Pagelle nuovi singoli italiani in uscita venerdì 25 marzo 2022 a cura del critico musicale Fabio Fiume.
Settimana particolarmente ricca, che mi ha richiesto ( causa impegni personali ) qualche attimo in più per lanciare le pagelle settimanali.
E’ d’obbligo una precisazione per evitare che mi arrivino email insulto perché qualche superbig ha preso un voto più basso di qualche artista che non ha tale background.
Ricordo allora che i voti non mettono in correlazione gli artisti fra loro; ergo, il sette dato ad uno non si pone in scala con un cinque dato all’altro. Esentatevi quindi dalla solita email in cui scrivere: “come hai potuto dare un voto più basso a tizio rispetto a caio“? Il voto dato a caio è in base alla carriera di caio, non a quella di tizio.
Faccio anche nome, così mi spiego meglio una volta per tutte: se ho dato sei al pezzo nuovo di Vasco è perché lo trovo medio rispetto ai tantissimi miracoli di cui è piena la sua carriera e non scadente come qualche ciofeca che pur c’è; poche per sua fortuna, ma qualcuna c’è. Questo voto non c’entra nulla col 7 dato a Sangiovanni che lo becca perché in una carriera fin qui leggerotta, piena di brani easy, modaioli, che tendevano a ripetersi e a non aggiungere nulla rispetto al nastro di partenza, ha qui fatto un netto passo avanti, con un brano più intimo, più profondo, che gli può concedere l’attenzione di altri palati musicali e non solo della sua ricca fanbase.
Alla luce di tutto questo, ecco a voi le nuove pagelle.
Aka Steve – Vero
Rap veloce e descrittivo di una volontà dell’artista alla ricerca di un’affermazione personale partendo da ciò che si è stati, pure ciò che si è sbagliato con giudizio ma senza rimpianti. E’ un brano di presentazione dell’artista, che sfrutta anche una buona chiarezza nella velocità del suo esprimersi. E’ una partenza esauriente, un biglietto da visita chiaro. Adesso vediamo come si procede.
Sei
Martina Beltrami – Spenti in corsa
Urban/pop in linea con quello che gira maggiormente, soprattutto fra le ultime leve della musica al femminile. Martina ha una voce sicuramente gradevole anche se trovo che sia per vena malinconica che per tonalità richiami moltissimo Federica Carta. Il pezzo scorre senza particolari prerogative che meritino sottolineatura, ma pure senza alcuno sbafo. IL problema è che la Beltrami deve trovare il motivo per farsi ricordare, non per muoversi nel sottobosco con un pezzo nella media.
Sei
Bipuntato – A largo
A metà fra la house e l’ambient, manca di una potenza che avrebbe fornito un inciso importante, che invece qui degrada verso una scelta delicata che non paga certo nella possibilità di catturare l’attenzione. Invece arriva debole nonostante l’idea di stile che in Italia è poco cavalcata. Si può far meglio, molto meglio.
Quattro 1/2
Bonnie P. – Scema
Aggressiva nella modalità espressiva e nella scelta anche di alcuni effetti nella base, come il clic della carica di un fucile. Mi ha un po’ ricordato però anche alcune cose neomelodiche, ripulita però da qualsiasi mielosità e commiserazione. Qui Bonnie è incazzata e si riprende se stessa con convinzione, senza arrendevolezze. Troppo breve.
Sei 1/2
Clan Destino – Manifesto
Ritorno dopo quasi 30 anni di assenza. E’ un ritorno vecchia maniera, di musica tanto suonata ( e meno male ). Il rock della band è qui fortemente taglieggiato da incursioni elettriche che trasportano subito chi ha qualche anno in più a metà degli anni 90, giocando col titolo, un vero e proprio manifesto di quel periodo. Nonostante sia fortemente anacronistica come arrangiamento, riesce ad apparire totalmente nuova oggi, in un contesto di musica in cui quel che manca è proprio la musica. Da incoraggiare come scelta.
Sette
Carmen Consoli – Sta succedendo
Quanto è bello quando ci si accorge che qualcosa sta succedendo, quell’attimo esatto prima in cui fai il pari e dispari fra il lanciarsi o l’attendere che il passo lo faccia l’altro/a? Le melodie di Carmen sono sempre distintive e con quel sapore che unisce un’animosità rock da palco e la voglia di esplorare mondi passati. E la cosa le viene sempre bene.
Sette
Cor Veleno & Tre Allegri Ragazzi Morti con Metal Cartier – A me di Roma piace il rap
Commistioni di possibilità stilistiche che riescono a mantenere le loro prerogative essenziali pur lanciandone di nuove, visto che ne viene fuori un sound che ricorda nell’arrangiamento quelle atmosfere alla film Western tanto care a Sergio Leone, fra gli altri. La base però aveva bisogno di qualche variazione su tema, per non incorrere nella possibilità di stancare in fretta.
Sei+
Mauro Di Maggio – Senza stelle e senza luna
Si cresce e a volte ci si rende conto di quante delusioni si sono attraversate, quante speranze disattese, delusioni. La capacità melodica di Mauro è sempre sorprendente, soprattutto perché riesce sempre a non compiacersi e ripetere. Ci sarebbe voluto un piccolo cambio nella parte finale, anche un piccola variazione d’intenzione sarebbe bastata, così, solo per diversificare un po’.
Sei+
Dj Jad & Wlady con J.Ax & Pedar – Troppo sbattimento
Sono sicuro che questo pezzo possa diventare la hit dell’estate per tutti quelli over 40, che hanno matrimoni o relazioni longeve alle spalle. Qui Ax “cazzeggia” con naturalezza dato che il testo gli può stare addosso e senza nemmeno lavorare d’aggiusti. Sound circense e con quella spriuzzata di anni 30 e 40 sempre tanto cara a Jad.
