18 Marzo 2020
di Interviste, Recensioni
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18 Marzo 2020

Francesca Michielin: Feat e il suo stato di natura… ribelle.

Ecco la recensione del nostro critico musicale al nuovo album, tutto di duetti, di Francesca

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Francesca Michielin Feat (stato di natura) recensione di Fabio Fiume.

Ci si potrebbe chiedere: quanto è brava oppure quanto è confusa Francesca Michielin? O forse, quanto è sicura di sé e dei suoi mezzi ma quanta confusione mette in noi miseri ascoltatori?

Tornata sul mercato in un momento molto complicato per l’Italia tutta ( non dico mondo perché non credo che altrove la stessero aspettando! ) Francesca propone un album che supera di poco il mezzo giro d’orologio come lunghezza, ma che altresì fa compiere più giri completi alla testa di chi l’ascolta.

Perché di positivo Feat ( Stato Di Natura ) ha che può tranquillamente non considerarsi un album, cosa che ci fa capire quanto avanti col tempo sia la Michielin.

Che senso ha oggi fare un album che segua un filo conduttore, che sia una sorta di concept, se la gente gli album non li sente più? Oggi il mercato è dei singoli, dell’ascolto streaming veloce che, se non ti piace la proposta, skippi con un clic sul pc, che dico pc, volesse il cielo, sullo smartphone!

Ma la cosa positiva termina qui, perché Feat ( Stato Di Natura ) è proprio un prodotto da smartphone, dove si assommano una marea di collaborazioni che lasciano si capire che stima abbia nell’ambiente la cantautrice, ma al contempo così diverse tra loro che la trascinano in troppi mondi sonori diversi tra loro e da quello di partenza della nostra.

Se il brano d’apertura, Stato Di Natura, dove intervengono i Maneskin ce la mostra quasi heavy, modalità con cui lei stessa si era presentata anni fa ad X Factor, poi vinto con una veste che però non era più quella di partenza, subito il registro cambia con la seconda traccia, Monolocale, scanzonato mid tempo con innesto rap fornito da Fabri Fibra e voce di lei lavorata in più punti; qui si disquisisce di cambiamenti, di luoghi di chiasso oggi preferiti all’intimità di un monolocale.

Torna Elisa, ormai amica della prima ora, per Non Tengo Nada dove ci sono punti all’unisono in stile Paola & Chiara, inciso con righe in spagnolo che però non salvano il pezzo da una fragilità insolita, dove l’intervento della illustre collega non produce nessun ritorno, nemmeno di personalità.

Il reggae con accenti elettronici assieme a Gemitaiz, intitolato Sposerò Un Albero, ha un mood che fa quasi Almamegretta anni 90, solo che Sanacore era un’altra cosa, diciamocelo, un altro peso. Probabilmente Riserva natura, il brano con i Coma_Cose, è il pezzo migliore del disco, se non altro per un concetto melodico ben rintracciabile nell’inciso, minimal nella base, fighetto nella realizzazione.

O al massimo può combattersela con Star Trek assieme a Carl Brave, con un unico neo: è un pezzo che è di Brave, suona come le cose di Brave e la personalità di Francesca è stata oggetto di una chiamata a Chi L’Ha Visto !

Oddio tornano i Noir Desire in La Vie Ensamble, non a caso cantata pure in francese, con Max Gazzè, che in un disco normale avrebbe potuto al massimo raccogliere posizione di ghost track, vista la sensazione di cosa fatta quasi per gioco.

Trascurabile la chiusura con Giorgio Poi che dopo una buona preparazione di strofe si scialacqua in un inciso che non trascina; e proprio quando strappa un attimo di attenzione, nello special elettronico, si tronca d’improvviso, non lo special ma il brano tutto, lasciandoti così, con un’idea di cosa poteva essere e non è.

Takagi & Ketra poi, re incontrastati delle hits dell’estate, han pensato ben di tenersele per loro e collaborare con Francesca e Fred De Palma per una cosa minore, che al massimo come b-side avrebbe potuto avere un perché.

Ora, capisco che già da titolo s’intuisce che questo è un disco sostanzialmente di collaborazioni, ma c’è un ma; se acquisto un disco di Francesca Michielin significa che mi piace Francesca Michielin e voglio sentire nuove canzoni di Francesca Michielin.

Non mi si fraintenda: le contaminazioni, le collaborazioni sono cosa ben accetta e spesso fanno bene alla musica. Se però finiscono con l’appiattire la personalità che mi ha spinto a spendere dei soldini ( per quei pochi che lo fanno ancora ) e mi ritrovo ad ascoltare un disco di altri 11 cantanti, ma non di quella che volevo, non va bene.

Alcune di queste canzoni come singoli possono anche funzionare; la stessa Stato Di Natura ad esempio. Messe assieme però finiscono col sembrare della natura soltanto improvvisa ribellione! E Francesca deve ricordare che la natura è si vero che si ribella, ma poi torna sempre in equilibrio.

BRANI MIGLIORI: Riserva naturale… forse.
VOTO: 4/10


Francesca Michielin Feat (stato di natura)

  1. Stato Di Natura ft. Måneskin
  2. Monolocale ft. Fabri Fibra
  3. Sposerò un albero ft. Gemitaiz
  4. Gange ft. Shiva
  5. Yo No Tengo Nada ft. Elisa & Dardust
  6. Riserva Naturale ft. Coma Cose
  7. Acqua e Sapone ft. Takagi & Ketra e Fred De Palma
  8. La Vie Ensemble ft. Max Gazzè
  9. Star Trek ft. Carl Brave
  10. Cheyenne ft. Charlie Charles
  11. Leoni ft. Giorgio Poi