E’ uscito pochino in radio questa settimana, ma il nostro critico musicale Fabio Fiume non ha certo perso tempo ed ha comunque ascoltato per noi i nuovi singoli in uscita, per raccontarcelo nella sua Da Oggi In Radio.
Si ricorda che si tratta del parere del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italia e che i voti espressi al termine delle mini recensioni, non mettono in relazione alcuna artisti diversi tra loro. Essi sono attribuiti alla canzone in base alla carriera di chi la propone.
Antonino – Wake up call
Veste il suo cantato d’inglese Antonino che prova nuovamente a trovare la sua strada, che inspiegabilmente, visto il talento, è stata ad oggi piena di buche, che manco Roma… Qui la scelta è caduta su una ninna nanna piena di pathos, che lascia risplendere un talento vocale che potrebbe giocare con blues, r’n’b e gospel senza alcun problema, ma che difficilmente può ottenere un’attenzione radio se a scommetterci non è direttamente un grande network.
Sei+
Alessandro Da Ros – Celeste
Sembra una di quelle ballate americane, quelle di artisti che esplodono con successo grazie ad esse, ma poi restano nella memoria per null’altro. Chiaramente per Da Ros, essendo italiano, il discorso è diverso, perché è difficile pensare che possa ottenere quell’attenzione pur muovendosi per i medesimi sentieri ed anche perché il brano avrebbe dovuto ad un certo punto esplodere e la cosa non succede.
Sei =
Dani Faiv & Lazza – Gabbiano/Moonrock
Trap fatta per conquistare anche il mondo radio, ma che non regala nulla di nuovo. Passaggi di testo che passano dai marchi alle parole non proprio scritte sul dizionario, fino a modi dire tipicamente giovanili, che però difficilmente possono passare indenni le inesorabili lancette dell’orologio che non si fermano.
Cinque =
Garfo – Ragazze
Trap che non passa per gli stereotipi di stile, fatti per lo più di ostentazione di soldi, marche e vite alla ricerca di sballo facile. Qui c’è un’ironia che a livello interpretativo insegue più un maestro come Caparezza, passando per il già out Moreno. Attuale nei suoni e nel mood ma fragile se la si pensa proiettata nel tempo futuro.
Cinque
Luca Il Sole Di Notte – Tutto e niente
Prendi tutto quello che circola nel tronfio mondo latino, e farciscilo di un testo davvero grottesco, con qualche effetto sulla voce come si porta adesso. Il risultato potrebbe essere tutto ed invece è proprio niente.
Tre
Mahalara – B come branco
Un rock/blues un po’ agè, come si facevano a cavallo tra gli 80 ed i 90, stile Black velvet di Alannah Myles. Non ha chiaramente però quella forza, soprattutto mediatica, che era anche figlia di un momento.
Cinque
Milly – 20 gocce di dolore
Scanzonato divertissement che in realtà non ha un testo che racconta nulla di divertente, perché parla di un abbandono che fa male, un amore che finisce e strappa una vita, lasciandola in una quotidianità che però adesso non si affronta più in coppia. Avrei però diversificato un po’ nelle strofe, troppo lunghe e troppo uguali. Bello l’inserto dei fiati, un po’ meno una frase come mi hai fleshato il cuore.
Quattro ½
Mondo Marcio – Vida loca
Singolo un po’ stanco di una carriera un po’ stanca, che avrebbe bisogno di un’idea originale per tornare a risplendere e non di infarcisci di effetti trap sulla voce per risultare più attuale. Questo per quanto riguarda la resa canzone, ma va comunque detto che il pezzo è realizzato per sostenere un onlus a sostegno delle vittime dello sfruttamento sessuale. Ma io devo giudicare la canzone e quindi…
Quattro
Mostro – Non voglio morire
E’ un racconto decisamente lucido, veritiero su un futuro che in realtà ci promette un’unica cosa, sin dalla nostra nascita: la morte. Sebbene il brano abbia un testo interessante, sorvolando su celebrazioni di fumo ed erba custodita nei libri, è reso come se fosse una poesia musicata, senza alcuna apertura, tralasciando così completamente una forma canzone. Il risultato è che dopo due minuti e pochi attimi in più ti resta un senso d’incompiuto. Aspettavi qualcosa insomma che non arriva.
