Venerdì ed è il momento dell’appuntamento settimanale con le pagelle del nostro critico musicale, Fabio Fiume, che anche oggi in Da Oggi in radio è andato ad ascoltare e recensire per noi i nuovi singoli in uscita oggi, 15 maggio.
Si ricorda che si tratta del parere del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italiae che i voti espressi alla fine delle mini recensioni non mettono in alcuna relazione gli artisti tra loro. Essi sono attribuiti alla valenza del brano rispetto alla carriera di chi lo propone.
Partiamo subito…
78 Bit – L’equatore in città
Molti effetti sulla voce, finanche inutili, nonostante la base sia elettronica e ricordi alcune cose anni 80. Testo banale tra le onde che sono belle e la pelle che si scalda. Fiera del baratto e dell’usato.
Quattro
Alesol – Un’autostrada per il sole
Canzoncina con tematica estiva, anche questa scontatissima. Mare profondo, autostrada verso il sole. Ma che noia!
Quattro
Bianca Atzei – Risparmio un sogno
Firma Ultimo e sembra riuscire a dare a Bianca una ballata giusta per lei, con inciso aperto, non sparatissimo ma in grado di mostrare le peculiarità vocali della cantante sarda. La firma dell’autore si sente nella variazione, che quasi vira al rap. Non si grida al miracolo, ma sicuramente la proposta è degna.
Sei +
Leda Battisti & Lion D – Il tatuaggio
Con intervento rapper annesso la Battisti si propone con un sound rinnovato per questo nuovo singolo. Un reggae leggero che sfocia poi in un urlo rock per l’inciso bello tirato. La voce di Leda è comunque garanzia di riconoscibilità e le proposte sempre meritevoli di essere ascoltate. Meriterebbe il ritorno su palchi importanti.
Sette
Alessio Bernabei – Ti ricordi di me?
Si reinventa Bernabei con un brano che sa, almeno a livello di arrangiamento, di cose dei cantautori ultima generazione, tipo Calcutta, Cosmo e via così. Base elettronica con pause e ripartenze e qualche suono indovinato.
Sei ½
Francisco Buselli & Son Voi – Siempre tu
Buselli fa una sorta di mix di tutto quello che il latino america propone ultimamente a livello commerciale, e decide di affrontarli sul proprio territorio. Ne viene fuori un ibrido reggae ton che non leva e non mette e che certamente non lo distingue dalla massa, che invece lo soffoca.
Quattro
Alice Caioli – Non ne posso più
Qualche attinenza funky, voce indisponente e un po’ di rifiuto alle cose solite dell’estate, quelle festeggiate nella maggior parte delle altre uscite del periodo. Forse questo la rende diversa e piacevole.
Sei ½
Roberto Casalino – Sgualcito cuore
Ha scritto per tanti Casalino ma da un po’ è anche tornato a metterci la faccia. Questo brano racconta le prove del cuore che andrebbe stirato di tanto in tanto, ma le sue pieghe ci permettono di riconoscerci in lui. Cantato delicatamente, anche con un accompagnamento leggero, che fa tanto King of Convenience… dopo una pasticca di dubbia provenienza!
Sei ½
Mirko Colombari – SS 63
Una strada che è scenografia di gruppi di amici che fanno cin cin, con belle donne tutte curve come le curve della statale dell’Appenino, con cui poi decidere magari nel tempo se la propria vita è quella da sposi o di avventure. Insomma più che una ballata ruspante, la definirei decisamente casareccia e come tale non va oltre le balere.
Quattro =
Andrea D’Alessio – Chi per un sogno non mente
Bella voce ma la canzone è un po’ confusa nell’arrangiamento. Tra r’n’b ed elettronica, con corali più o meno pronunciate, forse andava un po’ più asciugata in alcune parti per renderla ancor più incisiva. Comunque funziona, fosse solo perché è un’idea.
Sei ½
Seba Damico – Irraggiungibile
Ballata arrangiata in maniera un po’ vecchia, stile Sanremo anni 90, quando c’era gente come Fedel Boccassini o Gianpaolo Bertuzzi che provavano a fare i rockettari nel tempio della musica popolare, con magrissimi risultati. Difficile pensare che possa avere un futuro un brano del genere, visto che non funzionarono nemmeno nel passato.
Quattro
Fred De Palma & Ana Mena – D’estate non vale
Niente! Despacito è proprio nelle corde di tutti quelli che non sanno che musica fare. La prerogativa diventa allora scimmiottare la hit delle hits. Sfizio d’ascoltare pari allo zero.
Tre
Dj Jad con Danny Losito & Pino Pepsee – Opportunità
Ti aspetteresti una proposta hip hop dance e ti trovi invece di fronte ad un brano pop/soul che già la voce di Losito in realtà trasporta su quei sentieri. Non esplode del tutto, ma si lascia canticchiare. Difficile che possa rivitalizzare le carriere dei nostri ma potrebbe anche non passare totalmente inosservata perché non lo meriterebbe.
