pagelle nuovi singoli 10 marzo 2023
Rondodasosa – New York
Con il sentore in sottofondo di Right Here Right Now di Fatboy Slim, Rondodasosa si dichiara tornato, ma quel che ha portato non è nulla di nuovo. Si muove fra le brutture che sceglie di cantare, la pesantezza di sentire uno perennemente incazzato col mondo, che rivendica quel che è suo. Piacerà, piacerà pure molto, ma io non riesco proprio ad ascoltare questo mood, a farmi mettere di malumore da ciò che ascolto. La vita già ha le sue difficoltà!
Tre
⭐⭐⭐
Hal Quartier – Ridere
Che brutto l’effetto “flattante” sulla voce, per un pezzo che ha la pecca di non conoscere cambi nel tempo, restando uguale da inizio a fine. Gli accenti invertiti qui sono proprio una scelta, anche perché in molti momenti potevano essere lasciati giusti. E se è scelta stilistica qualcuno gli dica che è davvero brutta.
Quattro
⭐⭐⭐⭐
Don Pero – Sere nere
Leggendo il titolo ho quasi temuto si trattasse di una cover e questo perché già Tiziano Ferro è abbastanza intoccabile, figuriamoci poi con uno dei pezzi più iconici. Invece diamo di fronte ad un brano contemporaneo, con effetti autotune sparati lungo tutto il pezzo. Il prodotto è sicuramente più educato rispetto alle sere nere che in genere ci vengono raccontate nelle vite di quartiere, ma è anche vero che non sembra ne per arrangiamento, che per motivo proprio, nulla di nuovo. Inoltre non si sviluppa, terminando dopo appena due giri di strofe ed inciso.
Quattro
⭐⭐⭐⭐
Claudym – Joanne
Non tutte le parole sono chiarissime; è proprio il modo di proporle dell’artista che però di positivo ha una bella dolcezza vocale che però, al contempo, tradisce anche la possibilità di poter fraseggiare con potenza. Il pezzo, a dire il vero, è un po’ noiosetto, anche se almeno arriva più pieno dal punto di vista musicale rispetto a quel che siamo abituati a sentire oggigiorno. La noia sopraggiunge perché l’inciso porge tutte le frasi in maniera cantilenata, senza accenti che arrivino a dare un po’ di ritmo, a vivacizzare il tutto. Al di là del brano in se, comunque l’artista è da tenere sott’occhio.
Cinque
⭐⭐⭐⭐⭐
Sala – Di tutte le cose che amo
La linea melodica delle strofe del brano è particolarmente ipnotica; ricorda molto quelle composizioni confidenziali a cavallo fra gli anni 60 e 70, che magari tornavano utili anche come sigla finale di uno show tv, e titoli di coda a scorrere. Mi lascia però un po’ perplesso la realizzazione della base. Trovo che il pezzo avrebbe meritato una strumentazione più reale, meno echi, meno questo sentore ovattato, quasi da carillon, in cui solo l’innesto di fiati riporta il tutto più a terra. Inciso melodicamente più noioso delle strofe.
Cinque
⭐⭐⭐⭐⭐
Cannella & Peter White – Illumina
Se le strofe di questo pezzo, palleggiate fra le due voci, si lasciano seguire come una storia raccontata che vuoi sapere come va a finire, delude decisamente l’inciso che, per arrangiamento, appare scontato. La battuta ritmica, enfatizzata in mezzo agli echi, è qualcosa che sta nemmeno troppo lentamente a diventare deleteria nei pezzi pop attuali. E’ un ripetersi di qualcosa che, per iscritto, non è bello. Torniamo a metterci una batteria vera o almeno a cercare un suono meno ridondante e soprattutto meno sentito? Si guadagnano comunque punti con lo special che invece è giocato ad incastonarsi nella ripetizione dell’inciso.
