Marco Mengoni Materia Pelle recensione a cura di Fabio Fiume.
Posso dire che appena iniziato ad ascoltare questo nuovo lavoro di Marco Mengoni l’unica cosa che non ci ho sentito è proprio la pelle?
Sarà che il sostantivo mi faceva pensare a passioni inaudite, quelle che a volte nemmeno puoi confessare, quelle che ti fanno sudare freddo…
Invece poi, ascoltando e riascoltando e facendolo più mio, ho tradotto che la pelle qui è intesa più come quel che fisicamente è, il confine fra il nostro dentro e il nostro fuori, la nostra protezione, quel che di noi arriva, appare da subito.
Essa può sudare, ad esempio, e Marco ce lo rende subito chiaro sparando un poker di canzoni che sono puro movimento, fra cassa in 4, incursioni minimal clubbing e qualche passaggio riempi dancefloor facile. Ma può anche mostrare un brivido dato da un pensiero profondo, o cambiare colore esponendosi al sole di paesi più caldi , invecchiare o per lo meno crescere, come la saggezza della traccia conclusiva, assieme al sempre di qualità Samuele Bersani, lascia intravedere.
Marco Mengoni Materia Pelle recensione
Così Materia ( Pelle ), il secondo capitolo, dopo Materia ( Terra ) della trilogia che Marco ha deciso di dedicare alla materia, appunto, arriva sul mercato con 11 nuove canzoni ( + due piccoli appunti in musica ) di cui, diverse hanno un’ ottima potenzialità come singoli, ma che forse, una dietro l’altra, non riescono a comunicare la sensazione di album, se non per la scarsa presenza di strumenti non sintetizzati.
Certo il concetto album oggi è démodé, però se a lavorare al progetto arrivano 9 produttori diversi, è chiaro che ognuno, imponendo la sua mano, suoni differente dall’altro.
Il disco si apre, come detto, con 4 canzoni tutte d’ambientazione dance, fra cui i singoli No Stress, con un testo deboluccio assai, e Tutti I Miei Ricordi decisamente più a fuoco. Fra queste emerge In Città , che ha Milano come scenografia naturale ed un sound internazionale che la rende immaginabile su un palco come l’Eurovision Song Contest con quegli effetti led attorno, luci filanti, ballerini e passetti coreografici con lo stesso Marco a coprire.
Alla vista di un duetto con La Rappresentante Di Lista ho pensato al miracolo, data la possibilità di giocare molto con le voci di entrambi; sono rimasto invece un po’ interdetto, deluso. I due si combinano su un brano ripetitivo nell’inciso, incolore nell’amalgama vocale, come due identità separate che restano tali, su una base piuttosto prevedibile.
Poi arriva il duetto con Bresh, Chiedimi Come Sto, che rappresenta lo switch, l’archiviazione della parte dance. Anche in questo caso però la collaborazione non aggiunge ma leva; Marco Mengoni ricorda un po’ da vicino il collega inglese Sam Smith ed i suoi falsetti barocchi e la canzone ha un inciso che è per sensazione melodica, troppo vicino a “Il Diario Degli Errori“, celebre successo di Michele Bravi, se non ricordo male del 2017.
Migliore Di Te è il primo e unico passaggio al mondo ballad e racconta di come spesso si rimugina su una storia finita, forse anche per la mancanza di coraggio di chiedere “perché te ne vai”?
Quindi c’è la concessione ai suoni del mondo che, in fin dei conti, rappresentano anche il filo continuo dal precedente lavoro. Fra questi Respira condita di cori che sanno di popoli d’Africa ed abiti di stoffa variopinta di colori naturali o Unatoka Wapi che già dal titolo omaggia la lingua Swahili.
Neruda è uno dei pochissimi pezzi che comunica calore, grazie a chitarra e percussioni persuasive che fanno correre la mente ad un marciapiedi di una città delle Antille dove si canta con la gente che si ferma e batte le mani a tempo, balla, si lascia coinvolgere.
Sguardo maturo quello della conclusiva Ancora Una Volta, dove Marco Mengoni e Samuele Bersani si accarezzano vocalmente osservandosi da un’ottava differente, per cantare di quest’abito che non abbiamo certo scelto che è la vita. Eccolo il brivido che aspettavo.
Già perché da Mengoni mi aspetto sempre quel pezzo che mi faccia sussultare. Lui può per voce. Può per la capacità di poter affrontare più generi possibili al meglio. Lui può perché sa unire gola e cuore, tecnica e anima. Ed un pezzo solo su 11 è troppo poco.
E’ per questo che se anche Materia ( Pelle ) non è di certo un disco brutto, pieno come è di potenziali hit se le ascolti singolarmente, nell’insieme mi delude. Mi manca la pienezza, mi manca la memorabilità, mi manca la possibilità di volare che l’artista qui non si è concesso.
Brani Migliori: Ancora Una Volta, Neruda, Unatoka Wapi
VOTO: Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐
Marco Mengoni Materia pelle tracklist
- No stress Prodotta da Zef
- In città Prodotta da Mace
- Attraverso te feat. La Rappresentanti di Lista Prodotta da Simon Says
- Tutti i miei ricordi Prodotta da DRD
- Chiedimi come sto feat. Bresh Prodotta da Zef e Marz
- Migliore di me Prodotto da B.Croma, E.D.D., Populous
- Unatoka Wapi Prodotta da C. Crisci
- Neruda Prodotta da Simon Says
- Parlami sopra Prodotta da Sixpm, Téme Tan e Noza
- Appunto 3. 16-03.2022 Prod. B-Croma
- Respira Prodotta da Téme Tan e Noza
- Appunto 4. 27.06.2022 Prodotta da B.Croma
- Ancora una volta con Samuele Bersani Prodotta da E.D.D.
- Caro amore lontantissimo Prodotto da E.D.D:. (DISPONIBILE IN CD)
- Chiedimi come sto Prodotta da Zef e Marz (DISPONIBILE SOLO IN CD)