Sei
Mary Free – Niente niente
Ah! Ci mancava il nuovo singolo estivo di Baby K! Ah non è Baby K? E’ vero. Eppure la voce vaga proprio nello stesso solco, non emerge, non ha alcun colore diverso. La base, essendo concepita dalla dj, ha qualche spunto piacevole, ma troppo poco.
Quattro ½
IPesci & Johnson Righeira – Calippo
Ci mancava solo la celebrazione del Calippo fritz … che riempie le mutande di tristezza. L’omaggio ai Righeira è addirittura offensivo a mio avviso ed invece Johnson collabora… Mah!
Due
I Rio – L’estate è arrivata
Indubbiamente snaturati rispetto alla loro storia, qui sono tremendamente estivi per una canzone che potrebbe essere stacchetto per un redivivo Festivalbar, tornasse mai. Funzionale, anche se un po’ giovanilistica nel testo, dati gli interpreti.
Sei
Jovanotti – Affermativo
Sembra figlia di un cantautorato anni 70 che probabilmente è stato d’ispirazione per Lorenzo nella scrittura. Non sembra nemmeno possibile come singolo, eppure eccolo qua. Si tratta di un racconto, importante per l’artista, ma per chi si aspetta Jovanotti che si fa ricordare, lo troverà in altre cose. Qui Jovanotti sfoga solo il proprio bisogno di racconto.
Sei
Kill Nea – Il rock non esiste più
…ed è chiaro dalle prime note ed anche dalle prime liriche che recitano “Aliena dagli occhi blu…”. Il testo per il resto fa anche qualche velata denuncia contro le modalità di diffusione della musica, ma è davvero espresso con una pochezza d’intenzione quasi senza pari.
Quattro
Kutso – Manzoni alieni
“Quando a scuola studiavo Manzoni, francamente mi rompevo i coglioni”. .. e forse lo abbiamo pensato un po’ tutti negli anni di scuola. In realtà la canzone è una piccola genialata up tempo, che ha del retrò nella melodia e molta originalità nell’esecuzione e nell’arrangiamento.
Sette ½
Lele – Giungla
Anche Lele scopre una ritmica tipica d’oltreoceano ed inserisce anche il dialetto nella sua composizione. Non solo, anche la voce, prima spinta sempre in prima linea, adesso viene lavorata. Particolare il timbro nelle basse e parlate. Avrei preferito un inciso di parole agli “oi oh oi”
Sei ½
Maldestro – Le mani di Maria
“Siamo qui a parlare d’amore ma chi parla d’amore l’amore non lo sa fare”. E’ frase emblema di un brano cantautorale chitarra e voce, che ha poco a che vedere col mondo radio ma è poeticamente ispirato e caldo nell’interpretazione, volutamente biascicata, sentita. Il mondo corre? Maldestro sta al passo camminando.
Sei
Marcos – Cinquecento chilometri da te
Voce impostata, da chiesa verrebbe da dire. Un testo scontato sui km da percorrere perché i ricordi, magari di un inverno, diventino la realtà dell’estate. Base rubata ad una b-side qualsiasi degli anni 80, di una qualsiasi delle canzoncine pensate come sigle tv cantate da showgirl doppiate.
Tre
Franco J Marino – Tempo di un bacio
Serenata a metà tra un classico napoletano e una base alla Sade però impoverita. La voce è calda ma il tutto sembra un po’ vuoto.
Cinque
Martyna – Come vivere
Sound elettronico alla Erasure d’inizio anni 80, con un fondo di bassi e poi effettini e filtrini che vivacizzano scandendo tempi. La voce della nostra è abbastanza adatta allo stile scelto, anche se non è particolarmente riconoscibile.
Sei
Andrea Marzolla – Voglio fare una canzone commerciale
Con assonanze al Rock del Capitan Uncino di Edoardo Bennato, Marzolla prova a mettere in musica rock country un testo pieno di ogni qualunquismo estivo. Non se ne sentiva la mancanza lo si può dire?
Tre
Matia Bazar – Questo è il tempo
Un tempo avanguardia pura, prima strumentale poi elettronica, poi melodia imperante ma centratissima, oggi? Oggi non si sa cosa siano i Matia Bazar. Questo brano ad esempio sembra strappato ad una composizione da musical. Non che sia brutta ma forse è che il passato musicale è troppo schiacciante.
Cinque
Francesca Michielin – Tropicale
Interessante e giustissimo singolo per l’estate con la sua ritmica elettronica però calda, tropicale appunto, ed il testo che parla di fughe, quelle a cui tutti ambiscono dopo un anno d’impegni. Firma Calcutta e Francesca esegue con giusta intenzione.
