4 Marzo 2022
di Interviste, Recensioni
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4 Marzo 2022

Le pagelle ai nuovi singoli italiani in uscita il 4 marzo 2022: la Voce di Matteo Bocelli, la sensibilità di Federico Baroni e le voci della coppia Meta / Sangiorgi

Questa settimana anche il ritorno di un'artista di Sanremo 2022 che continua a non convincere il nostro critico musicale

Pagelle nuovi singoli 4 marzo 2022
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Pagelle Nuovi singoli italiani in uscita il 4 marzo 2022 a cura da Fabio Fiume.

Settimana abbastanza buona per le nuove uscite, con diverse proposte, anche giovani, che passano agevolmente il mio personalissimo turno. Tornano anche alcuni big approfittando dei primi posti liberati dai partecipanti a Sanremo. La strada per avere proprio tutto il percorso sgombero è ancora lunga, fortunatamente per la nostra manifestazione più importante, ma se non altro si inizia a vedere qualche spiraglio per tutti gli altri.

Ricordo che i voti numerici espressi alla fine delle minirecensioni, non correlazionano in alcun modo artisti diversi fra loro. Essi sono attribuiti in base alla carriera di chi propone il pezzo giudicato e a come questo si pone nel percorso dell’artista stesso.

Partiamo subito con le prime pagelle nuovi singoli italiani del 4 marzo.

2nd Roof, J-Ax & Nstasia – Lost

Ballata internazionale che poteva far parte di un album qualsiasi di una qualsiasi delle vedette d’oltreoceano. J-Ax è intervenuto nel progetto con le sue barre per renderlo appetibile per il nostro mercato, dove, probabilmente, il pezzo si sarebbe confuso fra la marea di nuove uscite che arrivano in radio. C’è un messaggio che vuole lottare, denunciare una società che punta sempre più sull’apparire che sull’essere. L’insieme è gradevole ma non produce sussulti.
Sei


Alfa – Parigi

Musicalmente, come è partito il pezzo, ho pensato agli Of Monster And Men. E non è l’unica assonanza del pezzo; anche quel uh uh u u viene da altre cose. Nonostante questo non riesco ad essere negativo con Alfa, perché trovo che questo pezzo sia un buon passo avanti rispetto al recente passato. Trovo che l’artista abbia cercato di andare incontro alla musica, provare ad esplorare degli arrangiamenti che vanno oltre un bit sintetizzato e qualche arpeggio di chitarra. Quindi bene. Ora il prossimo step è risultare originale. Per il momento apprezzo lo sforzo.
Sei


Matteo Alieno – Giovani vecchi

C’è fondamentalmente la voglia di ballare che emerge dall’arrangiamento di questo pezzo, che sciolina velocemente parole per arrivare poi a quel che certamente non esce dalla testa e che è l’uno, due, tre dell’inciso. E se deve emergere la giovialità dell’essere giovane, questi non piò non fare i conti con quel verso cui si scontra, cioè un mondo non lasciato proprio in ottimo stato. Giovani si, ma con dei pensieri.
Sei+


Federico Baroni – Chilometri

Omaggio sentito ad un amico che non c’è più, quel Michele Merlo scomparso l’estate scorsa in maniera fulminante, quando avrebbe avuto ancora tanto da dare alla musica, a se stesso, alla vita. Non c’è nulla di diretto, nessun riferimento preciso e questa è l’intelligenza. La dedica è infatti all’essere artista, ai tanti chilometri che si devono macinare, anche in senso figurato, perché le proprie note arrivino a destinazione. Era un percorso che Federico e Michele facevano assieme e che adesso è una dedica che vola verso il cielo.
Sette


Matteo Bocelli – Dimmi

Già proposta in spagnolo questa canzone sottolinea nuovamente che bella voce, profonda, piena abbia Matteo, che non percorre la strada di papà ma si propone con sonorità che non hanno nulla da invidiare ai più famosi cantautori latini, anzi. Molto buona anche la naturalezza per le virate in falsetto, con la voce che mantiene la stessa qualità.

