Settimana ricchissima di novità e come sempre il nostro Fabio Fiume le ha ascoltate per noi, per fornirci la sua seguitissima rubrica Da Oggi In Radio. Artisti noti, ritorni importanti ma anche, e come sempre, tantissimi emergenti pubblicano questa settimana i loro nuovi singoli; pronti a scoprire chi ha colpito le corde del nostro critico e chi meno?
Si ricorda che si tratta delle opinioni del solo Fabio e non dell’intera redazione di All Music Italia e che i voti espressi al termine delle minirecensioni non mettono in relazione gli artisti tra loro; essi sono attribuiti in base a come il brano ascoltato si pone in base alla carriera di chi lo propone.
Cominciamo…
Giada Agasucci – La mia Itaca
L’ex amica di Maria torna dopo qualche anno e si mostra vestita di un abito dance che non ne nasconde la potenzialità vocale, come una scollatura generosa non nasconde dei seni importanti. Il brano certo non resta, però le apre nuove possibilità e magari poi quello giusto arriverà.
Sei
Bungaro – Le previsioni della mia felicità
Bungaro è sicuramente uno di quegli artisti che non ha ottenuto quanto avrebbe meritato. Meglio gli è andata come autore, anche perché è capace di scrivere finezze melodiche come questa, tenue dedica d’amore per serenate notturne estive, condite dalla luna che si specchia nel mare. E’ una canzone che è già da sola scenografia.
Sette ½
Sergio Caputo – Scrivimi scrivimi
Mi ha fatto pensare ad alcune cose di Jovanotti, però non con la medesima forza. Caputo è un signore della nostra musica, ma qui incappa in un brano che ha una base decisamente più interessante del testo “stonacchiato” e raddoppiato vocalmente non sempre in maniera gradevole. Live però potrebbe funzionare.
Cinque
Luca Carboni – Una grande festa
Testo ironico su cosa non si può cantare perché in automatico sei tagliato fuori; e resta che devi da cantare di festa, mare, sole, bella vita per fare parte del mondo del pop. Base da studio, come spesso il nostro produce e qualche sentore qui e li di TheGiornalisti… o viceversa? Comunque il brano funziona alla grande.
Sette
Davide Caroli – Più famoso di Vasco
Cristicchi citò Antonacci, Caroli invece va dritto al re del nostro rock! Vasco però sentita questa canzone, che è un guanto di sfida, potrà dormire sogni tranquilli. Il suo regno, con questi sfidanti, resisterà intatto per almeno altri 15 anni.
Due
Lino Cericola – Ragazza di ieri
Presentata dai comunicati stampa come canzone molto estiva, in realtà sta all’estate come il fare il bagno con un montgomery addosso. Arrangiamento vecchio e voce poco distante da quella del vicino che si diletta col Canta Tu.
Tre
Moreno Delsignore – Ascoltami
Ambientazioni world, molto suonate ad interagire con una voce piena e con un bel colore personale. Tra il mistico ed il terreno il testo che in alcuni attimi sembra essere quasi una preghiera, in altri invece un dialogo tra persone e la cosa desta curiosità.
Sei ½
Filippo Ferrante – A testa in giù
Un po’ confusa sia come scelta di sound che ha nelle strofe l’elettronica che poi cede però il passo ad una strumentazione più presente per l’inciso, che per il testo che fai difficoltà a capire se si rivolge ad un amore, piuttosto che ad un figlio, piuttosto che a se stessi in alcuni passaggi. Deleterio il rap finale che è quasi forzatura modaiola.
Quattro
Max Gazzè – Una musica può fare
Ambiziosa rivisitazione orchestrale di uno dei classici della carriera del bassista. Ed i fiati vivono con alcune punteggiature elettroniche che in sé la versione originale aveva. Rispettata e resa opulenta e pertanto lontana dal mondo radio.
Sei ( politico )
Giorè – Bene o male
Più interessante la voce che la canzone proposta che è poggiata su un arrangiamento che puzza di stantio. E comunque la particolarità della voce si perde nelle note alte, dove tende ad assomigliare a quella dell’ex Pooh Red Canzian.
Cinque =
Hotel Monroe – L’ultima cosa che
Rock veemente che si fonde con alcune porzioni di rap. L’esempio più noto forse è per tutti quello dei Linkin Park, ma questo brano non ha la forza melodica che ad esempio avevano le composizioni più popolari della band Usa.
