salendo Verso la golden song…
Wax – After
Difficile seguire alcuni passaggi perché l’autotune fa accavallare le parole. Wax non ha idee compositive malvagie ma per il momento appare un po’ troppo figlio dei tempi, cioè uno che si affida a queste modalità artefatte per far arrivare la sua arte. Il pezzo è carino nell’insieme, sia come motivo che come testo raccontato, solo che è troppo impersonale. Con tutti questi effetti, usati anche nella maniera più disparata possibile, che differenza c’è fra lui o un altro?
Sei =
⭐⭐⭐⭐⭐⭐=
Giovanni Segreti Bruno – La strada di casa
Quanto è importante saper trovare la strada di casa? E casa è il posto dove non si ha paura, è dove siamo io e te, è sufficiente. Giovanni ha una bella voce, fatta di tanta espressività che sa dosare sia nelle note più basse che nelle aperture di un pezzo in cui è possibile rintracciare strumenti veri nel mezzo dell’arrangiamento da studio. Unico neo del brano è che sembra per alcuni versi strappato ad un repertorio che avrebbe potuto cantare Andrea Bocelli quando, negli anni 90, cercava di abbracciare il pop. Come a dire che sia interpretazione che proprio il pezzo in se non appaiono propriamente attuali. Tuttavia almeno c’è uno che canta e canta bene.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Myss Keta – Condannata a danzare
Mi ha ricordato alcune cose di Jo Squillo degli anni 80. Il pezzo ha un buonissimo groove su cui chiaramente la Keta è diversamente cantante, nel senso che interpreta, si rende gradevole a modo suo, ma di certo non canta. Il pezzo manca di un’evoluzione chiamata dall’accelerazione finale che quasi era obbligo sfociare in uno special. Resta invece tutto soffocato da un’ inutile farcitura di echi. Peccato, poteva ottenere di più.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Strano – Estranea
Lui era la voce dei Gemelli DiVersi, quello da cui dipendevano tutti gli incisi, tutte le parti cantate. E fa strano, come suo nome d’arte suggerisce fra l’altro, sia che qui si conceda lui stesso delle parti “rappate” così come momenti in cui la voce è lavorata, metallizzata. Il pezzo ha parti melodiche che funzionano e che mettono in luce i momenti in cui il nostro canta in maniera pulita e gioca con una chitarra latina che fornisce un po’ di calore. Suona un po’ primi anni 2000, un po’ darkchild.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Viola Valentino – Gratis
Come Marcella anche Viola Valentino volge alla dance e soprattutto all’interpretazione più parlata che cantata. E come per la collega anche Viola tutto sommato ne esce bene in un pezzo anche questo che poteva risultare pruriginoso ed invece alla fine prova ad essere persino coscienzioso. Qui la Valentino infatti canta di relazioni facili in cui si da tutto un po’ per scontato, quando invece non si può mai sottovalutare l’amore, mai pensare che che lo starci sia sinonimo di facile, del non avere un prezzo non economico, s’intenda, ma sentimentale. Ha un suo mood, anche nella scelta d’interpretarla in maniera più grave dal punto di vista vocale. Sufficiente.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Ornella Vanoni & Samuele Bersani – Calma rivoluzionaria
Mai banale nella scrittura Samuele che qui non solo scrive ma duetta anche con la decana delle nostre interpreti, la Ornella di tutti. Le due voci si combinano benissimo proprio perché i due registri, quello serioso e pieno di Samuele e quello leggero, quasi aulico, di Ornella riescono ad appoggiarsi benissimo l’uno sull’altro, regalando un nuovo colore che da soli non potrebbero mai avere.
Seppur il pezzo è molto bello sia nel testo che nell’arrangiamento che gioca con elementi che uniscono cantautorato puro con propensioni orchestrali e influenze jazz, mi arriva un po’incompleto. Forse perché non ha un cambio, viaggiando tutto sulla stessa ripetizione armonica. Suona come se fosse tutto un inciso. Sicuramente è voluto, ma a me qualcosa manca.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Leo Gassmann – Dammi un bacio ja’
Non sapevo che la terminologia “ja’”, per dire “dai” , si usasse anche in quel di Roma oltre che nella mia Napoli e a sto punto chissà in quanti altri luoghi. Il pezzo nuovo di Leo è fresco, prevalentemente in chitarra, voce e battuta ritmica elettronica. Racconta di un amore lungo, che resiste al tempo che potrebbe logorarlo e di quanto a volte per sedare momenti non facili basterebbe dire un semplice “dammi un bacio ja’“! Magari sarebbe così facile Leo. Sicuramente piacevole nella sua positiva leggerezza e nella scelta d’interpretarlo con voce soffusa, andando più a sabbiare che a prender di potenza, e la cosa giova alla leggerezza del pezzo, per l’appunto. Più che accettabile.
