Erica Mou, Cerchi, recensione del nuovo album della cantautrice.
Erica Mou, con il nuovo album Cerchi, continua il suo percorso artistico, riuscendo a raccontarsi attraverso una minuziosa cura dei particolari, delle immagini e dei momenti.
In tutto l’album si percepisce una raffinata ricerca di assonanze, metafore e sonorità che catturano e legano ogni istante.
La tracklist si articola in undici brani, tutti scritti da Erica Mou, che si susseguono e completano l’uno con l’altro.
L’album si compone di tanti cerchi concentrici, a tratti interconnessi, che accompagnano l’ascoltatore in un viaggio sonoro. È un progetto artistico fuori dagli schemi, che raccoglie in sé tutti gli elementi naturali e fisici, utilizzandoli come strumenti espressivi per una narrazione dettagliata: buio, universo, luce, spazio profondo, fango, cielo, stelle, sabbia, vento, onde, fuoco e tempo.
L’album può essere suddiviso in quattro grandi sezioni tematiche: la consapevolezza, la voglia di libertà e movimento, la riflessione e la presa di coscienza.
ERICA MOU – CERCHI – LA CONSAPEVOLEZZA
In Madre, Erica Mou canta in modo originale il rapporto con la madre, accompagnata da un sound raffinato.
La delicatezza e la forza di Mani d’ortica si racchiudono in questi due versi incisivi: “Se ti abbracciavo ti ferivo / Mani d’ortica sopra un salvagente.”
Sedimenti
“Dove sei, dove andrai?
Se non parti non arrivi mai
Sai che puoi, ma cosa vuoi?
Se nemmeno tu sai cosa vuoi
Tra di me, tra di te, tra di noi, tradimenti
Su di me, su di te, su di noi, sedimenti
Se dimentichi chi sei.”
LA VOGLIA DI LIBERTÀ E DI MOVIMENTO
Tagadà, pagliacci, mela mangiata dal bruco, barattolo-bersaglio e zucchero filato sono gli elementi di La festa del santo, un brano che, grazie al coro dal passo cadenzato, accompagna la processione di paese con un testo molto dettagliato e descrittivo. È impossibile stare fermi: si finisce per battere il tempo.
In Complici, un crescendo cadenzato tiene sospesi in attesa della svolta, ricco di metafore effimere che arricchiscono il testo e che si chiude in modo geniale e inaspettato:
“Noi veloci come complici di un crimine
Scappare come se ci stessero inseguendo
Ti aspettavo col motore acceso tutta la vita
La refurtiva era il futuro.”
ERICA MOU – LA RIFLESSIONE
Meglio affrontare le situazioni o rimandare il confronto? Erica Mou esplora questo tema in Parlare coi cani:
“Avrei voluto dirtelo molto prima
Ma certe parole si incagliano
È più facile rimandare, rimandare, rimandare
E poi andare altrove.”
In L’alfiere, l’artista descrive il passaggio delle stagioni dall’autunno all’inverno, un brano da ascoltare davanti a un camino, sorseggiando una dolce tisana e osservando il tempo che passa dalla finestra.
“L’odore dell’arancia
Rimane sotto l’unghia
Pacchi con sopra scritto fragile
L’impronta di un bacio sopra il calice.”
Gli elementi della vita sono protagonisti in Genesi (“amare il vento è una follia” e “la vita è un fuoco”) e in Piccola vita:
“Quando dormirai io ti proteggerò
Non c’è niente che nessuno sappia veramente.”
LA PRESA DI COSCIENZA CHE CHIUDE IL CERCHIO
Le ultime due tracce, Muta e Canzone per la me che sono stata, sono da ascoltare attentamente e si legano quasi impercettibilmente a Madre.
Cerchi è un concept album capace di raccontare e di raccontarsi attraverso immagini nitide e ben definite. La forza del progetto risiede nella capacità di Erica Mou di creare atmosfere “anomale”, supportata da una base armonica e strumentale precisa, attenta a valorizzare ogni parola che, in ogni brano, non passa inosservata.
ERICA MOU – CERCHI – TRACKLIST
- Madre
- Mani d’ortica
- Sedimenti
- La festa del santo
- Complici
- Parlare coi cani
- L’alfiere
- Genesi
- Piccola vita
- Muta
- Canzone per la me che sono stata
Tra tutti i brani del disco, quelli che spiccano sono La festa del santo, Complici e Parlare coi cani.