17 Gennaio 2019
di Interviste, Recensioni
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17 Gennaio 2019

Marco Mengoni – Atlantico – Recensione

E´uno dei dischi più venduti del momento. A distanza qualche settimana dall'uscita ecco la nostra recensione di Atlantico di Marco Mengoni

Marco Mengoni
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Marco Mengoni …che nel suo Atlantico manchi un’isola che sia approdo sicuro?

Che Marco Mengoni sia uno dei più talentuosi artisti, se non il più, uscito dai contenitori televisivi, credo sia un’oggettiva certezza, tanto che è diventato, dopo quasi dieci anni, semplicemente un impolverato distintivo appeso al petto che si può tranquillamente evitare di considerare. Ed è una certezza perché a differenza di tanti altri, ed alcuni anche di ottimo successo, il suo sound, il suo modo di percepire musica e la maniera di comunicarla, di lasciarla arrivare agli altri, appare sempre in movimento, fuori da congelate e comode teche, dove, magari restando, si può confermare pure qualche migliaio di copie vendute, ma si stanca il pubblico che poi, alla volta successiva, ti tradisce.

Anche adesso che è tornato sul mercato con un nuovo album, Atlantico, lo ha fatto concedendosi qualcosa come il tempo, che una discografia confusa ed avida di numeri che s’inseguono ma non si raggiungono più, quasi non considera; tempo per vivere, per cibarsi di contaminazioni, per cercare le giuste collaborazioni, per integrarle nel proprio vissuto e renderle poi in forma musica, la sua musica.

Il risultato è variegato, meno prevedibile dal punto di vista stilistico, molto contemporaneo nei suoni e, come conferma del percorso già intrapreso precedentemente, meno basato sull’uso, comunque possibile, di note potenti. Attenzione: questo non vuol dire mica che sia un grande lavoro, ma sicuramente è però un lavoro personale ed in qualche modo diverso, figlio in parte anche di influenze latine che Marco ha raccolto viaggiando tanto.

Il disco ne risente in diverse tracce, come nella musica di La Casa Azul, il bel brano condiviso con un collaboratore illustre quale Adriano Celentano o come nel primo, più silente rispetto alla strombazzata e chiassosa Voglio, singolo Buona Vita, figlia di metriche e metodiche caraibiche, di quelle però strumentali, più ispirate da Compay Segundo che da J Balvin per intenderci. E si è ancora latini nel testo di Mille Lire, bella ballata con tappeto elettronico, che cita pensieri dal Brasile e tempo che passa ed è visibile anche attraverso nuovi tatuaggi sulla pelle, o in Amalia con Vanessa Da Mata e i Selton che celebra il fado portoghese di Amalia Rodriguez anche con un improvviso risvolto festoso.

Forse per rendere Atlantico un lavoro davvero ottimo, ci sarebbe voluta una grande canzone, una di quelle che vince il tempo. In esso invece ti perdi a seguire le evoluzioni di Marco, che ti restano impresse più delle canzoni stesse. Ti colpisce la sua arte di sembrare centrato nel mondo britpop di Hola (I Say), condivisa anche con Tom Walker o radiofriendly e molto continentale in Voglio o Muhammad Ali; o ancora un novello figlio di Jovanotti o Cesare Cremonini quando in maniera più intonata di entrambi, che non vuol dire certamente essere più artista, ci rende una ballata come La Ragione Del Mondo fino ad arrivare ad esporsi in modalità quasi gospel per la conclusiva Dialogo Tra Due Pazzi.

La titletrack si lascia riconoscere come potenziale hit estiva, per la sua capacità di lasciarsi canticchiare ed il colore di fondo allegro e spensierato, come “le parole che non servono per dare un nome alle cose”. Anche Everest si presta alla missione “singolo promozionale”, come cosa forse più vicina al Mengoni che in tanti hanno amato, dove vince la mistura di un testo romantico, mosso da un sound che invece si trasforma in più punti in un up tempo stiloso, mentre più classica è I Giorni Di Domani.

Al fine Atlantico è un album molto valido, che si lascia ascoltare tutto, senza skippare o favorendo qualche sbuffo, però come si diceva, dov’ è la canzone che fa la differenza, quella che resta come ancora nella sua storia artistica? Manca una vera bomba potente, manca quel qualcosa che si arpioni alle pareti dell’anima in maniera inopinabile.

Dicevo che è oggettivo che Mengoni sia tra le migliori uscite da un talent no? Credo però sinceramente che sia oggettivo anche questo.

BRANI MIGLIORI: La Casa Azul, Atlantico, Mille Lire
VOTO: Sei ½


TRACKLIST

1. Voglio
2. Hola (I Say) feat. Tom Walker
3. Buona Vita
4. Muhammad Ali
5. Le casa azul
6. Mille lire
7. Intro della ragione
8. La ragione del mondo
9. Amalia feat. Vanessa Da Mata, Selton
10. Rivoluzione
11. Everest
12. I giorni di domani
13. Atlantico
14. Hola
15. Dialogo tra due pazzi

 

 

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