Pagelle nuovi singoli 2 luglio 2021 a cura di Fabio Fiume.
Il caldo che attanaglia l’Italia in questi giorni ha indubbiamente favorito uscite ancora “tremendamente” estive, dove nell’usare il termine tremendo, sono decisamente buono.
Molte cose che ho ascoltato questa settimana ho preferito persino non inserirle in pagella, perché sarebbero volati diversi tre; diciamo che mi è sembrato di sentire molte canzoni uguali, cantate da voci diverse.
Qualcosa di buono comunque è anche venuto fuori ed è qui riportato. Approfitto per inserire in pagella il ritorno di Lorenzo Fragola, uscito in realtà settimana scorsa, ma arrivatomi inspiegabilmente in ritardo. Partiamo subito…
Alfa con Drast & Olly – Bevo tutta la notte
Spinge sull’acceleratore per questo nuovo singolo Alfa, concedendosi una propensione verso il rock che però appare troppo vicino ad alcune cose d’inizio anni 2000 e quindi portatore di un acre odore di naftalina. Oltre modo ancora una volta l’artista spiazza non permettendo di essere incasellato; la cosa sarebbe anche ottima ma solo quando sorretta da buone canzoni. Questa è piuttosto modesta.
Quattro ½
Arisa – Psyco
Come da titolo, in questa canzone Arisa è decisamente l’alterego di se stessa, di quella che appena due mesi fa cantava una cosa classica come Ortica. Una schizofrenia musicale che l’artista lucana ha già però dimostrato di saper usare a proprio favore riuscendo comunque bene nei diversi approcci. L’aiuta una voce che le ha sempre permesso evoluzioni particolari, che non appare stonata nelle varie misure con cui lei stessa decide di porla. Qui si lavora molto di effetti ed il classico è di colpo moderno. Le cose ottime sono lontane ma il risultato è di sicuro pienamente sufficiente.
Sei ½
Bianca Atzei, Boss Som & Seryo – Straniero
Si scherza un po’ sul successo che fu Alghero di Giuni Russo, in questo pezzo che però ha decisamente meno possibilità di restare come quello e non perché brutto. La produzione è infatti molto curata, la voce di Bianca meno spigolosa del solito, ammorbidita nell’inciso da riprese vocali che ne variegano il colore. Piuttosto è l’innesto rap abbastanza inutile; toglie spazio ad una possibilità di crescita del pezzo, che al fine diventa un vorrei ma non posso.
Cinque ½
Azzurra – Vongole
Proposta originale nell’esposizione vocale e nel testo, divertente ma anche portatore di una morale. Lo è un po’ meno dal punto di vista musicale, che viene presentato come indie, ma è decisamente più vicino al pop, come gran parte delle cose definite indie negli ultimi anni. Comunque, che sia pop o indie, la proposta è comunque accettabile ed il resto poco importa.
Sei
Joe Barbieri – Niente di grave
Andamento nostalgico per questo pezzo che sembra così lontano nel tempo, proprio per costruzione. Tanti strumenti oggi sembra quasi un’eresia trovarli in un disco intero, figurarsi in un’unica canzone. Barbieri parla dell’amore che ti ferma il tempo, i pensieri, tutto il resto, con una delicatezza orchestrale che ha pochi emuli attualmente. Ed il diverso lo noti, soprattutto se hai tempo di ascoltare.
Sette
Adam Baster – Ninna Nanna
Proposta trap su base dance piuttosto carica e giocata prevalentemente sui bassi. Si racconta di vita notturna squarciata dai lampeggianti di polizia alla ricerca di chissà quale dissoluzione. La troverà? Il tutto comunque è troppo breve e termina nel momento in cui sarebbe stata naturale un’evoluzione del pezzo. Naturale e necessaria.
Cinque
Biondo & Shade – Garcon
Unione di forze per produrre un pezzo nell’insieme ascoltabile. Credibile Biondo che qui usa toni più scuri del solito mentre Shade, per una volta è meno allegro, meno fatuo. Si racconta di una relazione che non è andata benissimo, soprattutto perché la lei di turno ( qualche supposizione si può pure fare… ) era interessata più che altro a finire sui giornali. “Mi hai venduto a un magazine” dice l’ex trapper oggi più votato al pop e credo abbia detto tutto. Non è il pezzo della vita, però…
Sei
Camille Cabaltera – Sete
Prima incisione in italiano e con un brano che è facile immaginare, forse ancor di più in inglese. Camille gioca con la voce e riesce ad assumere sfumature diverse tanto che a volte sembra che ci siano almeno due cantanti. C’è completa assenza però di strumenti e ad esempio un basso avrebbe supportato meglio le note più basse dell’artista, espresse soprattutto nel simil rap, molto simil, poco rap. Accettabile nell’insieme.
Sei
Entics & Bizzarri – Top player
Il basso guida una base che nonostante non sia molto piena, ed anche per nulla originale, proprio grazie a questo strumento riesce ad avere corpo. Entics cresce e si sposta più in direzione pop e verso un cantato vero e proprio, non fatto di grandi linee melodiche ma, almeno in questo caso, efficace e orecchiabile.
Sei
Loredana Errore – Madrid non va a dormire
Sarò che ho visitato piuttosto recentemente Madrid ( poco prima dell’esplosione della pandemia ) e l’ho trovata stupenda, mi trovo d’accordo con il racconto, per quanto vestito in maniera estiva e leggera, della Errore. Arriva un concetto di vita che Madrid effettivamente vive, di notti che sono piene di gente, luci, e positività nell’aria. Nel suo la cantante qui esce dal suo solito interpretare in maniera teatrale la canzone, facilitata anche dalla tematica estiva. Qui è al servizio della canzone, come è giusto che sia.
Sei +
Romina Falconi – Magari vivi
Dopo Magari Muori, singolo di un paio d’estati fa, adesso la Falconi pubblica il contraltare, scritta con Roberto Casalino. Il risultato è un irriverente inseguimento verso una fortuna che si rifiuta di baciarci, fra quello che ti cammina a fianco e trova 100€ per terra mentre tu inciampi in una buca.
Ritmo che incalza, figlio di richiami latini lontani, non quelli di questi periodi su cui Romina ha sempre il suo fare da diva dissacrante, che porta avanti con forza, dedizione e “cXXXo”, dovrebbero accorgersene, no?
Sette
Lorenzo Fragola & The Kolors – Solero
Mancava da un po’ Lorenzo e qui torna supportato musicalmente dai più presenti Kolors di Stash. E trova su ritmi quasi funky una nuova maniera di stare in musica, sviluppando i falsetti e bilanciandoli con punti di forza vocale. Unico neo è la conclusione tronca; avrei lasciato proseguire il sound, mandandolo magari a scalare to fade, anziché dare un taglio cosi netto.
Sei
Max Gazzè & Greta Zuccoli – Il vero amore
Resterò sempre arrabbiato per la scelta sanremese quest’anno di Gazzè, considerando poi i singoli fatti uscire dopo. Qui c’è un sapore di anni 60, potente, fra beat e shake. Sarebbe stata l’ennesima zampata originale del cantautore romano, adesso coadiuvato dalla Zuccoli, interessante voce di questi ultimi periodi a cui però manca ancore il pezzo distintivo. La prossima volta, prima di scegliere il pezzo da mandare, mi chiami Max?
Sette
Ginnasio – Zanzare
Quel che resta di questo ironico brano sono le chitarre arrangiate in chiave 70 e che reggono interamente la base. Non si capisce la durata di due primi poco più che tondi. Nemmeno le canzoni dello Zecchino d’oro durano meno; siamo a livello di spot pubblicitario.
Quattro
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