella sensazione di allegria che l’artista milanese già ci ha donato altre volte. Penso a brani come Tempesta, piuttosto che Feeling Better o Stracciabudella. anche se va detto che l’idea qui è meno originale. Però già sono immaginabili gonne larghe e cappelli a tesa enorme che ballano sul bagnasciuga.
Sei+


Blind, Cioffi & Random – Non dormo da una settimana

Una relazione è finita: ne si ha piacere o si è infastiditi? Tutte e due ed accade più o meno a tutti. Perché quando una storia che non ci fa star bene finisce, sicuramente riguadagnamo spazio ma, al contempo, ci vengono a mancare pure tutte quelle sicurezze magari protrattesi per anni. E’ comunque poco più di un brevissimo intermezzo musicale fra amici. Solo così posso considerare un brano da 2 minuti e mezzo che vede spendersi all’interno ben tre vocalist, per cantare un pezzetto per uno. Manco le Spice Girls!
Quattro 1/2


Camille Cabalterra – Until they say goodbye

Voce particolare impegnata in una ballata fuori dai contesti musicali maggiormente in voga attualmente. Questa è l’impressione iniziale quando parte il pezzo che poi, d’improvviso, si veste di una contemporaneità importante. Momenti rap si alternano alla seduzione dell’inciso che poi guadagna una base elettrodance 80 su cui ti potresti immaginare fare l’ingresso improvviso Irene Cara. E Camille non sfigura.
Sette


Enula – Samsara

Sempre interessante per la capacità d’essere credibile in ogni modalità espressiva finora scelta. In questo passaggio, che mi ha ricordato tanto Gaia, Enula ci ha inserito anche un momento di matrice mediorientale, padroneggiandolo anche vocalmente, proprio alla maniera di quelle vocalist, di quegli ambiti. Attenzione col testo e con la sua comprensibilità. Mi riferisco al fatto che non tutte le parole arrivano chiare perché confuse fra il troncare ed il biascicare. Tutte e due le cose assieme fanno un po’ a pugni per quel che riguarda la comprensibilità. In fine breve ma completo.
Sette


Matteo Faustini – 3 livelli

Autore ed artista sempre più maturo, qui si propone con un nuovo uptempo giocato sulle dinamiche che lo gratifica particolarmente nelle strofe e nella preparazione all’inciso, che invece lo diverte ma lo avvicina pericolosamente a qualcosa già ascoltato da parte del vincitore d’Amici, Strangis nell’inciso stesso. Resta comunque nell’insieme gradevole ad orecchio e seguibile in un testo leggero ma non banale, che misura la vita nel perenne dualismo fra mente e cuore.
Sei


Leo Gassman & L’Ennesimo – Lunedi

Chitarre british 90 a fare da sfondo musicale a questo pezzo che però ha troppi frazionamenti. Ogni sua singola trovata melodico/compositiva, dura uno schiocco di dita che non fai in tempo ad abituartici. Di buono arriva un senso positivo d’insieme, una sorta di amicizia cantata non nel senso personale, fra i due, ma proprio nel senso del sentimento. Le voci si confondono poiché mancano di quella particolarità che le lasci riconoscere.
Sei=


Martina Grillo & Santoianni – New Orleans

Unione fatta quasi con le squadrette fra moderno e vintage. Il discorso, sia musicale che di testo, che di cadenze metriche è assolutamente moderno, mentre l’inciso apre ad una melodia che fa moltissimo primi anni 2000, fa moltissimo ritornello di canzoni dei rappers mainstream. La combinazione vocale fra i due funziona; entrambi non cercano un virtuosismo che nel pezzo in questione sarebbe inutile, ma che fondamentalmente, diciamolo, non possiedono. Come correttivo Martina deve trovare una sua peculiarità. Ricorda moltissimo Ariete e non è un bene. Pezzo comunque buono, breve eppure completo.
Sette


Irama – Pampampampampampampampam

Sicuramente originale per il nostro mercato, ma ne avevamo davvero bisogno? E poi Irama che ha dimostrato di essere anche un buon interprete e autore degno, cosa ci ricava da un brano del genere? Un probabile successo da Spotify? Un paio di dischi di platino? E poi fra 15 anni, quando farà concerti per il ventennale di carriera, sarà felice di dover ricantare questi brani? Mi viene difficile pensarlo. Magari sbaglio Filippo, ma ti considero molto più di questo!
Tre


Emis Killa – Lucifero

Più cantato del solito, anche se con moltissimi effetti sulla voce, in alcuni momenti pure fastidiosi. Forse ne avrà fatte di cotte e crude, ma Emiliano non ha la faccia di un Lucifero, anche se in questo pezzo le ambientazioni infernali, così come il soggetto del titolo, non sono da appropriare a lui bensì ad una camera da letto dove sobbalzare per il calore. Il ritmo è della base è tendenzialmente latino, pur senza prendere il tronfio che spesso condisce le nostre produzioni che da quei mondi si lasciano ispirare. Carina, pur senza avere quella forza di un brano che arriva a lanciare un nuovo progetto.
Sei+


