Come ogni venerdì ecco il consueto appuntamento con Da Oggi in radio la rubrica in cui Fabio Fiume, il nostro critico musicale, ascolta, analizza e compila le pagelle dei nuovi singoli in radio.
Si ricorda che si tratta del parere del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italiae che i voti espressi alla fine delle mini recensioni non mettono in alcuna relazione gli artisti tra loro. Essi sono attribuiti alla valenza del brano rispetto alla carriera di chi lo propone.
Partiamo subito…
3Angle & Gugliemo Nasini – Just another day
L’intenzione vocale, soprattutto maschile, è propria degli anni 80; il resto è invece contemporaneo ed anche un pochino inflazionato. 3Angle si era prodotto in cose migliori di questa canzone che invece scivola via senza produrre chissà quale appeal.
Cinque
Umberto Alongi – Pura follia
Venature blues, mood che fa pensare quasi ad alcune cose di Mina. Le strofe sono più interessanti dell’inciso che è un po’ buttato li, mentre la voce è perfetta per lo stile, anche nella parte simil/rap della variazione.
Sei
Andrea Amati – Bagaglio a mano
Originale nella scrittura ed anche nell’arrangiamento scelto, il cantautore punta correttamente sul racconto e sull’originalità, appunto, poiché la voce non è particolarmente dotata di colore e corre il rischio di appiattire un po’ il tutto. La cosa però qui non accade.
Sei ½
Baby K – Da zero a cento
Ormai è diventata una hitmaker, lasciando il rap da un’altra parte. Percorre ritmi abbastanza inflazionati all’estero, però stavolta l’orecchiabilità del brano è di quelle che sai che potrebbe non stancarti al terzo ascolto. Nessuna pretesa artistica s’intenda, se non quella di prendere qualche altro platino tra i singoli. Cosa probabilissima.
Sei ½
Stefano Bertozzi – Scrivere sulla spiaggia
Semplicistica storiella di rinascita e ricostruzione giocata tra chitarre e base pop punterellata di elementi elettronici. Voce che non lascia particolari emozioni, né nel tono, né nell’interpretazione, alla fine della quale ti resta ben poco.
Quattro ½
Alessandro Casillo – Ancora qui
Ha aspettato diversi anni per tornare con un nuovo singolo e mantiene le prerogative del tutto positive del suo ultimo album. Casillo fa pop e questo per qualcuno sarà motivo di non considerarlo, però non posso fare a meno di attribuirgli una ottima capacità di scelta dei brani. Anche questo è costruito bene, con un inciso ficcante ed una preparazione allo stesso metricamente riuscita. Avrei solo allentato un pochino la presenza delle tastierine.
Sei ½
Caterina – Non ti ho detto mai
Voce particolarissima e ben usata, a servizio di un brano originale sia come arrangiamento vocale che come testo. Tutto può essere surreale e vissuto con una certa leggerezza. Da la sensazione di poter salire molto con la voce, ma invece preferisce restare su tonalità medie per non perdere l’essenzialità del racconto; e fa bene.
Sette +
Samuele Cavallo – In vacanza
Swing anni 50 ad influenzare la tematica estiva abbastanza inflazionata: piacione che offre bibita alla bellona che esce dall’acqua e che tutti guardano perché non si può farne a meno. E poi nel corso della canzone scopri che in vacanza il piacione non ci è mai andato.
Sei
Emanuele Chiesa Dj & Yuawi – Movimento naranja
Trionfo di tutto quello che è più becero della musica latina a cui va aggiunto la voce del bimbo che canta e del coro che nemmeno l’Antoniano durante lo Zecchino. Forse avrà anche successo ma… proprio no!
Tre
Lorenzo Cittadini – Molto di più
E’ la ritmica che regge questo brano comunque ispirato anche nel testo. “L’amore che ho reso è molto di più” dice il nostro mentre il suo sound si avvicina alle belle cose dei Dire Straits dei tempi d’oro.
Sette
Ignazio Deg – Presto
Sound solito to. Sembra che tutti abbaino scoperto il reggae in questo 2018. Parla di ripartenze, di rimettersi in piedi nonostante i conflitti personali. Il tutto con leggerezza estiva e senza la pretesa di restare oltre questi prossimi 2 mesi.
Sei
Giovanna De Sio – Dimmi dove sei
Quanto vecchiume in un’unica canzone! Testo, arrangiamento, modo d’interpretare, niente da sentore di essere stato prodotto dopo il 1994. Avere una bella voce talvolta non è sufficiente per nulla, anzi diventa pretesto per nobilitare brani inutili, come questo.
Quattro
Dub & Affiliati – Tutto e niente
E titolo dice praticamente tutto. Brano che può sembrare carino come passare inosservato. Non lascia segno e racconta di come spesso la vita dei rapper passa vicino alla dissoluzione ed alle difficoltà infantili. Nulla che non sia già stato ampiamente sentito.
