Thomas, un ciuffo alto che esce fuori dalle brutture modaiole del momento.
A guardarlo potrebbe sembrare uno di quei nuovi progetti usa e getta creati ad arte; un ragazzino magrissimo di appena diciassette anni, col capello che sfida le leggi di gravità che pensi ci sia voluta una squadra di operai degna del palco del concertone del primo Maggio per montarlo, un modo di atteggiarsi talmente spavaldo che ti dici da solo che non è possibile, che sarà sicuro pilotato via auricolare come accadeva ad Ambra ai tempi di Non è La Rai! Nulla di tutto questo invece perché Thomas, il cantante veneto saltato fuori dall’ultima edizione di Amici di Maria De Filippi, è un vero portento di bravura ed è riuscito ad emergere pur senza arrivare in finale, cosa che a memoria non pare mai successa prima di lui ad oggi. Quasi coetaneo del Talent che lo ha lanciato, Thomas sembra davvero figlio cresciuto a pane e spettacolo: sa cantare e con una padronanza vocale non solita, soprattutto a quell’età, sa ballare rendendo più articolate le sue performance, sa tenere il palco a volte persino con piccoli movimenti appena accennati, perché è personaggio ed ancor di più non costruito, il che attira l’attenzione curiosa. E non è un caso se con queste prerogative la Warner non se lo sia lasciato scappare, offrendogli un contratto per un lavoro, Oggi Più Che Mai, che appena arrivato sul mercato ha subito inanellato un disco d’oro, trascinandosi fino al n° 2 della classifica dei più venduti.
Si tratta di un mini album composto da 5 inediti e due cover, scritti dal giovane cantante insieme a Anthony e Vittorio Conte con la supervisione alla produzione di Stash il frontman dei The Kolors. Sostanzialmente la track-list può esser suddivisa in tre parti: dance, ballad & cover; si parte infatti con un trittico di brani su cui è quasi impossibile tenere ferme finanche le ultime falangi del piede, dove paradossalmente è proprio il singolo guida, Normalità, l’esposizione più debole. Il brano infatti è un sintetizzato dance di matrice 70’s, qualche spruzzata di effetti 80 e un mood generico rintracciabile in alcune produzioni di Jamiroquai, e pur risultando piacevole ad ascolto non ha quelle prerogative che lo rendano memorabile come esordio, cominciando proprio da un inciso non così ficcante. Sicuramente superiore è ad esempio Scusa che il nostro ha avuto più volte modo di cantare anche all’interno della scuola ed in cui la base elettronica ha quelle giuste tensioni per accompagnare i cambi melodici, su cui la voce si dispiega sicura, con raddoppi old style ed un’interpretazione fortemente internazionale. Chiude il trittico Why che gode di cambi tempo ed ha la forza di quei remix clubbing che accompagnano i tardi pomeriggi di club all’aperto con aperitivi e cocktail tra le mani.
Il momento ballad parte dalla title track in cui il giovane Thomas mi ha ricordato in alcune soluzioni, soprattutto quelle volte al basso, un mai dimenticato Alex Baroni; lo sviluppo del brano trasporta verso armonizzazioni pop in un inciso con chitarre di fondo ed una coralità leggera; più classica invece Persone Come te che è costruita proprio all’italica maniera. Si passa così alle cover che stupiscono già proprio dalla scelta; ad esempio, quando Tracy Chapman cantava Fast Car nel 1988, Thomas non era probabilmente nemmeno nei pensieri dei suoi genitori. Si tratta di una canzone importante, che lo è non solo dal punto di vista del testo, ma anche per la carriera di un’artista schiva che aveva con essa trovato un’esposizione mediatica che la condusse persino al Grammy. E Thomas ne fa un’interpretazione personale e leggera, eseguita con rispetto nonostante quasi certamente non abbia di suo una brutta realtà da cui fuggire. Capitolo a parte poi merita Hai Delle Isole Negli Occhi di Tiziano Ferro perché ad oggi nessuno, e sottolineo nessuno, è mai riuscito a rendere degnamente all’interno dei talent le canzoni del cantautore pontino, forse troppo personali, troppo giocate su una vocalità che ha il suo momento migliore nelle note brune, che mai trovano una corrispondenza almeno avvicinabile che le renda piacevoli all’ascolto; non per Thomas che è riuscito a portare a casa questo midtempo, misto jazz&soul , correndo dietro con successo più al mood del brano che alla precisione delle montagne russe che Tiziano disegna con la voce e che mette in difficoltà persino lui talvolta, figuriamoci inutili emuli.
Thomas invece con questo Oggi Più Che Mai appare tutt’altro che inutile: è gioventù interessante da seguire, consigliare e forse persino lasciar fare, perché ha dimostrato che il suo gusto personale non è poi così segugio di mode del momento, ma più spugna di una musica del passato da rendere a suo modo ben arpionata nel pareti rocciose e ripide del presente.
BRANO MIGLIORE: Scusa/Why
VOTO: 7/10
TRACKLIST
1. Normalità
2. Scusa
3. Why
4. Oggi più che mai
5. Persone come te
6. Fast car
7. Hai delle isole negli occhi