Luchè & Paky – Che staie dicenn

Luchè si era discostato da tematiche solite per il mondo rap con le ultime cose, invece qui ci ritorna dietro con entrambi i piedi. Si citano nell’ordine soldi ( valore dell’orologio sul polso ) , haters, dissing, marche, soldi, troie ( lo dice lui eh! ) fumo, armi… insomma qualcosa di nuovo? Paky non fa altro che sottolineare; la sua collaborazione non aggiunge nulla la brano, che non a caso, resta fedele nel mood ansiolitico e nel fare d’insieme violento. Che palle lo posso dire?
Quattro =


Francesca Michielin – Bonsoir

Buon ritorno discografico per Francesca che riesce ad appropriare le sue originalità stilistiche e di scritture ad una fruibilità qui pop dance che arriva precisa e si lascia ascoltare. Bonsoir è un giro per il mondo, quello colorato, in cui però tutto parla di te. Vocalmente l’artista è sempre centrata con le sue dinamiche che sanno alternare una dolcezza quasi infantile ad una prepotenza potente di adulta arroganza. Tutto con misura, tutto nei giusti momenti.
Sette+


Molla – Ibiza

Base clubbing per un pezzo che poi ad un certo punto ha un momento di apertura melodica che “morganizza” quasi. Si racconta di cosa siamo capaci di credere, spesso per convenienza, quando magari sarebbe il caso ci si facesse delle domande, semmai però arrivassero risposte. Trovo la fine troppo anticipata e m’innervosisco; un po’ perché ci stavo prendendo gusto, un po’ perché dice di aver creduto all’algoritmo di Instagram e bissa con quello di Spotify per stare nel tempo? Ti sei giocato il sette Molla!!! Però il pezzo mi piace!
Sei


Alex Polidori – Batistuta

Sempre diverso rispetto alla volta precedente, per questo ritorno l’ex enfant prodige Polidori, romanizza e non poco nel modo di cantare, biascicando sulle vocali, togliendo potenza come è prassi di questa modalità. Sembra sempre che ti si stia facendo un favore. Ovviamente è un mood molto indie, diventato moda. Alex lo fa proprio, perde qualcosina in originalità di proposta, non nella sua scrittura che è sempre piena di riferimenti tangibili.
Sei +


Matteo Romano – Tramontana

Uptempo godibile… perchè arriva ad orecchio come un insieme di cose che abbiamo già ascoltato. Di originale per davvero nel pezzo c’è l’incipit dell’inciso, che è anche intelligente perché apre pur senza allargare troppo con le note, rendendosi così cantabile a tutti. La voce di Matteo è sempre interessante proprio per quelle pieghe, inflessioni, che arrivano come un tremoliccio che lui però sa ribaltare con una sicurezza improvvisa. Non avrei troncato di colpo dopo l’ultimo inciso.
Sei


Shade & J.Ax – Tori seduti

Un innesto madrileno è il colpo d’originalità di questo pezzo che invece nella sua costruzione, nella sua metrica ed anche in alcune soluzioni melodiche, di originale ha pochissime. Loro sono dei personaggi indubbiamente, ed un pezzo del genere, anche nel tema, si presta anche alla lettura di uno un po’ in là con gli anni come Ax. Shade non si sposta dal suo contesto caciarone, pur se si è lasciato attendere per un po’. Potevano inserire uno special.
Sei=


Davide Shorty – Fame chimica

Meno soul/funky come ci ha spesso abituato a trovarlo, ma non certamente meno urban, qui Shorty propone un pezzo che ardisce col tema. Spinge sull’eros che però non si sposa col cibo, come nelle migliori tradizioni letterarie, piuttosto con altre distrazioni, sicuramente opinabili, fatte di cartine, colla da leccare ed altri lazzi e sollazzi. Un po’ difficile pensare che i circuiti mainstream possano promuovere un testo del genere, anche se nella musica giovane si dice tanto di peggio, tanto di più.
Sei ( se mi tappo le orecchie su alcuni passaggi del testo )


Osvaldo Supino – Gold

Torna dopo un po’ l’artista italiano più proteso all’universo estero che abbiamo. Supino, da sempre ispirato dai mondi divini di stars d’oltreoceano, Britney in testa, sembra qui spostatosi invece oltremanica, approdando nel sound Uk di artisti come Years And Years o Kylie Minogue ( anche se quest’ultima è australiana ha sempre concepito la sua musica in UK ). Il risultato è consono al tipo di musica scelta; non sfigura, ne è assolutamente padrone. Rivelo però nell’arrangiamento del pezzo un po’ di perdita di personalità. Il piglio Supino prima c’era sempre, qui non l’ho sentito.
Sei

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