Matteo farà strada e non per il cognome importante, ma proprio per la bellezza di una voce che non può lasciare indifferente, soprattutto se, come in questo caso, la canzone ( firmata anche da Mahmood ) è giustissima a valorizzarne le peculiarità.
Sette

Bresh – Andrea

Guadagna forza la proposta di Bresh, figlio delle mode del momento che vogliono il rap “modificato” in trap, ma con una sua personalità che non lo fa cadere in già sentiti oppure, peggio ancora, in testi qualunquisti e da status sociale. Costituisce un neo invece la solita questione degli accenti messi a caso, anche se, devo ammettere, uno in particolare che mi ha fatto sorridere non poco, sulla parola tovagliolo.
Sei


Achille Lauro – Stripper

C’è una crescita che porta verso un inciso che potrebbe suonare persino punk, anche se per reggere questo tipo d’inciso, la voce dovrebbe uscire più potente. E non dico nel senso della precisione, anzi, intendo proprio come volume, potenza, pure se sregolata, stracciata. Si gioca con le ambiguità e sicuramente Lauro sa porsi sopra a tutto questo senza mai finire con entrambi i piedi dentro. E’ il suo senso artistico che viene fuori, che racconta mondi che si muovono tra malattia e guarigione, tra peccato ed assoluzione, tra perversioni e sentimenti. Sicuramente un passo avanti rispetto alle ripetizioni sanremesi. Ed allora perché non portare questo pezzo a Sanremo? Mah.
Sei 1/2


Le Tendenze – Solo chiacchiere ( bla bla bla )

Parte benissimo dal punto di vista musicale, con una bella presenza di vari linguaggi: pop, funk, hip hop, elettronica. Poi l’inciso banalizza un po’ il tutto con quelle chitarre così primi anni 90, e peggio fa il testo scemotto, non per la storia in sé, ma per la scelta di come spigarla, con quali parole. Tuttavia è uno di quei pezzi che se sorretti da un buon battage radiofonico, può camminare, fare strada.
Cinque 1/2


Sara Loreni – Cavalco la tigre

Pezzo elettronico che vive prevalentemente di atmosfere. La voce di Sara è leggera e sognante e ben si sposa alla cosa. Il controtempo del pezzo quando entra l’inciso è un buon intermezzo che però poteva essere sorretto da un testo che dicesse qualcosa di più significativo di Cavalco la tigre, cavalco la tigre fino al Myanmmar– A volte si dovrebbe riflettere sul mantenere alta la tensione in un testo, senza banalizzare con un banale riempitivo. Comunque accettabile, ma poteva andare anche oltre.
Sei

Mandark – Umano

Voce acerba, effettata in maniera anche fastidiosa, tanto che nell’inciso tali effetti diventano addirittura ridondanti, non permettendo di capire le parole. Il testo, seppur un po’ giovanilistico, rispetta comunque l’età del nostro. Forse avrebbero dovuto lavorare meno di moda, cioè di questa propensione ad effettarsi.
Quattro 1/2


Marracash & Calcutta – Laura ad honorem

Tra le tante buone cose nell’ultimo disco di Marra, probabilmente non avrei scelto questo pezzo come secondo singolo. Il testo è senz’altro buono, siamo chiari. Il rapper ( che definire tale oggi è davvero riduttivo ) premia in parole tutti quelli che nonostante le difficoltà di una vita in salita, abbiano ottenuto risultati importanti.

Il discorso mio è più sulla resa canzone; il brano è un po’ noioso nelle strofe mentre per l’inciso, trovo la voce di Calcutta stridere con le alture che deve raggiungere e restare protagonista in mezzo a tutte le enfatizzazioni della base. Insomma, avrei scelto altro perché il disco ha tanto da dare.
Sei=


Ana Mena – Quando la noche arriba

Se un pezzo è brutto è brutto, anche se cambi la lingua in cui lo canti. Ana Mena dopo aver portato sul palco dell’Ariston Duecentomila Ore arrangiato per le sagre di paese, con un testo fatto da pensierini slegati fra loro, adesso ce lo propone in spagnolo per affrontare l’estate. E potrebbe persino andare bene, quello è il dramma. Se penso alla cassa zum pappà di questo pezzo preferisco l’invasione della cavallette in estate!
Quattro


