14 Marzo 2025
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14 Marzo 2025

New Music Friday 14 marzo 2025: Petit è il Geolier di Wish, Tamango poetici, Checco Zalone polarizzante

Le recensioni ai nuovi singoli italiani a cura di Alvise Salerno.

New Music Friday 14 marzo 2025 pagelle nuovi singoli
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PAGELLE NUOVI SINGOLI – Bocciati

NICOL E MAZZARIELLO – GIORNATE UMIDE

Un duo strano, creato dopo la partecipazione a Sanremo Giovani di qualche mese fa a fine 2024, e che vede insieme due voci con estensione molto simile.

Il brano non è malvagissimo ma non esiste una categoria di mezzo quindi il brano, anche se per poco, termina qui e per due motivi.

Originalità quasi assente nella costruzione musicale, una ballad come almeno altre tremila ne esistono, e due voci che si fondono ma che non si distinguono. Cantare all’unisono può essere un punto di forza per alcuni, soprattutto all’inizio della carriera, ma bisogna anche capire chi canta cosa.

In questo caso si fa fatica a capire quando canta l’uno e quando l’altra, e non è un bene in senso totale.

Per quanto riguarda la scrittura siamo di fronte a un testo con matrice pop scritto da due ragazzi giovani che raccontano l’essere giovani. Anche qui, bene ma non benissimo. Per dirla alla Mazzariello: “chest’è”.

GENN BUTCH – MAI

L’ex Urban Strangers prova a fare la fusione tra i Cigarettes After Sex e Thom Yorke in salsa italiana e non è proprio malvagia come cosa, però c’è un ‘però’.

Il ‘però’ è la fatica nel capire cosa dice. Quando i CAS cantano le loro canzoni ambient pop/dream pop si riesce a capire ogni virgola, stessa cosa che vale per il leader dei Radiohead.

Perché in italia si deve per forza sbiascicare e lasciare che il suono sovrasti la voce?

Detto ciò, il brano può avere una sua rilevanza e ritagliarsi una sua fetta di mercato anche importante. Del resto stiamo parlando di una metà di un duo che ha fatto faville in poco tempo e che, purtroppo, ha dovuto interrompere bruscamente un percorso che sembrava destinato alla gloria eterna.

Augurargli il meglio, con un pezzo musicalmente valido e molto interessante, è il minimo sindacale. Con questo brano, però, si poteva fare di più.


NADA – UNA NOTTE CHE ARRIVA

Qui siamo di fronte al cantautorato old school ma non per questo da sottovalutare. Nada fa esattamente quello che sa fare meglio, cioè essere Nada con testi molto riflessivi a fare da contraltare a una musica suonata in Maggiore e, proprio per questo, con un’anima speranzosa.

E la speranza è ciò che l’autrice ricerca in un mondo molto deludente, ogni giorno disarmate. Questo brano tenta di trovare la forza di essere e restare quasi sani di mente mentre tutto attorno si ammala sempre più.

Il messaggio è chiarissimo, arriva forte ma non è proprio quel brano immediato e di facile intuizione. Bisogna stare lì, studiarlo con attenzione, soffermarsi e dedicargli del tempo perché va masticato con calma.


PETIT – MEZZANOTTE

Qualcuno può dire a Petit che la tattica “quando ordini Geolier su Wish vs quando ti arriva a casa” non funziona più? Questo è uno dei due grandi, enormi problemi di questo brano.

L’altro è la base mezza reggaeton. Anche più di mezza. Cosa vuole essere Mezzanotte? Un brano di passaggio verso l’estate, la presunta hit estiva, un brano qualsiasi? Che direzione si sta seguendo?

Tutti punti di domanda che non trovano facile risposta. Anzi, come cantava Vasco, forse questa canzone “un senso non ce l’ha”.

Fin quando Petit non si smarcherà dalla ricerca della hit facile e dall’essere Geolier 2.0, purtroppo, non riuscirà ad avere vita semplice sul mercato. Vuoi essere mainstream? Bene, massimo supporto ma questa strada non è quella corretta. Neanche la base prodotta da Dardust ha aiutato.

I risultati passati hanno già parlato, il pubblico non sembra apprezzare quello che Petit propone ad oggi quindi voltiamo pagina e facciamo qualcosa di diverso. C’è ancora tempo. C’è sempre tempo, almeno fin quando non arriva mezzanotte.


Cara Calma – Anime e Ket4mina

Il riferimento sonoro ai Linkin Park di Hybrid Theory o Meteora è limpido. La reference è chiara ma c’è un problema di fondo: Mike Shinoda è Mike Shinoda, Chester Bennington è stato Chester Bennington e non è facile riuscire a farli rivivere in altri progetti.

Probabilmente la lingua italiana non si presta benissimo a questo genere di produzioni ma, tant’è, pur avendo messo sicuramente tutto l’impegno del mondo questa canzone sembra più il Lato B di una traccia dimenticata in un cassetto di un mobile antico in una casa abbandonata in periferia dei LP.

A dire il vero, c’è anche un po’ di Misery Business dei Paramore, forse pure troppo, a riascoltarla bene.