Cinque
Einar – Salutalo da parte mia
Ballata molto down, forse non proprio adattissima alla stagione. L’approccio interpretativo mette assieme Tiziano Ferro e Lorenzo Fragola, così come l’arrangiamento. Il brano non è affatto brutto però, anche se ha il limite, su due piedi, di non rendere riconoscibile Einar. Poi certo, se esplode come successo ci troveremo a dire altro.
Sei ½
Elya – Una ragazza così
“A cosa ti serve youporn quando hai una ragazza così”… Potrebbe essere un messaggio importante per le nuove generazioni che sono tutte web e poca realtà! Tutto suona un po’ Benji & Fede, compresa la contemporaneità del sound, abbastanza stereotipato.
Sei =
Eujenia – Ora
Sensazione vocale ( ma anche di brano) rock che però annaspa tra effetti elettronici che provengono addirittura dal mondo dance. Peccato perché anche la carica interpretativa avrebbe dato il suo meglio su un arrangiamento più strumentale, tosto.
Cinque ½
Fainest – Sotto questa luna
Nemmeno Caparezza ai tempi in cui si chiamava MikiMix avrebbe potuto concepire un hip hop così inutile. Un testo banalissimo con aggravante un inciso dove si canta una cosa del tipo: “sai non posso perderti sotto questa luna” !
Quattro =
Francesca Gatti – Cercasi amore
Motivo già sentito, ma non è questo il male maggiore. E’ proprio tutta un po’ vecchiotta. Sembra figlia di prodotti leggeri anni 90, alla Ambra Angiolini cantante e parlo di canzone non di voce s’intenda.
Quattro
Ghemon – Crimine emozionale
Anche Ghemon ormai è decisamente più cantante che rapper. Qui il nostro percorre strade confidential/pop, di quelle che potrebbero piacere molto ai circuiti Capital e Montecarlo. L?arrangiamento è curato e perfettamente in stile e la sua voce ha acquisito un’ampiezza che prima era un miraggio.
Sette
Grigio – Salti mortali
Base strappata dai primi anni 80, quelli addentro al fenomeno dell’italo disco. Meno la voce che invece non è così enfatizzata. Sembra quasi che si materializzano spalline e cotonature improbabili. Manca comunque un inciso sufficientemente forte.
Cinque +
Klari – La scia
Molto internazionale, sulla tipologia di alcune cantanti internazionali di moda in questo periodo. Voce particolare nelle inflessioni e dotata di un particolare modo di andare verso l’alto, raggirando l’ostacolo della nota impervia ed improvvisa, preferendo una progressiva ascesa. Brano molto easy e centrato per il mondo radio.
Sette
La Sindrome di Kessler – Cemento e nuvole
Accenti rock e controtempi ritmici per questa band alternativa non in quanto a proposta ma semplicemente per il mondo easyradio. Come consiglio diciamo che non avrei inserito la pausa ritmica, appunto, al primo inciso, passaggio dove forse il brano avrebbe meritato una maggiore forza.
Sei+
Achille Lauro & Cosmo – Angelo blu
Vari stili uniti assieme: la trap che incontra il pop sintetizzato e persino caldi ritmi di samba. Indubbiamente la produzione è centrata e nuova e rende interessante il pezzo tutto, anche se il testo , che parla di dipendenza e liberazione dalla stessa, è un po’ confuso.
Sei ½
Le Folli Arie – A better day Tomorrow
Ballata raffinata che in alcuni momenti sembra venir fuori da soavi composizioni del finire dei 60. Poi ha invece inciso che sembra strappato alle band rock/grunge dei primi 90, ripulite per dovere. Bella la variazione musicale , un po’ meno il finale con le chitarre anni 80.
Sei
Malò – Nuove sfumature
Chitarra e voce in prevalenza è l’arrangiamento scelto per questo brano, molto pop come concezione ma interpretato con una voce che fa tanto cantautorato. Ed il nostro ammette di avere la coperta corta, perché nulla che abbiamo ci sembra mai abbastanza, ma l’importante è riconoscere che si ha la voglia per riprendere quel filo dal gomitolo per dare nuove sfumature.
Sei ½
Marracash & Rkomi – Business class
Partenza e pensi subito a Bang Bang di Cher, poi si viaggia altrove. Nel cantato le voci sono lavorate in stile trap. Il tema è la fama e quindi l’agiatezza raggiunta da mettere al confronto con quando tutto questo era un sogno. Un modo per anticipare i festeggiamenti del suo primo album che compie 10 anni.
Sei
Mina – Troppe note
E’ questo il brano che sembra scritto dai cari vecchi amici Audio 2, ma così non è. Tutto però ricorda il duo napoletano, dall’arrangiamento alle linee vocali, al motivo stesso della canzone. Piacevole indubbiamente e guadagna punti nella parte musicale finale, però è come se fosse stata presa da un cassetto di Mina, chiuso anni prima.
Sei
Elena Morali – Touch me
E così l’ex pupa, l’ex naufraga, l’ex di diversi personaggi da rotocalco e persino qualche politico diventa pure cantante. Ovviamente il brano è un battitempo tra dance, pop ed una voce che non si capisce quale sia, tra effetti applicati e raddoppi. Il senso?