Quattro
Ferdinando Riontino – Abbiamo scelto te
Musicalmente inchiodata al romantic pop di inizio anni 80, tipicamente italiano, però non così levigato dal punto di vista vocale e le cose non è che sposino molto bene. Diciamo che su questo stile stanno meglio i vari echi ed enfatizzazioni che il graffiato che fa più rock.
Cinque +
Sabino Rossignoli – E’ Natale ancora
Potrebbe diventare un nuovo classico natalizio, di quelli memorizzabili dai bambini, perché ripetitiva nel testo e melodicamente d’altri tempi, con alcune sfumature addirittura medievali. La canta la voce sd Sonia Caputo, ma è immaginabilissima cantata dal Coro dell’Antoniano.
Senza Voto
Stanley Rubik – Roberto
Sicuramente particolarissimo ed originale dal punto di vista musicale, questo singolo spiega un modo personale d’affrontare una perdita. Il testo ha delle sue dolorose asprità, ma la scelta di arrangiarlo con questa elettronica che invade anche il cantato lo rende ascoltabile nell’insieme, senza decidere se sia più importante cosa dice o il linguaggio musicale con cui lo fa.
Sette
Jack Savoretti – Candlelight
C’è qualcosa di “JamesBondiano” in questa ballatona dell’italo/inglese Savoretti, almeno nell’arrangiamento musicale ed intenzione interpretativa di intro e strofe. Poi nell’inciso apre e diventa anche molto più italiana come stile. E’ intima ma anche potente.
Sette ½
Azami Shibuya – Nuda
Ascolto questo pezzo e penso a Platinette! Identità ovviamente ambigua, come è facilmente rintracciabile nella voce, con un arrangiamento synth che ricorda cose anni 80 tipo C’est Venice de’ El Puma, che dimenticheremmo volentieri nuovamente.
Quattro
Sira – Cloud 9
Perfettamente in linea con produzioni d’oltreoceano, questo brano della cantate siciliana ha una sua precisa forza radio. Peccato per l’arrangiamento che è gradevolissimo quando è fatto esclusivamente di battute, ma diventa un po’ troppo solito quando la base si apre negli incisi. E’ comunque un biglietto da visita decisamente convincente per il mondo radio. Voce che lascia intendere avere diverse possibilità espressive.
Sei ½
Mauro Tummolo – E’ Natale
Poteva essere anche un’idea bella, scrivere un pezzo di Natale in stile ballata pop, simile in tutto e per tutto ad una canzone non a tema festivo, senza campanacci e coretti. Il risultato è però già pieno di ragnatele, come se fosse stata concepita per Sanremo 1992.
Quattro
Ultimo – Ti dedico il silenzio
E’ stato indubbiamente anche il suo anno e questo ennesimo singolo è ancora una volta una dimostrazione di scrittura pulita e diretta, utilizzando un linguaggio attuale ed allo stesso tempo non banale e comunicativo a sufficienza. Cresce nel finale.
Sette
Vanessa – Libera
Leggerissima e fin troppo debole per pensare di lanciare una carriera. La debolezza viene conferita dalle troppe idee musicali messe dentro al brano che finisce per non essere nulla di definito. Ci sono situazioni funky, approcci vocali r’n’b, pericolose circumnavigazioni del mondo rap per risultare alla fine un ennesimo pezzo pop che ne passaggio a due voci mi ha ricordato un vecchio successo di Pino D’Angiò, intitolato Ma Che Idea del 1980.
Quattro
Davide Viviani – Salomon David
Cantata in dialetto bresciano questo pezzo è in realtà un racconto di un incontro tra l’artista stesso e ed un collega di strada incontrato in Francia. E’ un pezzo più da live per orecchie già affezionate alla produzione di Davide, ma difficilmente collocabile dal punto di vista mediatico. E non sto dicendo che sia un male.
Sei