Tempo di novità in radio e tempo che il nostro Fabio Fiume ci racconti cosa potranno ascoltare le nostre orecchie a partire da stamattina con l’uscita dei nuovi singoli. Come sarà la settimana musicale che ci aspetta? E Fabio sarà stato buono oppure avrà fatto pelo e contropelo a qualcuno? Scopriamolo assieme.
Si ricorda come sempre che si tratta del parere del solo Critico musicale e non di tutta la redazione di All Music Italia e che i voti al termine delle minirecensioni non mettono in relazione artisti diversi tra loro ma sono assegnati in base a come si posiziona la canzone nella carriera di chi la propone.
Marco Aletto – Ammore
Una nuova canzone napoletana che pesca nella grande tradizione cittadina e si rende contemporanea grazie ad una melodia aperta, vivacemente suonata e con ogni strumento al posto giusto. Interpretazione leggera, adatta al testo e consapevole di ciò che canta e della valenza delle parole, che qui son d’amore ma dell’enorme ventaglio di significati che la parola racchiude in sé.
Sette
Giorgia Allegra – Il risultato di mille scommesse
Giovane come artista ma vecchia nella scelta stilistica. E’ questo un brano che ho persino difficoltà a pensare che lei stessa acquisterebbe sui digital stores. Non parlo di struttura canzone che è una ballad d’amore e fin qui… parlo della modalità d’arrangiamento scelta, così flat, piatta, al limite del file midi!
Quattro =
All The Time – This is life
Ed arriva anche la ballata, che chiude la sorta di trilogia prodotta dal trio, con brani legati tra loro dal testo. Qui si celebra la ripartenza con le sue paure che però sono alla fine parte della vita stessa. E si confermano ispirati anche in questa veste dove un po’ richiamano a situazioni d’oltremanica alla Pet Shop Boys quando realizzano ballads per l’appunto.
Sette+
Jack Anselmi – Canzone per Francesca
Canzone cantautorale ispirata fortemente al mood del periodo che fu proprio dei grandi cantautori, che però non manca di accenni moderni. Difficilmente troverà l’appoggio radio, ma indubbiamente rivela una scrittura non banale, che magari può trovare la sua strada.
Sette
Alessandra Becelli – Quante volte
L’inciso non è sufficientemente forte per impreziosire una strofa classica che avrebbe meritato un’apertura melodica migliore. Non è certamente un brano che resta impresso. La voce è personale, pur senza particolari vezzi d’estensione.
Cinque=
Cli – Tacco punta
La danza, il ritmo come esempio per riprendere magari un percorso, ricominciare a camminare dopo mattine in cui spostavi la sveglia; invece c’è sempre un nuovo passo da fare. Il testo ha una sua dignità, però la resa canzone è abbastanza classica, trovando un tocco di contemporaneità solo nella varizione. Comunque non disdicevole.
Sei
Carlo Contocalakis – Saprei cosa dire
Voce piena di colore, ma canzone un po’ troppo confusa, che ha momenti troppo lenti alternati a partenze che però poi si rivelano false, restando comunque confinata sempre nell’ambientazione ballad. Non è comunque da buttare, magari solo da affinare, perché così risulta pesante.
Cinque
Luisa Corna – Col tempo imparerò
Vecchio provino di Mia Martini che abbiamo potuto ascoltare solo in un disco postumo, adesso esce in pompa magna per la voce della Corna. Che Luisa sia brava è inopinabile anche se non ha mai trovato delle canzoni che valesse la pena ricordare nel suo percorso. Questa invece è canto di passione, di mancanze “di un figlio che non ho”; forse un po’ classica ma le riesce a dar luce.
Sei+
Elisa Costanzo – Cosa rimane
Tutto si muove in maniera soft su cui la voce delicata di Elisa si poggia appropriatamente. E poi invece quando il tutto sembra scorrere la canzone prende ritmo e raggiunge una sua chiusura ragionata. Buono l’impasto corale a reggere il sottofondo che altrimenti potrebbe apparire un po’ vuoto, visto l’arrangiamento scarno.
Sei ½
Beppe De Francesco – 12 Maggio 2016
Tutto molto banale, sia nel testo che nell’arrangiamento che ricorda gli Audio 2, che erano però all’avanguardia… solo che parliamo del 1994! “Meno di un minuto ci ho messo ad innamorarmi di te, che cosa mi hai fatto per danzare nei sogni miei”… come frase mi fa già venire l’orticaria, ma il peggio si raggiunge con: “So che te l’aspetti e ti manderò due cuori whatsapp”! No, proprio no!
Tre
Lara Ferrari – Esci e cresci
Chitarra e voce per circa due minuti, diventa poi più piena ed anche arrabbiata per certi versi. Racconta la fine di un amore che però forse non sa finire. Il tutto è un po’ confuso: vado o non vado, ballata o song pop/rock, la parte essenziale che non la rende appetibile per le radio, la parte invece uptempo che rende il brano troppo lungo ( quasi sei minuti ) per pensare di essere promosso dalle stesse. Insomma: compromessi che vanno, compromessi che tornano!
Cinque =
Inschemical – Un nuovo inizio
Storia di un padre a cui viene impedito di vedere la sua bimba raccontato in un’inedita chiave rock. Strofe rette dalla linea di basso, buone variazioni, voce forse un po’ stereotipata per lo stile proposto. Tutto sommato il compito è però portato a casa.