Quattro
Morhena – L’amore non mi basta
Pessimo arrangiamento con effetti elettronici dance pacchiani e comunque per nulla originali. Sulle basse Morhena la voce diventa poco chiara persino su disco. L’inciso recita “L’amore non mi basta, non voglio giudicare, perché mi sento male, vorrei solo capire”…cosa?
Tre
Motelnoire – 90° Fahrenheit
Tra pop e rock, abbastanza adulto come sound, ma con qualche concessione a termini di comune uso, ma indubbiamente più adolescenziale come selfie. Nel complesso si fa ascoltare, pur senza avere nessuna prerogativa per stupire.
Sei
Valerio Piccolo – Hourglass
Si gioca molto sull’atmosfera in questo brano che sembra concepito apposta per le traversate degli Stati Uniti d’America in auto, da una cosa all’altra, mentre la mente cammina e ti presente i conti dei ricordi, delle facce , delle parole che avresti dovuto dire e non hai detto. Poco radiofonica se non per orari notturni ma piacevolissima.
Sette
Remida – La canzone del secolo
Definiscono Trip Hop questo brano ma lo stile sinceramente non ce lo ritrovo granchè. Trovo invece un pop abbastanza indovinato nell’inciso e che per le strofe tende a raggaeggiare, cosa molto in voga adesso. Comunque definizioni a parte il pezzo funziona.
Sei +
Ridillo & Sam Piglia – Funkora
Per un attimo ho pensato agli Us3, quelli “Cantaloop”, almeno nell’intro. Poi entra un po’ la tipicità retrò della band ed è festa di fiati, ritmica e raddoppi vocali. Nulla di nuovo, ma un insieme di già sentiti, piacevoli, belli ma… già sentiti appunto!
Sei =
Sire – Finto
Hip hop vecchia maniera, di quello che però ti apre un po’ i ricordi, sia per arrangiamento che per intenzione. Mi ha fatto pensare alle prime cose di Neffa o Frankie Hi-Rng Mc. Anche se il rap è sano portatore di slang, qualche “e” andrebbe decisamente chiusa.
Sei
Valerio Scanu – Capovolgo il mondo
Per questo ritorno Scanu si propone con un brano che inizialmente sembra tante cose già sentite, anche nell’arrangiamento in doppia linea vocale. Le cose però migliorano grazie ad un inciso bello arioso, come finestra ampia aperta nel salone durante una mattina di sole e su cui la sua voce si muove comoda.
Sei ½
SecondaMarea – Via dell’orto
Siamo quasi nel folk che fa un po’ strano sentire interpretato da una voce da chiesa. Ed è sostanzialmente un insieme di consigli per procedere nella propria esistenza… che però viene raccontato quasi come se si stessero dando indicazioni stradali.
Quattro ½
Martina Sivilli – Immagina
Partenza molto classica e poi incalzo ritmico per nulla innovativo, prima di sfociare in un inciso melodico uptempo di quelli però da studio. La battuta non cambia mai. Il cantato è invece interessante così come il tema che parla di accettazione di se stessi. Trascurabile, finanche inutile, il finto rap.
Cinque
Stragà – Ho esaurito la paura
Lui è come gli elfi, ogni tanto rispunta fuori! Mi rimane sempre impresso il ricordo del suo esordio a Sanremo, nel 1998, dove si proponeva o voleva proporsi come cantore serio per poi stravolgere tutto qualche anno dopo, quando stupidera lo colse con “l’amore è un astronauta po po”. Anche oggi è scanzonato, pure se il brano ha una genialità sia di testo che di arrangiamento e soprattutto non è affatto sciocco.
Sei +
Luca Tarantino & Kenny Ray con Renny McLean – No fight
Buon sound, modaiolo ma sufficientemente personalizzato. Si balla e si adatta a più luoghi e momenti, dai cocktail in spiaggia alle serate in disco, a sottofondo per esercizi ginnici sul bagnasciuga. Particolarmente centrati gli innesti dei fiati.
Sei ½
Trage – Uno come me
Accetto fortemente romano, slang che ovviamente è molto on the streets. La scelta del sound però non è così scontata e gode di belle partenze ed una certa originalità hardcore. Il finale, nel momento senza base, sembra un po’ neomelodico.
Sei +
Virginio – Semplifica
Deve avere ascoltato tanto Ed Sheeran Virginio in questi ultimi anni e con lui anche Edwyn Roberts e Gianluigi Fazio che co-firmano questo pezzo del ritorno. Il brano però funziona; ti conduce bene verso un inciso semplice e atto a restare impresso. La voce è calda e profonda e del resto, da quel punto di vista, Virginio non è mai stato attaccabile.
Sei ½
Watt – Insta festa
Siamo praticamente di fronte ai Gazosa 2018 version. Loro all’epoca si esprimevano con il wwwmipiacitu, perché era il periodo della definitiva esplosione di internet in ogni casa ( parliamo del 2001 ), mentre questi qui oggi parlano di insta ( instagram ) per organizzarsi per la festa. E la cosa è irritante ora come allora.
Quattro