Sei+
⭐⭐⭐⭐⭐⭐+
Adolfo Durante – La vita che va
Tanta teatralità in questo nuovo singolo di Durante, con anche appoggio di brava corista, molto classicheggiante. La sua voce mescola appieno registro maschile e femminile, tanto che in alcuni passaggi fai addirittura fatica a capire che a cantare non sia proprio una donna. Il testo è potente nel suo racconto della vita che passa e che osserva ciò che passa e ciò che resta. Ed in questo cosa è la felicità? L’abbiamo mai realmente afferrata? Chissà.
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
Maneskin – Valentine
La voce malata di Damiano prende sempre valore e particolare vigore quando è messa a servizio di ballate che fanno tanto band americana da sala prove nel garage di casa, sudaticci, sporchi e fra fumi di vario genere. Mi piace particolarmente lo struggente special dove la voce del nostro si rompe alla ricerca di tenere testa alle chitarre e alla sessione ritmica in generale con la batteria potente a tenere gioco. Manca l’inciso finale; ci sarebbe voluto. Buona comunque.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Maninni – Monolocale
Simpatico up tempo un po’ indie ma non troppo in cui Maninni ricorda di come può bastare anche il poco spazio di un monolocale per ballare se sei con la persona giusta. Il piglio interpretativo è il più giusto possibile con il dosaggio di forza e dolcezza nei punti richiesti di una canzone giovane che non ha altra pretesa che essere cantata dai propri coetanei, che vivono quella stessa sensazione del cercarsi, dell’essere osservati dalla vicina “stronza” e della paura di sbagliare le proprie scelte.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Svegliaginevra – Ghiaccio
Intelligente racconto di un amore che nasce in maniera virtuale e l’idea che inizia ad accarezzare d’incontrarsi per davvero. E se poi dal vivo mancasse l’alchimia che si è creata in rete? Oltre al tema il brano scorre anche in maniera avvincente con importante switch fra strofa ed inciso di quelli che catturano l’attenzione. L’interpretazione è poco figlia del bel canto ma tantissimo della pancia, di una sensazione da far arrivare pulita per quel che è. E ci arriva. Buono, molto buono.
Sette+
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐+
Ligabue – La metà della mela
Raramente Liga si è prodigato in pezzi d’amore e qui però ha ceduto a questo nuovo impeto. E racconta di una storia, suppongo la sua; storia che è passata per i mal di testa, per le valigie fatte e disfatte, ma “siamo ancora al nostro posto e il nostro posto è qui“. Tutto è condensabile in una frase bellissima: “Non dimentico niente, figurarsi di te“. E se te lo senti dire dopo anni che si sta assieme, allora vuol dire che hai vinto, allora vuol dire che val la pena di aver vissuto l’amore che hai.
Sette 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
Emiliano Pepe – Primm tu
Lui è sempre stato troppo bravo a mio avviso ma ha sempre prodotto troppo poco, alternando periodi di silenzio troppo lunghi rispetto alla reale presenza sul mercato. Qui il ritorno è una sinuosa ballata piano e voce con rinforzi vocali ad ammorbidire. Ci sono riferimenti importanti all’interno; riferimenti di una melodia partenopea, quella dei grandi musicisti che a volte anche con un lamento sapevano comunicare spazi e sentimenti precisi. “Scinne mo che cha nun chiove cchiu” canta questo pezzo, cioè “Scendi adesso che non piove più” e se non piove più allora Emiliano, non rincasare, resta fuori a scrivere e produrre ancora.
Sette 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
Margherita Vicario – Magia
Parlare della guerra non è mai facile e Margherita prova qui a cantare la bruttura dal punto di vista dei bambini, che ci illudiamo non capiscano o che dimenticheranno. Non è così, capiscono e sperano che arrivi una magia a portarli via, che quei fuochi d’artificio che sentono e vedono non sono fuochi di festa, ma sotto gli stessi con la paura provano a vivere, provano a giocare a nascondino. Non ho mai apprezzato tanto la Vicario, ma qui mi ha toccato, lo ammetto.
Otto
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Appuntamento a settimana prossima con le pagelle nuovi singoli.