Sei
Jesto – Amore cane
Il rapper torna sulla scena con questo brano che non manca di avere la sua bella dose d’ispirazione trap. E’ comunque racconto d’amore e d’attese, cose che non si possono spiegare a parole, può solo saperlo chi le vive. E’ però davvero troppo breve e la cosa sarebbe stata correggibile; sarebbe bastato un piccolo bridge musicale.
Cinque ½
Lucas – Sentiti speciale
Ballata leggera, che da senso di soavità grazie anche alla voce del nostro ed alle sue r francesci che mi han ricordato un mai troppo menzionato Nino Buonocore. Non siamo di fronte ad un brano epocale, ma può fare la sua strada perché, nel suo, appare abbastanza centrato.
Sei
Mc Ivanhoe – So cold
Adattamento di un brano internazionale ad opera di Ben Cooks cantato da Nikisha Reyes-Pile. La base è rifatta da Feelo rispettando un hip hop abbastanza classico, con la scelta “vecchia maniera” di trovare un giusto sound ( qui l’ipnotico piano ) ed una voce evocativa per cantare un ritornello ( qui in inglese ) che impreziosisce le rime rappate dal Mc che ovviamente le ha completamente riscritte. Ed il brano appare riuscito come un cerchio tracciato con la precisione del compasso.
Sette
Mina – Volevo scriverti da tanto
Ha sapore delle sue cose di metà anni 70 questa nuova ballata di Mina, che ritrova un testo giustissimo per lei e lo interpreta con la classe e maestria che le compete. E chi potrebbe disquisire su questo? E’ veramente pieno il risultato e rispecchia in pieno la storia dell’artista aprendo poi ad un finale di chitarre rock, che lei con la sua voce riesce a zittire meritando l’applauso… se solo venisse a cantarla in pubblico per la gioia di tutto il mondo delle sette note.
Otto
Mora & Bronski – Spaghetti blues
Progetto parallelo all’esperienza e lunga carriera con I Rio, i due tornano assieme sul mercato come duo, appunto, con questo pezzo blues che profuma molto anche di saloon country. L’inciso è affidato ad un“ta ra ta ttà” penetrante e ricantabile, ma la canzone nel momento in cui meriterebbe di esplodere, finisce all’improvviso, lasciando un po’ l’effetto che ti fa quando apri il forno dimenticandoti che dentro c’è il dolce in cottura che ovviamente scresce!
Cinque
Motta – La nostra ultima canzone
Si è distinto trai nuovi del cantautorato italiano e arriva adesso alla prova del nove. A questo singolo spetta anticipare il nuovo album che conferma la penna interessante, una personalità che qui sa molto di brithpop condito di atmosfere melodiche che arrivano dagli anni 60.
Sette
Enrico Nigiotti – Nel silenzio di mille parole
Nigiotti è uno di quelli che in qualche modo ho sempre trovato interessante come autore, accordando sempre promozioni facili alle sue interpretazioni. Qui però è un po’ deludente, in una canzone che è giostrata su pochi accordi e si perde in un inciso monocorde ed anche abbastanza scontato.
Quattro ½
Oovee & Alesha Dixon – Higher love
Gli Oovee ingaggiano la divetta inglese Alesha Dixon, famosa anche per i nostri lidi quando una decina d’anni fa agitava il sedere sulle note di The boys does nothing, per questo simpatico intermezzo dance che ha la forza delle canzoni leggere di fine anni 80 e s’impreziosisce del suono campionato del sax che rende il tutto molto vintage. Piacevole.
Sei ½
Manuela Padoan – Le donne possono fischiare
Diciamo che oggi non ha molto senso un testo come questo; certo che le donne possono fischiare ed ormai possono fare davvero tutto come è giusto che sia, anche se spesso la cronaca ci racconta delle brutture. Ma per la gente “normale” le cose stan davvero così ed una frase come: “uomo o donna che sia è segno di libertà, chi si vede speciale per le sue unicità”… è davvero, ma davvero brutta.
Quattro
Giovanni Ruggieri – Bianco cistite
Ambientazione rock, apertura d’inciso molto pop, questo brano dal titolo improbabile ed anche bruttino, diciamolo pure. In realtà fa riferimento al vino da bere, che magari riesce a metterci addosso un po’ di coraggio e togliere qualche disinibizione che ci blocca. Però Ruggieri il titolo è davvero brutto!!!
Sei
Sister Cristina – Felice
Canzoncina pop ( con pizzico elettronico) abbastanza usuale, sia nell’arrangiamento che nell’esposizione. Alla fine Sister Cristina viene attesa ma al momento le proposte non hanno mai una valenza tale da meritare il ricordo; e difatti cosa ricordiamo del suo primo disco di 4 anni fa? Si dimenticherà anche questa.
Cinque =
Studio 3 – Stupendo
Ballata mielosa per ragazzine zuccherose, portatrici sane di diabete… che oggi ho la sensazione siano in estinzione. La cosa che però fa più specie è accorgersi che il trio è rimasto dove stava, su quel pop trito e ritrito, senza riuscire a trovare un vero perché uno dovrebbe sceglierli. Tra l’altro l’età avanza e magari anche il pubblico che fu è cresciuto.
Quattro
Joan Thiele – Polite
L’italianissima Joan torna con un nuovo progetto in inglese che profuma un po’ di Kylie Minogue; sarà forse per la scelta di arrangiare il tutto con un’elettronica spruzzata qui e li di sensazioni anni 70, i coretti in falsetto ed il groove che ispira coreografie sexy. Funziona, ma non la distingue.
Sei