“L’incantautrice” – Cristina Donà torna con un nuovo album, l’ottavo della sua storia, dal titolo Così vicini, e per farlo sceglie il giorno del suo compleanno, quasi a voler aggiungere un significato speciale ed intimo a questo nuovo progetto che la riporta in scena a tre anni dal precedente Torno a casa a piedi.
Così vicini è un album che segna per certi versi una rinascita creativa della cantautrice di Rho. Innanzitutto perchè arriva dopo la chiusura del rapporto con una major (Emi Music) per tornare ad una dimensione indipendente (Qui Baseluna) favorendo la nascita e la maturazione di queste nuove composizioni, senza le scadenze solitamente associate alle logiche commerciali/discografiche; nondimeno rappresenta il lavoro più personale ed autentico di Cristina, che torna alle origini e le distorce per confezionare dieci brani carichi di sensualità e tensione vestiti stavolta di suoni più dolci e moderati, che ripercorrono in poco più di trenta minuti di musica tutta la storia e la maturazione di una tra le più rappresentative cantautrici rock d’Italia.
E’ un album pieno di suoni veri, fatto con strumenti veri, limitando l’apporto elettronico sui brani a poco o niente, che spicca nella ricerca dei particolari sonori, preziosamente collocati a ricreare un’atmosfera quasi “domestica” di una chitarra e una storia da raccontare, sottolineando il senso di prossimità fisica e sentimentale espresso già dal titolo omonimo tra l’altro, del primo singolo estratto, che potremmo definire manifesto di tutta la raccolta.
Cristina racconta l’amore e le malinconie, il desiderio e lo stupore di una donna senza troppi virtuosismi, preferendo come d’abitudine un linguaggio ricercato, e allo stesso tempo pensando ad arrangiamenti più pop, che sembrano incasellare alcune di queste canzoni, tra le migliori di tutta la sua produzione.
Si parla tanto d’amore nelle sue varie declinazioni cercando di dare ogni volta una chiave di lettura diversa: dalla divertente Corri da me “…che i pianeti si spostano e prima o poi sposteranno anche noi…” alle chitarre dal gusto seventies di Il tuo nome che elettrizzano le provocazioni del testo “…ed ho capito che mi basta il tuo nome, per far esplodere le rose su questo balcone“; più eterea e spirituale è Perpendicolare, piccola poesia su una melodia di velluto “è cosi che ti sento perpendicolare al cuore, avvitato nelle ossa, forte nel restare//sacro come una visione…“; si torna alla concretezza con La Fame (di te) che riporta a galla la tensione tipica della voce di Cristina “…mi preparo a trattenere questo indiscreto appetito…“, che possiamo ritrovare anche nella risolutezza de Il Senso delle cose, che esplode sull’inciso quasi liberatorio, più riuscito del disco : “…il senso delle cose si nasconde dietro alle persone, si racconta con parole silenziose…” o in L’Imprevedibile che “…è sempre da considerare…“.
Il cerchio si chiude, solo apparentemente, con Senza parole che per senso e musicalità sembra darsi la mano con il primo brano dell’album Così vicini, tracciandone la sua naturale continuazione: “…com’è che tu, poi mi lasci senza parole? il respiro sa di gioia eterna..“.
Cristina Donà ha trovato il modo di reinventarsi ancora una volta, a distanza di diciassette anni dal suo debutto, riaffermando l’eleganza e la vitalità del suo pulsante talento di cantautrice impegnata ma anche leggera.
CANZONE MIGLIORE: Perpendicolare
VOTO: 8.5/10
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