Olly, recensione di Tutta vita, nuovo album del cantautore prodotto da Jvli.
La musica, nel 90% dei casi, è una cosa semplice: una chitarra, un gruppo di amici che cantano attorno a un fuoco, e in un mix di abbracci, sorrisi e canzoni sotto la luna, la serata è fatta.
Olly rappresenta esattamente questa semplicità: l’amico che con una chitarra riesce a dare vita a un’intera serata, regalando allegria e spensieratezza. Ma non solo.
È anche quello che, a fine serata, tira fuori aneddoti che commuovono, uno di quei tipi che hanno sempre qualcosa da raccontare.
Tutto questo emerge chiaramente nel suo nuovo album, Tutta Vita: un progetto che restituisce una visione della musica semplice e di grande impatto.
Olly, tutta vita, la recensione
Dodici brani, dodici storie, dodici perle di pop moderno che Olly propone con un’immediatezza rara, non solo tra i suoi coetanei ma anche rispetto alla scena musicale italiana in generale.
Nella storia della musica italiana, solo un altro grande artista è riuscito, con altrettanta semplicità, ad arrivare dritto al cuore del pubblico: Vasco Rossi, che non si perdeva (e continua a non perdersi) in inutili giri di parole.
Se deve dirti che ti ama, ti dice “Ti amo”. Se deve dirti che ti odia, ti dice “Ti odio”. Perché complicare parole e pensieri quando quello che cerchiamo è l’immediatezza?
Tutta Vita è il risultato di quella regola non scritta, ma ben nota nella musica inglese: less is more. Eliminare il superfluo per arrivare al nocciolo delle cose.
Olly ha fatto suo questo concetto, più o meno consapevolmente, nei testi e nella musica, con una chiave fresca e moderna. I richiami sonori e melodici a Vasco Rossi si percepiscono (come in Per Due Come Noi), ma si adattano perfettamente alla sua voce.
In alcuni momenti, Federico Olivieri (questo il suo vero nome) sembra più raccontare che cantare, in una libertà espressiva che si nota ancor di più nelle doppie voci. In brani come Scarabocchi, sembra quasi sottolineare i concetti, come se parlasse direttamente con l’ascoltatore, creando un’intimità unica.
C’è poi una curiosità: quando si ascoltano dischi così “semplici” (nel miglior senso del termine) ed emotivi, spesso sono scritti da artisti legati al mare. Pensiamo ad Alfa o Bresh, anche loro genovesi, o alla scuola napoletana di Pino Daniele, che cantava: “Chi ten ’o mare ’o sape ca è fess e cuntento”.
Chi cresce guardando il mare, respirando l’aria salmastra e parlando con gli amici sulla battigia, sviluppa una visione del mondo diversa. Le difficoltà, siano esse linguistiche o di vita, pesano meno.
Olly è così: un “fess e cuntento”, ma pienamente consapevole di esserlo. E quando vivi senza paura di provare emozioni forti, puoi raccontare storie che sono, per l’appunto, Tutta Vita.
Brani migliori: Scarabocchi, Il Campione, I Cantieri Del Giappone
Brano meno riuscito: A Squarciagola
Olly, “tutta vita”: LA TRACKLIST
Cliccate sul titolo del brano per testo e significato.
- È festa
- I cantieri del Giappone
- Per due come noi con Angelina Mango
- Quei ricordi là
- Noi che
- Devastante
- A noi non serve far l’amore
- Sopra la stessa barca feat Enrico Nigiotti
- La lavatrice si è rotta
- Scarabocchi
- A squarciagola
- Il campione