Pagelle Nuovi singoli italiani in uscita l’1 luglio 2021 a cura del critico musicale Fabio Fiume.
Nuova carrellata di singoli, di cui moltissimi appositamente dedicati alla stagione bella, quella senza impegno… e difatti gli artisti non è che si siano impegnati granché! Qualcosa di originale comunque è fuori anche questa settimana. Basta resistere, poi l’Estate passa!
Non perdiamo e partiamo subito con le recensioni… e ricordate, nelle mie pagelle ai nuovi singoli, il voto di solito oscilla tra il 3 e l’8, difficilmente scendo o salgo oltre questo parametro. Ma è capitato…
Samuele Bersani – Mezza bugia
Indovinare un cattivo in un film può essere cosa semplice, non così però nella vita comuna. Canta queste liriche Samuele che, come sempre, è di scrittura sopraffina, di quelle che potresti ascoltare il suo pezzo svariate volte di seguito e scoprire sempre un passaggio che ti eri perso.
Qui aiuta anche una variazione ritmica originale e che fa prendere fiato ed interrompe la liturgia che avanza spedita dall’inizio alla fine per un risultato fuori media per gli altri, nel pieno percorso invece per quel che riguarda lui.
Sette
Boreale – Maledetta
Brutta la voce sdoppiata nell’inciso che fa tanto anni 80 e che di fatto serve ad aggraziare delle spigolature, a rendere il tutto più uniforme, e ad ampliare lo spazio che la stessa voce altrimenti occuperebbe. Di positivo c’è che la costruzione del pezzo ha una funzionalità pop piuttosto centrata nelle proporzioni, mettendo da parte la modalità “short”, per piacere alle playlist.
Cinque ½
Carl Brave, Myss Keta & Speranza – Matrimonio gipsy
Non chiarissimo nel testo, anche per la maniera biascicata di cantare di Brave, che fin quando dispone di testi asciutti non desta incomprensioni, cosa che chiaramente diventa più complicata su frasi che si susseguono ad oltranza senza pause.
La mancanza totale di melodia del pezzo rende trascurabile anche qualche intelligenza dell’arrangiamento. Keta è sempre fine a se stessa e tremendamente uguale, mentre Speranza è il dazio rap da pagare per risultare quanto più contemporanei possibile. Assolutamente inutile per le carriere di tutti.
Quattro
Celo – Tango
Si canta di una storia che si muove al ritmo di tango ma che poi, nella resa arrangiamentale, col tango ha ben poco a che fare. Sensato il testo che invece è pura passione come il ballo, che è fuoco del diavolo e che spesso vede i ballerini destinati ad innamorarsi. E’ seduzione… qui più evocata che poi realmente raggiunta.
Cinque
Colapesce & DiMartino con Ornella Vanoni – Toy boy
Più valida per l’atmosfera e l’arrangiamento, vintage ed elegante, che sembra strappato alla sceneggiatura di un film anni 70, girato sulle coste. Il testo è invece una boutade, un divertissement che vede Ornella preda ed i due dandy siciliani predatori. Ma siamo sicuri sia così. Effetto simpatia.
Sei
Ugo Crepa – All’orizzonte
A metà fra pop e rap, più per attinenza che vero e proprio stile, questo pezzo pesca nella base da un certo mondo urban black che aveva già avuto un periodo di grande diffusione in Italia; ricordate Nick The Nightfly? Adesso, seppur piacevole, appare fuori tempo massimo, cercando di recuperare con la durata “mini” , tipica dei giorni nostri. All’epoca un pezzo del genere sarbebe durato circa 5 minuti… il doppio.
Cinque =
Dente – Fuori di me
Simpaticamente surreale ed originale, sia per l’arrangiamento scelto che per il testo che ha un’irriverenza reale, porta con garbo; non puoi restarci male se ti dico: “Vorrei guardare sempre più lontano ma ci sei sempre davanti tu”, con un fare rassegnato ma con un tono tutt’altro che pessimista. Carinissima.
Sette ½
Floriana – Aria
La produzione ha buone intelligenze, così come la voce che è interessante per colore e per sfumature. Anche l’inciso viene tenuto volutamente piuttosto vuoto nella base, però…. Però quanto è inutile il testo? Di una fragilità veramente epocale. Tutto sprecato.
Cinque
Riccardo Fogli – Maledetto amore
Su una base guidata da chitarre gitane e clap di mani che inducono a pensieri latini accompagnano questo nuovo inedito di Fogli, forse da almeno vent’anni, mai così centrato. E’ chiaro che siamo fuori dalle mode del momento, ma per un artista con cotanta esperienza e storia, avere un pezzo che lo ancora a quel passato, ma ne dà una nuova versione è sicuramente importante. Gradevole e sensata.
Sei ½
Frag – Come cavolo fai
Modalità di scrittura asciutta, chitarra e voce in prima linea e poco altro a completare. Il testo è piuttosto eloquente e racconta uno stato d’animo, un approccio che si ripete. Peccato manchi un ultimo inciso, piuttosto necessario per rendere il pezzo completo. Comunque interessante
Sei
Gem Boy & Gianni Drudi – La patatina
Ma questi beceri doppi sensi? Cosa si può dire di un pezzo del genero? Basta citare “dovete farne di strada per aver la patata” o “tu hai sempre un sacco di patatine alla mano visto che hai un grosso pacco”. Una volta non cadevano fulmini per punizioni divine?
Due
Massimo Germini & Roberto Vecchioni – Qualcosa di familiare
Delicato incontro musicale, volutamente tenuto soft nell’arrangiamento, senza che ci sia mai un ingresso ritmico a pomparne l’arrangiamento. Anche l’incontro di voci mantiene lo stesso registro per raccontare la scoperta di un rapporto fuori dalle predominanze, rifugiandosi nel tempo del perdono. Pezzo da ascoltare live, un po’ troppo fuori dalle logiche radio.
Senza Voto
Ivan Granatino & AbraHam De Palma – Pablo Escobar
Nuovissima veste questa per Ivan che, tutto in napoletano, propone un brano che è un racconto del famoso Escobar, che proprio come si è soliti fare oggi soprattutto nel mondo rap/trap, ostentava i suoi averi non ottenuti certo con una vita di sacrifici.
Sebbene apprezzi l’artista che sperimenta e soprattutto riesce sempre in quel che fa, il testo è qui qualcosa che io denuncio sempre, l’ostentazione appunto come status symbol. Inoltre il pezzo si tronca in maniera netta, affidando lo special all’innesto di De Palma ( non quello arci noto per i nostri lidi ) che appare più un compitino svolto, che poi manca di sfociare in un nuovo inciso.
Quattro
Le Corse Più Pazze Del Mondo – Viaggi in Europa
Tutto in doppia linea vocale è questo pezzo surreale, che racconta in maniera metaforica e non così felice il viaggio, evidenziandone i momenti più fastidiosi. E’ un po’ tutto uguale da inizio alla fine, con un’unica variazione tutta strumentale. Alla fine di un viaggio comunque va ricordato sia quanto si è stati bene ma altrettanto male. Un po’ noiosa.
Quattro ½
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