Tra una settimana arriverà il Festival della Canzone Italiana di Sanremo a lanciare tante nuove canzoni, ma non per questo si fermano le uscite discografiche dei nuovi singoli.
Il nostro critico Fabio Fiume, come sempre le ha ascoltate per noi e qui ci racconta cosa ne pensa. Chi avrà passato indenne la sua mannaia?
Si ricorda che si tratta del solo parere di Fabio Fiume e non di tutta la redazione di All Music Italia e che i voti espressi al termine delle mini recensioni non mettono in relazione alcuna artisti diversi tra loro, ma essi sono attribuiti alla canzone in base alla carriera dell’artista che la propone ed all’importanza che essa assume nel percorso dello stesso.
Andiamo a scoprirli…
Laila Al Habash – Come quella volta
Sebbene questo brano di suo sia fragilino, in realtà permette di capire che le influenze di Laila sono varie ed eventuali. Ad esempio qui c’è un generale sapore reggae, nonostante il brano non sia arrangiato con quello stile con un inciso che tende invece al soul che però viene eluso dalle sfumature vocali che non lo richiamano affatto. Da tenere sotto controllo.
Sei
Giorgio Baldari – Fermo a pensare
Un rap/norap per le strofe, scadenzato da una ritmica definita, prima di approdare in un inciso cantato che ci ricorda che “una tempersta finisce sempre col sole”. Il tutto fa un po’ Ultimo, magari un filo meno irruento, ma il mood resta quello. Il brano però c’è e la voce ha un suo bel pathos.
Sei ½
Marco Carena – Superselfie
Carena arrangia questo brano come se fosse un death metal, ed il risultato chiama una sola risposta possibile: ma perché? All’improvviso poi arriva un momento medievale ma la risposta non cambia: ma perché?
Tre
Dario Dee – Il mio pesce corallo rosso
Cantautorato moderno, gioca sui doppi sensi, tanto che la storia potrebbe riferirsi tranquillamente ad un amore omosex. Ci sono incursioni elettroniche in stile Daft Punk, che prendono vigore maggiore ancor più verso il finale. Se la scrittura è ironica e per certi versi compiuta, la voce è un po’ timidina.
Sei+
Ivan Granatino, Vincenzo Bles & Don Rafaelo – Guagliuncè
Ballad con forti influenze black, dal testo però banalotto. L’arrangiamento è curato, il connubio di voci funziona ed il pezzo in se stesso, nonostante sia cantato in napoletano, potrebbe ottenere buone attenzioni. Certo se si raccontasse d’amore con parole diverse da “guagliuncè, dimmell ancora ca vai pazz pe mme” sarebbe cosa buona e giusta.
Sei
La Rappresentante Di Lista – Woow
“Arrenditi un po’, riflettici su di me… stacci tu nei sogni miei”. E’ una scoperta matura di qualcos’altro di cui non vergognarsi, pur avendo paura. Nuove emozioni che vanno capite, interpretate ma anche accettate. Bella la variazione melodica con la voce che si presta a più possibilità interpretative. Non facile per il mondo radio.
Sei
Lory’s & Iulio – Mano nella mano
Tappeto elettronico minimale prima ed incalzante poi per questo brano giovane che descrive uno dei primi imbarazzi. Più interessante nelle strofe che nell’inciso, viene poi variato nelle intenzioni dall’innesto rap. Latitano gli strumenti reali.
Cinque
Martina Maggi – Straordinario trip
La cantante umbra ha catturato l’attenzione di uno dei sassofonisti simbolo di ben 50 anni di musica, James Senese, che ha suonato in questo singolo in cui la stessa va alla ricerca della felicità, come un trip. Ognuno ha il suo, tutti lo cercano ma nessuno lo trova davvero, nessuno ci capisce nulla… o forse nessuno si accorge quando lo trova. Proposta che ha dell’interessante.
Sei ½
Fiorella Mannoia – Il peso del coraggio
Parte esplorando tonalità molto basse la rossa interprete che qui ritrova Amara come autrice. E poi c’è un’evoluzione bella esplosiva in cui c’è una bella consapevolezza, ed anche rabbia verso il silenzio, il nostro silenzio che spesso gioca come comodità per qualcun altro. E come sempre Fiorella riesce a dare il giusto peso non solo al coraggio del titolo ma ad ogni singola sorpresa. Non è sorpresa questo pezzo nella sua sterminata carriera, che ce ne ha regalate di perle, ma è comunque buona cosa.
Sette
Gianni Maroccolo – L’altrove
Progetto completamente fuori da ciò che ti aspetteresti lanciato nel mondo radio, che quasi ci si stupisce che sia stato effettivamente lanciato. Un brano del genere può avere una sua vita finanche importante ma in altri circuiti, magari quelli live. L’ispirazione è indubbiamente orientale, con indirizzo spedito verso misticismi.
Senza Voto
Emanuele Prisano – Ci vuole coraggio
Il tema è quello del bullismo. E’ un insieme, forse un filo troppo sempliciotto dal punto di vista del testo, di consigli per trovare la forza anche quando sei la pecora nera, quella che tutti prendono di mira, e vincere la vita stessa che in queste circostanze sembra sfidarci. Non passa alla storia ma merita un ascolto, anche attento.
Sei +
Rancore – Giocattoli
Il rapper romano racconta attraverso alcuni oggetti di come crescendo, dialcuni oggetti che per un periodo erano fondamentali, nemmeno ce ne ricordiamo più e non sono più nulla. E come gli oggetti anche le persone, le storie, le vicende personali. Il brano, dal testo bello ed intelligentemente crudo, avrebbe meritato però una base con più variazioni ed invece c’è da aspettare il finale per avere un sussulto musicale.
Sei+
Ritmo Tribale – La rivoluzione del giorno prima
Assenti dalle scene da ben undici anni i Ritmo Tribale affidano a questo singolo la loro rientry. Il brano è spunti intelligenti nel testo e musicalmente è tirato, suonato, azzerato nelle programmazioni, come oggi non si tende per nulla a fare. Finale troppo allungato e ripetitivo, su cui t’immagini gente pogare.
Cinque ½
Sos – Save Our Souls – Ancora vivere
E’ tutto così sentito dal punto di vista dell’arrangiamento, che ricorda attitudini rock anni 90, su cui si muove una voce un po’ anonima, visto che all’epoca, su questo tipo di canzoni in genere si dispiegava una voce potente, con un colore preciso, che qui invece è decisamente blando.
Quattro
Sven – Sto bene
Alcune inclinazioni vocali mi hanno ricordato un Davide De Marinis meno stridulo. E’ un sagace punto di vista su cosa ci fa star bene per convenienza e cosa invece ci fa star bene per davvero. Per farlo il nostro percorre una settimana ed alla fine capisce che sta bene quando sta per morire. Nonostante la base non abbia evoluzioni essa sfrutta però diversi innesti, aggiunte strumentali che danno l’impressione di una variazione che poi non arriva mai davvero.
Sette
Terso – Stramonio
C’è qualcosa d’ipnotico in questa menefreghista canzone in cui la band canta del preferire di restare a casa, a letto e non pensare a quelli che ti aspettavano, che stanno fuori a divertirsi, quasi come fosse un obbligo. Ed invece : “io stasera non esco”. Arrangiamento elettronico dal profumo internazionale.
Sette
Stefano Virga – Lontano da qui
Testo che farebbe sembrare un laureato in lettere e filosofia pure un bimbo che ha preso cinque al tema d’italiano. Anche l’arrangiamento è decisamente banale e la voce monocorde e senza sentimento.
Quattro