Oggi recensiamo fresco di uscita Dejavu l’EP di Biondo, il giovane rapper che canta la vita normale della sua età.
Ci ha preso gusto il talent Amici di Maria De Filippi nel rinfoltire le fila dei rapper italiani, da Moreno in poi. Quest’anno è la volta di Biondo, giovanissimo portatore sano di questo stile musicale che ormai è diventato qualcosa di cui le nuove generazioni si cibano fameliche; non fai in tempo ad innamorarti di qualche nuova leva che già ce n’è un’altra che si fa strada, percorrendo strade abbastanza simili. Biondo è quindi l’ultimo nato e già nel talent ha creato più di qualche motivo di polemica, in qualche passaggio persino stucchevole, perché c’è da domandarsi: “quando mai è stato necessario chiedere ad un rapper di saper cantare”?
Ovviamente il web è stato tutto dalla parte della giovane promessa il cui nome d’arte è supportato dal colore giallo Eminem dei suoi capelli, a contorno di un faccino carino che ha già infranto i cuori di facce brufolose, e per nulla maledetto come in genere il filone musicale vorrebbe; ed è qui la novità!
Biondo è un giovanissimo rapper che non canta di storie al limite, di periferie malsane, di ombre che popolano vite che dovrebbero essere nel loro momento migliore; ha vent’anni e a quell’età, nel 2018, a meno che tu non sia nato nel luogo sbagliato, la vita non fa poi così schifo. Canta l’amore, quello che però si prova in quegli anni, quello della passione che deride il buon senso, che ti fa fare cose che sono curriculum da raccontare agli amici al bar, di storie ancorate ai messaggi o passate velocemente senza nemmeno che lei ricordi il tuo nome, come, ad esempio, si rima in Beverly. Dejavu è il brano che dà il titolo all’album tutto e che il nostro ha proposto a più non posso all’interno del talent, tanto da far sperticare in parole eccelse per lui Simona Ventura; la canzone ricorda un po’ i primi successi rap nel nostro paese, quelli degli artisti che dallo stile si votavano al mainstream nella seconda parte dei ’90. Eh si, c’è tanto autotunes nel disco di Biondo, ma fa così strano? Lo sarebbe più nel disco di un cantante pop, eppur spesso c’è anche li. Punterei sinceramente più il dito sull’eccessiva brevità delle canzoni, tutte risicate attorno ai tre minuti, come se fosse una regola da cui non sfuggire nemmeno se ci fosse esigenza di raccontare altro.
L’amore guida Come un film in cui si può sentire un barlume di chitarra, mentre in La Mia Ex Chiama è il sesso a farla da padrone, quello a cui lui cerca di dire no, in maniera poco convinta perché vittima delle provocazioni di una lei che è andata oltre nella vita ma, a quanto pare, non è troppo convinta di far la stessa cosa per quel che riguarda il letto. Il singolo Roof Garden che ha il mood giusto per piacere alle radio ma che, a mio avviso, avrebbe dovuto beneficiare di una linea di basso convincente, che invece latita, si contrappone alla melodica Quattro Mura che un artista di fama conclamata avrebbe quanto meno registrato accompagnato da un quartetto d’archi che qui invece è un decisamente meno splendido pc da sala.
Certo è che non mi fa gridare al miracolo questo Dejavu e come potrebbe? Qualche anno è già passato da quando ancora mi chiedevo se era il caso iniziare a farmi la barba, però non posso certo dire che abbia tradito ciò che mi aspettavo da Biondo. Sono solo contento, come già ribadito, che non abbia giocato a fare il poeta maledetto e per il resto, come prima prova, è un insieme di canzoncine innocue, nessuna delle quali meritevole di passare alla storia come indelebile tratto vocale di questi anni ma anche nessuna che ti faccia preferire di tirarti due dita alla gola per aver la scusa di andare in bagno e sottrarti all’ascolto. Potrebbe già non essere poco!
BRANI MIGLIORI: La mia ex chiama, Come un film
VOTO: 6
TRACKLIST
1. Bon Voyage
2. Dejavu
3. Quattro Mura
4. La Mia Ex chiama
5. Roof Garden
6. Beverly
7. Come un film
8. Chardonnay
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