Cinque
Claudia La Bella – Un’ora in più
Incisione quasi amatoriale di un brano che pur per testo avrebbe qualche carta da giocarsi. La voce di Claudia poi non ha peculiarità particolari per cui essere notata, rasentando anche la stonatura in più punti. Pertanto se ciò che canti non supplisce a come lo canti il tutto può risultare finanche imbarazzante.
Tre
Mahmood – Uramaki
“Potevamo amarci in un parcheggio quando mi hai augurato il peggio!” canta così Mahmood che ha voce bella e personale che però cede qualche passo alla ridondanza di alcuni suoni scelti, elettronici e pomposi. Il brano ha un taglio internazionale così come gradevole, ma la sensazione è sempre che il giovane possa fare molto di più.
Sei+
Marzia Bi – Il mondo nei tuoi occhi
Rifacimento del brano che fu portato al successo anche in italiano da Sandy Show e che in originale era Always something there to remind me del grande Burt Bacharach. E di colpo il mondo si colora di anni 60/70, gonne a campana, fasce trai capelli. Tutto viene rispettato; d’altronde il progetto è voluto e firmato da Vince Tempera, mica l’ultimo improvvisato?
Sette
Marco Marzi & Marco Skarica – Con un deca
Ecco! Avevamo proprio necessità di una cover degli 883 e per giunta in chiave rap/dance. Fastidiosissimo il suono simil scarica elettrica scelto per l’intro del pezzo, ma ancor di più il ridondante e per nulla originale arrangiamento scelto per il proseguo.
Quattro =
Mina – Il tuo arredamento
Abito pop/rock curioso questo nuovo singolo di nostra signora della voce, che non a caso mette in mostra anche qui. Il proprio amato è qui descritto come casa, arredo e suppellettili da spolverare. Chitarre vintage nel finale di un brano che però nei suoi ghirigori vocali perpetrati, corre il rischio di raccogliere qualche sbadiglio.
Sei =
Amedeo Minghi – Tutto il tempo
Insolita infarcitura elettronica per Minghi che qui si avvicina al mondo “battiatesco” nelle strofe e invece si misura con un pop più arioso per l’inciso. Insolito si diceva… e ringiovanito nelle intenzioni a dispetto di una voce che è chiaramente talmente iconica da ricordarne anche i tanti Natali sulle spalle.
Sei+
Leonardo Monteiro – Fatto di te
Brano dalle intenzioni molto 60’s che però manca di un inciso che lasci qualcosa di melodico da ricordare e non solo una frase ad effetto come quella del titolo. Inoltre lui Monteiro è senz’altro bravo ma poco a fuoco e questa prova, così differente da quella di Sanremo, non facilita nel compito di capirne le reali potenzialità.
Quattro ½
Nuovo Corso Cafè – Babilonia
Pop di corso solito più che nuovo, per parafrasare il nome della band. Tuttavia il brano ha qualche soluzione piacevole, soprattutto nel passaggio tra strofa ed inciso che è effettivamente più potente. Però una variazione degna di nota, come buon pezzo pop vorrebbe, era d’obbligo e qui non c’è.
Cinque
Raige – Tutto ok
Torna a rappare Raige dopo le esperienze un po’ più cantate; non che qui non si diletti con qualche nota di fila, ma indubbiamente è un attimo un passo più verso le origini. Ne viene fuori un pezzo simpatico, che non passa alla storia ma si lascia canticchiare e ballicchiare e tutto sommato, ad oggi, questo è il suo compito.
Sei
Secondamarea – Petrolio
Non si può concepire una canzone pop senza un inciso! E’ come cucinare un piatto di brodo di carne senza metterci la carne. Peggio è poi se l’inciso c’è ma è meno potente della strofa, ripiega su se stesso. E’ come se il brodo fosse senza nemmeno gli odori. Acqua colorata.
Quattro
Stereo Gazette – Canzone per me
Proposta filodance elettronica che ruba più di un’ intuizione d’arrangiamento da successi dell’anno scorso o forse due, Kygo in testa. La prevedibilità data dalle similitudini rende il pezzo piacevole ad orecchio, ma l’originalità risiede altrove.
Cinque ½
Veronika – Non ci sarò
Quanta vecchiaia in una canzone sola! Non esplode mai e l’unico richiamo all’attenzione è dato dalla scelta di arrangiare la voce nell’inciso come se lo si cantasse in una caverna. Troppo poco per emergere.
Quattro
Vivienne & Lowjohn – La dedico a te
Intenzioni funky ma troppi richiami a cose già sentite nell’arrangiamento. La voce è interessante ma sembra slegata dalla base e la canzone, già non certo da premio letterario, ne risente.
Cinque