Sette
Giusy Ferreri – Cuore sparso
Dove è che sta esattamente il nostro cuore? Se lo chiede Giusy per la penna di Giovanni Caccamo e ne viene fuori un insieme di momenti in cui sicuramente ci è passato per lo meno, senza tuttavia essersi fermato. Si conosce la provenienza, i vari passaggi e quel che ne è rimasto, ma ancora non domo lui, il cuore, continua a camminare come un treno che passa fra i paesaggi per una direzione ignota. La forma è quella di una ballad rock che già in passato è stata cara all’artista di Abbiategrasso. Forse avrei ammorbidito un po’, giusto un pochino, per render più evocativo il potere delle immagini. Proposta comunque da pollice a favore.
Sei 1/2
Follya – Morto per te
Cambio tutto a cominciare dal nome per la reunion dei Dear Jack ( Bernabei compreso ). Anche il sound che perde le velleità rock, mai propriamente percorse, per abbracciare un pop più elettronico che gioca di effetto. Carinissimo ad esempio il fatto che questo primo brano come nuovo brand non abbia inciso ma si affidi prevalentemente ad un’intuizione musicale, un effettino di tastiera che certo resta impresso già dopo un solo ascolto. Resta solo il neo del percorso come band interrotto troppo presto, gusti personali a parte, per proseguire in due carriere separate, che non han certo lasciato il segno. Va be, buona ripartenza.
Sei 1/2
Fusaro – Briciole
A volte bisogna restare compatti, perchè il vento può sparpagliare le briciole in un attimo, o possono arrivare i passeri e divorarle. Ballata soffusa nelle strofe, particolarmente d’atmosfera ed inciso meno d’impatto nonostante più potente. Si distingue senz’altro per possibilità vocale, colore distintivo.
Sei 1/2
Leo Gassman – La mia libertà
Mi piace molto il cambio ritmo che Leo ci ha messo per la seconda strofa, cambiando il pezzo da ballata, pure piuttosto prevedibile, in un up tempo con cassa dance e chitarre pop rock che ben sostengono la sua voce che si fa corposa nelle medie e bella pungente nelle alte. Non trovo il pezzo miracoloso, eppure La libertà, per uno giovanissimo come lui, di cui c’è stata e, purtroppo, per certi versi c’è ancora, privazione proprio nel momento della possibilità di cavalcare il successo, è giusto che sia gridata, agognata, bramata.
Sei
Gaudiano – Oltre le onde
Bella foga quella di Gaudiano in questo nuovo singolo anche se ha perso quel po’ di originalità che aveva mostrato nelle sue prime pubblicazioni. Pezzo gradevole nell’insieme, scorrevole, non mi si fraintenda, solo che siamo caduti in standard pop che possono essere confusi in mezzo agli altri. Pur gradendo, l’ho quindi preferito in altro. Sufficiente comunque.
Sei
Grido – Tokyo & Rio
Il gemello diverso torna sul mercato senza però aver cambiato nulla o quasi di quel che era sia come solista ma ancor di più rispetto a quel che proponeva con la band. E’ sempre un hip hop piuttosto semplice, decelerato, che sfocia in ritornelli melodici che si poggiano sulla frase ad effetto. Qui è: calmami come la marjuana, che strappa sicuramente il plauso di gran parte del pubblico. Unica concessione al rinnovo? la durata brevissima del pezzo.
Cinque
Guè & Rose Villain – Piango sulla lambo
Il titolo si prestava ad una stroncatura facile, lasciando pensare ad una di quelle cafonate tutta gang, cash e puttane. Non è così invece. In questo pezzo Guè prova a raccontare altresì delle difficoltà di certi mondi. Certo, si potrebbe disquisire che lui, per fortuna, piange sulla lambo e non certo su una Panda di seconda mano. Però il succo è che quando stai male non importa il contesto sociale in cui o vivi o quanto sia sfondato il portafogli che possiedi, stai male e basta. L’esposizione è comunque un po’ noiosetta con la Villain che canta l’inciso preferendo un fare cantilenato anziché più energico.
Cinque
Ink – Bisogna solo chiedersi
Pezzo di concezione demodè, che punta tutto su un’essenzialità melodica e sull’esplosione della voce che puntualmente arriva. Mi piace il tocco di piano che accompagna il tutto, meno la scelta ritmica synth che rende tutta la prima parte spoglia, vuota. Recupera nel finale.
Sei
Irama & Rkomi – 5 gocce
Fra i tanti vincitori aggiunti grazie ai risultati dell’ultimo Festival di Sanremo, i due artisti si uniscono in questo easy pop in cui riescono a mantenere le loro peculiarità specifiche, che nel caso di Mirko ( Rkomi ), sono anche quella meraviglia di cambiare gli accenti alle parole per farcele stare metricamente. Il pezzo è un rompi airplay, costruito prevalentemente per quel mondo lì. Il compito il tal senso è ben svolto ma per il resto lascia pochino per cui essere ricordato.
Cinque 1/2
Jovanotti – I love you baby
Prova un cantato più ardito Lorenzo, con degli accenti vocali che puntellano verso l’alto un brano che già è di base tutto proposto utilizzando la parte più alta del suo registro vocale. L’energia c’è sempre, così come il variopinto mondo musicale messo in campo dall’artista che ancor più adesso, in questi tempi bui, ha deciso di arrivare colorato e festaiolo, di darci gioia. Ben venga Lory.
Sette
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