Ermal Meta & Giuliano Sangiorgi – Una cosa più grande

Incontro di voci che, se uno ci pensa, potevano avere più di un punto d’incontro. Sicuramente riconoscibili entrambe ad esempio e con una spiccata propensione al falsetto che entrambi hanno potente e soprattutto bello, non fastidioso. Pezzo che gode di pause e ripartenze, belle armonizzazioni tra i due e giochi di parte, sovrapposizioni per raccontare quanto, a volte, dietro ad un banale ciao possiamo comunicare che dell’altro ci importa veramente. Bella.
Sette 1/2


Nicol – Decimo senso

Sicuramente è una scelta quella di proporsi con arrangiamenti vocali trap, perché solo così riesco a spiegarmi perché una che sa cantare scelga di modificarsi la voce! Pezzo che ha due anime, una più intima dove viene fuori, nonostante gli effetti, la bella fibra della nostra Nicol, e poi un inciso che diventa più battaglia da dancefloor, dove però si perde un po’ la bella pasta vocale. Il pezzo giunge carino ad orecchio ma non trascendentale.
Sei


Palmitessa – Follia

L’impertinenza vocale mi ha ricordato una giovane Avril Lavigne. La base serrata, con qualche momento che porta addirittura su territori reggae, ben supporta il testo che racconta di un amore che non è chiaro; potrebbe non essere tale, ma solo una propulsione folle che pone la nostra vocalist dinanzi alla scelta se restare e goderne oppure scappare via. Duo da tenere sott’occhio.
Sette+


Pianista Indie – La droga

Si può essere fondamentalmente classici ma risultare comunque moderni? Trovate chi è che oggi infatti si propone in questa modalità fatta esclusivamente di piano, voce e poco altro. E si canta un vero e proprio essere, tante parole, tutte pronunciate pacatamente, chiare, che non puoi perdere nessuna delle parole. Le cattive abitudini le abbiamo avute tutti e fondamentalmente siamo solo noi che possiamo decidere quando concederci un cambio di marcia. Non mi dire cosa fare, non lo farò mai canta. Interessante.
Sette


Santachiara – Felicità artificiale

Originalissima proposta che sceglie di viaggiare su un registro basso, non inteso come tonalità ma come potenza della musica. Ciò che si vuole raccontare viene proposto con un accompagnamento minimal fatto di clap, una battuta ritmica synth e un’armonizzazione che non è più di un accordo di tastiera. Eppure il pezzo appare completo, riuscendo a comunicare esattamente tutta l’esigenza di andare altrove, di staccarsi dalle apatia giornaliere, di saltare.
Sette


Marta Tenaglia – Chi può

Proposta da ha una sua appetibilità ed una potenza da club notturno. Mi lascia sconcertato però il fatto che nel momento in cui la canzone prende quota venga d’improvviso troncata. Restano un paio di strofe che si ripetono metricamente sulla stessa base ed un inciso che varia il giro di note ripetuto ma che poi non evolve in nulla. Peccato.
Quattro 1/2

Tiromancino – Questa terra bellissima

Atmosfere country nel nuovo singolo dei Tiromancino, unite alla spiccata melodia ed anche una certa malinconia di cui la band di Federico Zampaglione è sempre sana portatrice. E’ una lode a quel che ci circonda, che spesso nemmeno consideriamo e che invece è proprio nel suo insieme la nostra stessa ragione di vita. Arriva il messaggio chiaro soprattutto grazie alla voce proprio di Federico; arriva dritta, pacata, senza velleità di primeggiare ma assolutamente ben mixata in tutto il contesto. Messaggio importantissimo.
Sette 1/2


Cyrus Yung – Cartier

Sonorità pop con qualche richiamo anni 90, che però viene poi proposta con un cantato irruente, che poco si controlla nell’inciso. Ne guadagna il messaggio di un amore che vuole essere superiore, che tutto prende, e che chiama un romanticismo un po’ inusuale di questi tempi. Buona la costruzione, la forma canzone. Il consiglio è trovare però una maniera per essere incisivo senza strillare, perché se le cose vanno bene, come auguro, e s’iniziano a fare dei tour, delle serate ripetute, la voce va via se non se ne ha controllo e cura.
Sei 1/2