New Music Friday: le pagelle nuovi singoli del 4 aprile
CONSIGLIATI
ELODIE – MI AMI MI ODI
Il nuovo (vecchio) corso di Elodie continua, dopo Sanremo, con un brano dance in perfetto stile ‘popstar internazionale’ che vede la firma alla prod di Dardust, e si sente.
Siamo dalle parti di Red Light e del clubtape pubblicato qualche tempo fa, niente più niente meno, e dire che non sia un brano valido sarebbe un’eresia. Mettilo addosso a una Dua Lipa, fallo cantare in inglese, e diventa una hit clamorosa senza se e senza ma.
Come si sente Dardust nella produzione, si sentono anche le mani di Elisa (soprattutto) e di Jacopo Ettorre alla scrittura. Una supersquadra messa insieme per una super canzone.
Qui l’unico problema, e non certo per questo il brano deve essere bocciato, è legato alla strategia in ottica stadi. Fermo restando che avranno studiato tutto nei minimi dettagli, ci mancherebbe, la domanda da esterni è se siamo proprio sicuri che tornare con l’ennesimo brano dance che non aggiunge nulla all’artista sia la scelta giusta.
Lo scopriremo a breve, anche grazie all’uscita dell’album il prossimo 2 maggio.
CORDIO – LATTE E BISCOTTI
Cordio sa scrivere come si deve fare nel 2025 se sei un cantautore dalle venature indie/itpop.
Siamo di fronte a una ballatona romantica che rimanda quel mondo e a quel sound che potremmo definire ‘da picnic primaverile’.
Immaginate una domenica con gli amici su un prato. A un certo punto il cantante del gruppo (c’è sempre il cantante del gruppo) prende la chitarra e fa questa canzone spensierata che parla di una storia d’amore appena nata che potrebbe lasciarti fregato, però la vivi lo stesso perché che fai, te ne privi?
Ecco, Latte e Biscotti è questa cosa qui. E’ un mondo che puoi quasi toccare con mano e visualizzare con la mente.
MATTEO PAOLILLO – SOTTO LA PELLE
Diventato famoso con la sigla di Mare Fuori, Matteo Paolillo sta tentando di trovare la sua dimensione tra musica e serie tv e, ascoltando questo brano, possiamo dire che la strada sia ancora lunga.
La canzone non è brutta, è solo una delle tante che non ha un’identità chiara. Non viene spontaneo pensare “ah guarda questo è sicuramente Matteo Paolillo“.
Canzone pop con dei rimandi chiari ad alcune delle canzoni pre-sanremesi di Fedez, produzione che si accosta facilmente a quella di Panico di Lazza per dare un riferimento ancora più chiaro.
Nulla di clamoroso ma, tutto sommato, si lascia ascoltare.
COEZ – TI MANCA L’ARIA
In radio andrà fortissimo, Coez è una certezza quando si tratta di mescolare indie, accenni di rap (lui nasce rapper ricordiamolo) e puro pop.
Il tema, anche per lui come per tanti in questo periodo, è una relazione, un amore finito con lui che parla a lei e cerca spiegazioni.
E’ una di quelle canzoni che possono essere imparate a memoria e cantate a squarciagola ai concerti. Dovesse succedere, Coez avrebbe spianato perfettamente la strada per l’arrivo del suo prossimo album e ne avrebbe bisogno dato che i singoli precedenti non sono andati fortissimo.
Questo qui ha più chances, si gioca nella comfort zone.
VENERUS – TI PENSO
La canzone si apre con un Venerus inedito, in formato rapper anni 90, con un incedere quasi simile a quello di Coez. Anche la voce sembra la sua nella prima strofa ma, per fortuna, si arriva al ritornello e da lì esce fuori il timbro inconfondibile.
L’elemento principale in questo brano dalle sfumature hip-hop e R&B è il pianoforte, suonato dallo stesso Vinnie, che sovrasta tutto il resto fin da subito.
Non è mai facile riadattare in chiave moderna questo tipo di suoni ma lui ci è riuscito con maestria, narrando un testo nostalgico e dedicato a una persona che ha indubbiamente fatto parte del suo passato.
Un ottimo ritorno dopo anni di attesa di un nuovo progetto e solo featuring mirati, come quelli negli album di Mace.
