Kiss Kiss Bang Bang, nuovo album di Baby K uscito lo scorso settembre, rientra sicuramente tra gli album più attesi del momento in quanto seguiva il successo clamoroso del singolo Roma-Bangkok in duetto con Giusy Ferreri, un brano partito in sordina e in breve tempo diventato il tormentone dell’estate con all’attivo cinque dischi di platino certificati.
Ma nella redazione di All Music Italia l’ascolto di questo nuovo lavoro discografico della rapper ha diviso in due le opinioni, per questo come facciamo sempre in questi casi ecco la nostra doppia recensione.
RECENSIONE DI SIMONE CAPRIOLI
E’ un disco dai forti contrasti questo Kiss Kiss Bang Bang, proprio come l’ha presentato la sua autrice Baby K nel giorno della sua pubblicazione, tornata sulle scene musicali ad un paio d’anni dal buon esordio dell’album Una seria, opera prima prodotta da re Mida Tiziano Ferro.
Un disco attesissimo, un po’ per la mega anteprima di Roma Bangkok, maxi singolo lanciato la scorsa estate duetto con Giusy Ferreri (che staziona ancora nella top 10 dei brani più acquistati su Itunes) un po’ perché Baby K rappresenta l’unica proposta mainstream dell’hip hop al femminile nel nostro paese.
Prodotto da Tagagi e Ketra, l’album si compone di 14 tracce inedite a cavallo tra rap, pop ed ammiccamenti vari alle produzioni internazionali del momento rivelandosi in senso generale un prodotto di buona fattura, curato nei dettagli e ben costruito, talmente ben costruito da sembrare – a tratti – un almanacco della brava rapper un po’ patinato, ma allo stesso tempo anche una proposta fresca, leggera nel senso più piacevole della parola e quindi largamente fruibile. Forti Contrasti, dicevamo. Baby K fa il suo lavoro con professionalità va detto: è preparata sulle strofe e talvolta riesce anche a far meglio di tanti suoi più celebrati colleghi maschi; le parti cantate sono buone, si sente il frutto di tanto lavoro ed è apprezzabile; infine i featurings, che sono un tripudio di incontri felici e funzionali al progetto: dalla ritrovata Giusy Ferreri a Fred De Palma passando (soprattutto) per Federica Abbate, talento galoppante della nuova leva cantautorale al femminile che duetta e firma Chiudo gli occhi e salto, uno dei momenti migliori di tutto il disco insieme alla title track Kiss Kiss Bang Bang, la multiplatino Roma Bangkok e Fakeness cantata con Madh. A fare la differenza è il piglio pop che caratterizza tutto il disco, orecchiabile e cantabile, più di una buona metà delle tracce pronta per essere battuta a manetta dalle radio: da Anna Wintour a Venerdì passando per tutta una serie di ritornelli azzeccati e beat appiccicosi.
I testi, purtroppo, riducono notevolmente le quote di questo disco scontrandosi troppo spesso con una superficialità gratuita che non si sposa per niente bene con tutto il buon lavoro musicale di cui sopra: soldi, shopping e slogan troppo teen (vedi Super mega iper) saranno anche trend topics tra le peggiori rapper del momento, ma assomigliano davvero poco (e male) all’idea di Baby K – Femmina Alfa che ci avevano fatto credere.
Una maggiore attenzione ai contenuti avrebbe fatto di questo disco un piccolo gioiellino da collezione per un genere ancora molto poco sviluppato nel nostro mercato musicale. Promossa si, ma con riserva e sulla fiducia.
BRANO MIGLIORE: Chiudo gli occhi e salto
VOTO: 6/10
RECENSIONE DI FABIO FIUME
A volte, anzi spesso, il grande successo non combacia con la qualità della proposta e Baby K, che quest’anno è stata, con la collaborazione di Giusy Ferreri, la regina dell’estate musicale, grazie a quella Roma Bangkok che le è valsa ben 5 dischi di platino, ha dato man forte a questa regola non scritta, tanto che con il suo nuovo album, Kiss kiss bang bang ha fatto un deciso passo indietro, rispetto al precedente Una seria.
Sarà forse stata l’altisonante produzione, che vedeva coinvolto nel precedente lavoro un mentore d’eccezione quale Tiziano Ferro, presente anche in veste di guest star in brani come Killer, successo platinato, o in Sei sola, raffinata penombra r’n’b che di tale disco fu il terzo estratto, a fare la differenza, ma non solo; in Kiss kiss bang bang è proprio il contenuto che viene meno. L’hip hop non deve esser certo per forza sano portatore di messaggi sociali, come molti lo intendono ed artisti campioni di stile, come J Ax tra gli altri, hanno insegnato che si può essere dei grandi comunicatori anche di leggerezze e/o vita comune. Però nel disco in questione, Claudia Nahum ( questo il vero nome ), è andata un po’ oltre facendo, salvo qualche occasione riuscita, di vezzi edonistico/consumistici e fughe dalla realtà gli argomenti base.
Se mi capitasse ad esempio di sentire mia figlia parlare dello shopping come fa lei in Dindi, non sarei sicuro di riuscire a tenere a bada un educativo sganassone e peggio ancora se la sentissi parlare di un uomo come fa in Lasciati le sneakers e non per sessismo s’intenda; provo lo stesso anche a parti invertite. Va bene inoltre cercare di far spiccare il volo alla propria vita o come si evince in alcune liriche, cercare di risollevare qualcuno che sta un po’ giù, però se ad oltre trent’anni sei ancora alla ricerca del Super, mega, iper, a tutti i costi, con muri che parleranno per me, corri il rischio di sortire l’effetto contrario in chi magari nella vita non fa la cantante e di iper vede solo l’ipermercato in cui lavora o ci va a fare la spesa.
Al di là dei facili clamori auspicati in Ola, piuttosto che dei minibar da svuotare tra corse nude fra i fumogeni e vaffanculo nella borsa cantati in Venerdì, per cui anche inorridire, in quanto non riuscite nemmeno musicalmente, non mancano episodi da ritenersi comunque felici; come Chiudo gli occhi e salto, proposta assieme a Federica Abbate, qui anche autrice, in cui sinceramente Claudia racconta la sua vita di bambina continua migrante, sempre nuova nella classe, sempre con l’accento sbagliato che attirava attenzioni ma anche sfottò e curiosità o anche in Chiedi alla luna dove si da voce alle solitudini e le amarezze create da assenze crescenti. Oltre all’Abbate ed a Giusy Ferreri intervengono tra gli altri Fred De Palma in Licenza di uccidere e Madh in Fakeness che però non fanno la differenza ma semplicemente se stessi.
Ci si aspettava di più insomma dal nuovo lavoro di Baby K, ma la paura che mi pervade sentendo il disco è che a Claudia possa non interessare della mia stroncatura, ma probabilmente di restare senza dindi sulla carta di credito… ecco quello si.
BRANO MIGLIORE: Chiedi alla luna
VOTO: 4/10