La cosa da cui potere ripartire è il testo, il racconto viscerale di una serata stravagante e fuori di testa che si conclude all’alba senza quasi avere la percezione neanche di cosa sia successo.

Non so, forse è la troppa abitudine a sentire questo genere musicale in inglese che non permette di immergersi bene nell’atmosfera del brano ma qualcosa non quadra del tutto. Forse hanno ragione loro e lo dirà solo padre tempo.


KINA – BEST OF ME

Uno dei pochi italiani, insieme ai Maneskin e i Meduza, a raggiungere il miliardo di stream su una sua canzone su Spotify.

Ecco, sembrano davvero lontani quei tempi in cui Get You The Moon conquistava i cuori e le menti del mondo intero, partendo da una cameretta in Campania.

Best Of Me non ha niente a che vedere con quel brano, pur appartenendo allo stesso genere. Lo-fi quello, Lo-fi questo, però qui entriamo più nel mondo che strizza l’occhio alle radio con una voce di fondo che somiglia molto a quella di Khalid.

C’è un po’ di r&b, giusto quel pizzico che rende il brano più catchy ma da uno come Kina, capace di creare veri e propri mondi sonori, ci si aspetta qualcosa di più di un brano mid di un producer qualsiasi.

PAGELLE NUOVI SINGOLI: GOLDEN SONG

TAMANGO – CON LA FACCIA AL SOLE E GLI OCCHI CHIUSI

Signori questo è il cantico della bellezza, la poesia di un marinaio alla terra lontana, lo sguardo di un bambino verso la madre adorata, il desiderio di due amanti, la passione e la malinconia, l’emozione traslitterata in più di 8 minuti di canzone.

I Tamango non sono mai stati banali, non sono mai stati semplici ma qui siamo davvero oltre, molto oltre ciò che si potesse minimamente pensare da un processo di evoluzione artistica sempre in crescendo.

Otto lunghi minuti che sembrano svanire in un attimo tanta è l’intensità di ogni singola parola, quasi affogata e poi urlata in modo disperato dal cantante della band.

E poi i lunghi assoli di sax e pianoforte, una ‘creatura’ musicale complessa ma, allo stesso tempo, di facile comprensione per il cuore e l’anima.

Piangete di gioia, la musica ha trovato altri interpreti di alto valore nella nuova generazione. Piangete e basta, perché questo si può fare ascoltando questo brano.


GIORGIO POI – UOMINI CONTRO INSETTI

Più che una canzone, questo è un flusso continuo di pensieri e parole in cui a far la voce grossa sono pensieri al limite del disturbante da parte di Giorgio Poi.

Il cantautore mette in primo piano in questa ballad il racconto metaforico di un futuro e di un rapporto tra due persone costellato da cose, a volte, ai limiti del paranormale. “Uomini contro insetti, bombe nucleari sugli alveari” è la perfetta sintesi che, però, evolve in consapevolezza e presa di coscienza quando è lo stesso narratore a dirci “scusate, le canzoni sono sempre ridicole. Lo so”.

Sembra, per certi aspetti, una canzone scritta da Colapesce e DiMartino su cui Giorgio Poi mette il suo punto esclamativo mescolando itpop, indie della prima scuola e quel pizzico di mondo sognante alla Miyazaki.

Nella melodia, poi, sembra quasi esserci un accenno di Ornella Vanoni e la sua L’Appuntamento. Una canzone che scava nel classico per raccontare presente e futuro.


LA NINA – FIGLIA D’A TEMPESTA

Che talento sconfinato quello della Nina.

E’ difficile descrivere ciò che sta facendo ultimamente questa figlia di Napoli che racconta l’essere donna in una società che cerca di schiacciarla in quanto tale ma che, nonostante le difficoltà, non abbassa mai la testa e combatte.

Perché sono nata femmina? Perché sono nata?” dice la cantautrice all’inizio di un brano dal sapore folk che, per certi versi, sembra avvicinarsi a quel mondo già sperimentato in passato da Liberato.

Il brano trasuda rabbia in ogni singolo istante, la stessa che nasce dall’imposizione di ruoli ben definiti fin dalla nascita e solo perché si nasce donna.

La Nina punta il dito e denuncia apertamente questa società, senza fronzoli e senza giri di parole. E’ un grido di libertà, un canto di ribellione, una rivolta sonora di una donna per le donne.

La Nina ha slayato.


VALE LP E LIL JOLIE – LE RAGAZZE DELLA VALLE

Le ragazze di Sanremo Giovani sono anche le ragazze della valle, quelle che narrano in chiave post punk cosa vuol dire vivere in un luogo di provincia, un paesino magari, dove può essere estremamente difficile essere se stess* ed essere liber* di dichiarare la propria omosessualità.

Uno schema sociale che, purtroppo, è ancora molto attuale e che condiziona migliaia di ragazz* costrett* a reprimere il proprio IO e a fuggire per iniziare a vivere davvero.

Vale LP e Lil Jolie raccontano questo e lo fanno in chiave molto provocatoria senza scadere nei cliche, cosa molto apprezzabile.

Le ragazze della valle ci sanno fare quando lavorano insieme.

 

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