Cinque 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐✨
Drama, Patrik – La canzone più bella
Miscuglio di stili in questo brano che rinnova la collaborazione fra i due giovani artisti. C’è un’intenzione pop, qualche interazione punk/rock e una naturale contaminazione urban, da cui si pesca soprattutto l’utilizzo di effetti sulla voce. L’effetto è easy, molto giovanilistico nel contenuto, ma proporzionato all’età dei nostri ed al tipo di pubblico a cui si rivolgono. Non passano alla storia, al momento, ma già il fatto che non seguano il gregge permette loro di avere un perché di partenza. Poi staremo a vedere.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Marsica – Ma che vuò
Nuovo singolo per la cantautrice napoletana che qui gioca a raccontare un amore finito che però non ne vuol sapere d’arrendersi e torna alla carica, trovando però la porta sbattuta in faccia. Marsica sceglie però la strada dell’easy pop, con sfumature latine per spiegare la scelta di non voler tornare sui propri passi, preferendola ad una più naturale melodrammaticità che l’argomento avrebbe richiesto. Meno incisiva che in altre sue produzioni, sempre personale nella scelta interpretativa.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Laura Pausini – Un buon inizio
Strano questo ritorno di Laura dopo un’assenza di ben 5 anni. La scelta del brano che arriva ad anticipare largamente il nuovo lavoro, cade su questo pezzo firmato assieme a Riccardo dei Pinguini Tattici Nucleari e ce la fa ritrovare sicuramente radiofonica, ma anche messa alla prova da una scrittura più moderna, incalzante, che tiene meno conto della bella nota lunga, o della possibilità di addolcire l’interpretazione, come da sua caratteristica.
Ne esce alla fine una canzone sicuramente diversa, che in comune con la sua produzione mantiene solo la matrice pop. Lei tiene ma non primeggia, cambia, cosa questa mai disdicevole, ma forse lascia per strada un po’ della sua forza, delle sue peculiarità. Non disdicevole ma nemmeno peculiare, mi lascia la voglia di capire dove la porta questo nuovo percorso. Aspettiamo, insomma.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Shade – Lunatica
Trovo carinissimo a livello di motivetto da canticchiare questo nuovo singolo di Shade, che si propone easy come da sua caratteristica, ma scostandosi da realtà rap/trap che a dire il vero lo hanno sempre visto ai margini ma mai troppo lontano per non considerarlo parte del genere. La “scanzonatura” di questo brano gli permette anche di appoggiarsi cantando per davvero, mostrando certo un piccolissimo campionario di note, ma che almeno sono note.
Non mancano certo delle brutture come l’orrendo accento modificato sul verbo sbandare al centro dell’inciso, soprattutto considerando che con un po’ d’applicazione e qualche piccolo accorgimento lo si poteva mantenere nel testo pur senza deturparne la pronuncia. E poi ci sarebbe stata qualche pausa musicale da inserire, senza considerare le canzoni sempre come una corsa ad ostacoli dove mai prendere il fiato pur di stare dentro i due minuti e mezzo o poco più.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
dile – Marciapiedi
Ballata sincera, di quelle corpose, ed il corpo glielo da un testo genuino, realistico, con frasi che si pensano quando provi passione per qualcuno, ma anche per la voce che è porosa, non perfetta ma personale. La chitarra regge il brano dal punto di vista musicale, anche se avrei indurito maggiormente la ritmica, batteria e basso, per spostarla maggiormente verso un confine rock.
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
Jacopo Sol – Dormi
Devo dire che mi piace il doppio approccio con cui l’artista si propone, sia dal punto di vista musicale che vocale. Il brano infatti ha una lettura urban/pop nel sound con una dolcezza fornita nell’interpretazione, delicata, soffiata quasi per poi virare verso un’altra di valenza più rock come istintività e propulsione vocale. Da tenere d’occhio il senso di completezza dei brani e vincere la battaglia dello stare a tutti i costi nei 2 minuti e mezzo, se il brano ha bisogno di un paio di passaggi in più.
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
Clicca in basso su continua per la seconda e ultima parte delle pagelle nuovi singoli del 10 marzo 2023.