Sette
Murganti – Nemmeno ai mondiali
E vabè ci mancava la canzone che celebrasse la nostra estromissione dai mondiali. Un rap non rap su base tutta uguale, lanciata in loop per le strofe e leggermente diversificata per l’inciso. Qualche suono inusuale nella variazione.
Quattro
Nameless – Colpo di fulmine
Canzoncina leggera, leggera che non impressiona ne per scelte arrangiamentali, abbastanza solite, ne per le liriche, esistenziali per palati giovani, ne per linea melodica che è lasciata ad un tempo scadenzato che non produce affezionamento.
Cinque
Nicole – Occhi chiusi
Voce presente e piena al servizio di un brano di quelli senza infamia e senza lode, con una ritmica pop/rock abbastanza consueta e qualche ripresa vocale invece convincente per dare movimento. C’è l’interprete, molto meno la canzone.
Cinque
Paskal Original – Fatti baciare
Ma si può dire: “che palle con sto reaggeton”? Ma con un apese invaso da proposte di quel tipo, che arrivano dalle terre d’origine, perché dovrei ascoltare una base praticamente simile, con uno che canta con una voce arrangiata alla stessa maniera di come si arrangiano questi qua? Non è brutta però s’intenda. E’ in linea con le produzioni simili.
Sei
Pacifico – Sarà come abbracciarsi
Magia melodica e strumenti che accompagnano soavi la voce di Pacifico che è già di suo un arredamento, di quelli però delicati, mai barocchi, mai pesanti. Diciamo che anche questo brano mi fa pensare ad un matrimonio di quelli a piedi scalzi sul prato all’inglese, tra glicini e gardenie e non certo al Castello del famoso e compainto Boss Delle Cerimonie.
Sette
Max Pezzali – Un’estate ci salverà
Poco da aggiungere ad una carriera che sembra aver ad oggi speso le sue carte migliori. Anche con questo pezzo, tutto tastierine e poco altro, Max dimostra di essere ancorato ad un suo stile che però non gli sta più bene addosso. Ha cinquant’anni insomma!
Quattro
Armando Quattrone – Quando si
Ennesimo episodio scadente di reggaeton in salsa italiana. Ed il tutto per sentirsi quando si, quando si, quando si, quando no, quando no, quando no… Quando mai direi!
Tre
Ruggero – Canzone in la
Nel registro del falsetto mi ha ricordato il cantante degli Audio 2 che già di suo era praticamente Lucio Battisti. Il brano non è certo qualcosa che meriti di essere ricordato con frasi del tipo “è una canzone in là, non è di Jerry Calà, ma sembra di essere là, al mare”. Devo scrivere altro?
Tre
Emilio Stella – Attenti al cool
Cool è il termine usato per parlare di un altro tipo di cul…, quello con la u. Musicalmente il giochino è reso carino dalla base che si presterebbe anche ad un arrangiamento orchestrale. Il testo è chiaramente ironico ed il cantato è quello non certo nuovo del simpatico che cerca di raccontare alla simpatica atteggiamenti comuni che simpatici non sono.
Sei ½
TheGiornalisti – Felicità Puttana
Sono ormai diventati praticamente delle macchine produci hits. Però Tommaso Paradiso e soci, pure avendo questa valenza stregante hanno comunque fatto un deciso passo indietro, sempre più evidente rispetto agli esordi indie. Anche questa è una canzoncina con un testo che ha più di un passaggio opinabile… che però sfonda le tempie.
Sei
Thema – Incredibile
Tematica pop confusa nella dance, quella più tronfia, adatta all’estate e realizzata solo col pensiero di impressionare il mondo radio. Manca però qualcosa: manca l’originalità.
Cinque =
Zen Circus – Il mondo come lo vorrei
Con una base che fa molto festival all’aperto degli anni 70, tra figli di fiori, canne e gonne larghe che volteggiano gli Zen Circus trovano sempre il modo di raccontare uno spaccato loro, tra la genialità della memoria e un modo invece molto contemporaneamente indie. Quello vero, però
Sei +
Nina Zilli – Ti amo, mi uccidi
Scanzona tra reggae e ritmi calienti, ma Nina Zilli non riesce nemmeno qui a mostrare la pasta del suo essere artista. Manca qualsiasi prerogativa per cui si è distinta negli anni. E’ una canzoncina, persino noiosetta e non le rende per nulla giustizia.
Quattro =
Rita Zingarello – Ballo ferma
Arrangiamento interessante perché mette assieme un’attinenza pop/rock con strumenti più classici che rendono il tutto articolato e curioso da seguire. Rita interpreta il tutto con distacco tecnico, come se stesse recitando la parte di quella che si scoccia di ciò che vede. E le viene bene, anzi benissimo.
Otto