KIMONO – NIENTE DI NOI
Sofia Tornambene ha vinto X Factor, è rimasta ai margini, ha provato a entrare nella scuola di Amici e non è riuscita, battuta da Chiamamifaro.
Adesso torna con un nuovo singolo in cassa dritta e autotune usato molto bene, nonostante il fatto che lei non ne ha per nulla bisogno.
La canzone parte piano e poi cresce con l’aggiunta di elementi sonori che ampliano l’esperienza d’ascolto in cuffia. Il ritmo resta quella ma la sensazione di totale apertura è palese dal secondo ritornello in poi, con anche un effetto vocale in chiusura realizzato presumibilmente con il vocoder (quello dei Daft Punk per intenderci).
Non si ascolta tutti i giorni una produzione fatta in questo modo ed è un bene, bisogna valorizzare questo brano per quanto in apparenza possa sembrare difficile.
MIMI’ – BROOKLYN
Signori, abbiamo una ‘cucciola’ di Normani che si fonde a Mary J. Blige in salsa italiana, e non è male per niente.
Anche in questo caso prevale la voglia di R&B, e direi. La voce di Mimì è perfetta per questo stile, il brano sembra uno di quelli di una serie tv in cui si racconta la storia di un ghetto newyorkese.
Manca solo un elemento per rendere il brano perfetto: un coro gospel. Ci sono parti del brano in cui sembra tutto apparecchiato per ascoltare un bel coro gospel fatto bene e si rimane, invece, quasi a bocca asciutta ma poco importa.
Alla fine della fiera il pezzo merita e, tra l’altro, c’è anche un elemento di sviluppo rispetto al passato che è il momento rap. Mimì fa anche rap e lo fa benissimo, è super credibile e non perde smalto.
Brava, la strada è quella giusta.
ALESSANDRA AMOROSO – COSE STUPIDE
Alessandra Amoroso diventa per un attimo Alessandra Pre-estatoso. Il nuovo brano è una hit estiva sulla falsariga di cose tipo L’Esercito del Selfie o La Dolce Vita, quindi con suoni che rimandano agli anni 60, camuffata da brano pop primaverile in attesa della vera hit estiva.
Una canzone che richiama leggerezza, giornate soleggiate, spensieratezza e che, di sicuro, accompagna la gente bene in macchina mentre si ascolta la radio.
Sembrano passati anni luce dai tempi in cui, a Sanremo, presentava la sua parte più sensibile, una ballad di indiscusso valore. Si torna a sorridere con un brano leggero e senza pretese che farà di sicuro bene ovunque (tranne Spotify, probabilmente).
DECI – METROPOLI
Metropoli non è solo il titolo della canzone, bensì anche il nome di un intero progetto discografico che proprio oggi ha visto la luce e a cui bisogna dare un ascolto per farsi un’idea di quale sia lo stile di questo ragazzo.
Nello specifico di questo brano, siamo di fronte a una base con suoni elettronici anni 80 che, però, negli ultimi anni hanno vissuto e stanno vivendo una seconda o anche terza vita grazie al lavoro fatto da gente come i The Kolors.
Non immaginate, però, Metropoli come un brano alla Italodisco o altro di simile, l’unica cosa che accomuna le cose sono i singoli suoni elettronici e il ritmo della cassa, fine.
Ogni tanto la voce ‘scappa’ dalla base e la sovrasta, poi però torna sulla retta via e si mescola bene a tutto il resto.
Non uno di quei brani memorabili ma comunque il lavoro fatto è valido.
RAIA – OCEANI DI PAROLE
Tempo fa Raia si fece conoscere per aver prodotto un brano in cui denunciava la situazione deficitaria della discografia in modo chiaro, netto e senza fronzoli.
Sono passati anni e Raia ha messo da parte l’ascia di guerra per raccontare una storia diversa, una storia d’amore passata e narrata nel corso di una notte stellata.
Una ballad camuffata da uptempo in cui sembra di sentire una versione rivista e corretta di un Gatto Panceri d’annata su una base che andrebbe bene per i Pinguini Tattici Nucleari. Molto bello il ritornello, un po’ di criticità sul cantato nelle strofe ma, nel complesso, il brano merita un ascolto.
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