Neima Ezza – Avanti
Non è certo nulla di nuova dal punto di vista del sound Neima Ezza, eppure ammetto che con questa nuova “Avanti” mi ha colpito. L’artista urban è riuscito infatti a raccontare delle sue verità in maniera molto diretta, senza enfatizzazioni da bullo di periferia. E le sue verità sono anche di difficoltà quotidiane che vincono la leggerezza degli anni verdi con armi quali depressioni, malattie di persone a te care che indubbiamente ti fanno scricchiolare la terra sotto ai piedi. Però con questa profondità il giovane rapper può alzare la testa e chissà, regalare magari anche qualche gioia alle persone che ama.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Fabrizio Moro – Tutta la voglia di vivere
Base che cresce in maniera ansiolitica ma che viene dominata da Fabrizio che qui canta pienamente, con grande presenza come sempre ma senza cedere al vizio d’urlare. C’è un approccio molto rock unito ad una sapienza melodicamente pop nel brano che, però, non delude le aspettative di nessuna frangia d’ascoltatore, risultando esaustivo per entrambi i generi musicali. Fabrizio gioca di mestiere, sottraendosi dove serve e questo aiuta perché la sua voce, così identificatrice, corre sempre quel rischio di far sembrare le canzoni tutte uguali. Questa però assolutamente no.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Jacopo Ratini – Carta da parati
L’attesa di un figlio che per una madre è cosa naturale, qualcosa che prende forma dentro, da una parte di te, per un padre invece è tutto un discorso d’attese, di domande su come sarà. Ratini racconta di questo tempo con la sua solita intelligenza che unisce parole semplici che spiegano grandi verità e senso melodico leggero, che non ha vergogna di risultare pop, laddove questo termine non fa rima con stupido di certo. Il risultato è sognante con la speranza di poter toccare quel sogno, senza cadere in stucchevolezze prevedibili.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Disco Club Paradiso – Ti riempirò di like
Visti già all’ultimo X Factor, la band si ripropone con le sue peculiarità che risiedono nell’originalità dell’arrangiamento, sia dal punto vocale che da quello musicale, dove ci sono innesti di strumenti inusuali. Il risultato è un easy listening non usuale, che ha diverse reprise dal passato ma che oggi non trova emuli o riferimenti così evidenti. Molto buono.
Sette +
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐+
Ilaria – Mare
Potrebbe sembrare un fuori contesto, fuori tempo massimo questo pezzo che è lontanissimo da ogni moda da generazione z. Invece Ilaria cerca più sapientemente una sua strada, qualcosa che la differisca ed indubbiamente il linguaggio musicale usato per questo suo singolo non somiglia a nulla di attualmente in giro. E’ un pezzo pieno vocalmente che gioca sulle atmosfere, con un effetto slow, come se chi sta cantando stesse pensando a cosa dire, come se stesse discutendo, si stesse spiegando. Bello il finale fra fiati e rumori di ferri vecchi.
Sette+
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐+
Antonio Maggio – Una formalità
Pezzo molto intenso, pieno di delicatezza nell’interpretazione e profondità nel testo che ragiona sul tempo, su cosa questo faccia all’amore e su come per ognuno cammini in maniera assolutamente diversa. E diventa una formalità, qualcosa a cui cerchiamo di rapportarci ma che poi spesso nemmeno ci serve, perché ognuno ha il suo. Artista molto maturato, che sa maneggiare la musica, servirsene come qualcosa di meravigliosamente completo, pieno, senza accettare facili surrogati da studio. Perché pure la musica non è una formalità.
Otto+
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐+