Nesli & Hanami – Ancora tu
Pezzo di un amore lontano, quando però la lontananza ha finito di sgranare un sentimento che ormai aveva già aveva dato segni di cedimento. Il ritorno dell’artista passa anche per la collaborazione con questa giovanissima vocalist, che interviene negli incisi a donare un altro colore rispetto a quello dell’artista marchigiano. E se si chiudono gli occhi e si vedono altri luoghi, altri posti, altri volti, bisogna avere il coraggio di dirselo. Non sempre è facile, ma Nesli ha sempre avuto il dono di scrivere testi che sanno spiegarsi, che sanno spiegarlo.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Recidivo & Jenny B – Lita
Partiamo dall’enorme piacere che fa riascoltare la voce di Jenny B, una delle più belle venute fuori nei primi anni 2000 e poi, per strani meccanismi incapibili, tagliata fuori dai circuiti che contano. Qui l’artista arriva in appoggio del rapper Recidivo per una canzone che trova, grazie alla sua voce, una contaminazione soul che riporta la proposta con la mente a metà anni 90.
Recidivo rappa in maniera pacata, ricordando ad esempio una modalità che fu propria di artisti come Neffa. Il pezzo ha un testo importante sullo sfruttamento femminile, il tutto però trattato senza perdere di vista la forma canzone. In tal modo l’argomento arriva, però ha la possibilità di non invecchiare subito, come spesso avviene con i brani di denuncia.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Roshelle – Nella tana del mostro
Sempre interessante e variegato il percorso di Roshelle, che quasi mi stupisce che ancora non abbia trovato un appoggio radio importante ed un seguito più convincente di quello fin qui raccolto. Il pezzo qui proposto rinuncia a ritmi serrati spesso cavalcati per giocare più d’interpretazione, cambi registro complicati, spesso nella stessa frase. Forte sempre comunque l’internazionalità della proposta, anche se la base ha poca originalità.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Francesco Renga & Nek – L’infinito più o meno
Brano pieno d’atmosfera, che mette i due artisti/amici sullo stesso pianerottolo, quello della paternità, che cambia tutto nella vita. E ci sono dita che indicano le stelle, stracci che si trasformano in aquiloni da far volare e le piccole cose che diventano l’infinito… più o meno. C’è tanto mestiere in questo pezzo, scritto con intelligenza ed il garbo di non essere scontati nelle parole scelte. Ma c’è anche tanta credibilità nell’interpretazione dei due cantautori, qui solo interpreti appunto, che si fanno voce in musica di un sentimento che saprebbero ben spiegare anche davanti ad una birra o seduti su una panchina. Ha il suo perché.
Sette +
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐+
E chiudiamo con la Golden song della settimana e sono due brani a pari merito.
Gazzelle – Idem
Il cantautore romano scrive una ballata mid tempo, retta da una chitarra, alcuni effetti che creano spazio come contorno ad una voce invece si caratteristica e riconoscibile ma anche estremamente corposa e poco educata. Si racconta in maniera originale un amore totalitario, pieno, che sarebbe capace di vincere mille tsunami, il ritorno dei tirannosauri, la fine del mondo. Particolare lo special che è raccontato anziché cantato e che candidamente ammette di quanto, una volta trovato l’amore giusto, si sia perso di sé stessi in quelli sbagliati prima.
Sette 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
Santoianni – Laureanda
Particolare pezzo che unisce un certo filone cantautorale, che in alcuni passaggi mi ha ricordato Niccolò Fabi, con un retrogusto che arriva dagli anni 80, una coralità calda e arricchente e dei suoni cercati per condire la chitarra di base. Anche l’approccio vocale permette all’artista di mostrarsi con diversi colori, fra le sue caratteristiche note gravi ma anche con spinte verso il falsetto. Suona nuova per lui o per lo meno come convincente variazione su tema.
Sette 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨
