È arrivato all’improvviso in mezzo ai fasti della finale sanremese 2017 Pace il nuovo disco di Amara, a due anni dal debutto con turbante (che abbiamo piacevolmente ritrovato) proprio sul palco del festival della canzone italiana con Credo quando si classifico al terzo posto tra le nuove proposte per poi pubblicare l’album di debutto, Donna libera.
Quest’anno la cantante Toscana è tornata all’Ariston fuori gara in duetto con Paolo Vallesi con una canzone importante (ingiustamente tenuta fuori dalla competizione) con un titolo più che importante ed impegnativo, appunto Pace, che riprende in parte il percorso cantautorale/mistico avviato con il primo album (puoi leggere la nostra recensione QUI) ma portando lo stesso ad un livello successivo, più profondo ed autentico attraverso un brano che arriva al punto, diretto come una freccia grazie a parole semplici e dichiara da subito quali sono le intenzioni di tutto il progetto.
Nello stesso Festival quest’anno Amara è stata anche in gara, seppure come autrice per Fiorella Mannoia con Che sia benedetta, brano che non può non sembrare un pezzo strappato a questo disco per affinità ed impatto emotivo, e che definisce uno stile sempre più preciso e riconoscibile della cantautrice pratese, che tra l’altro ha collaborato negli scorsi mesi come autrice anche con Emma, Loredana Errore ed Elodie.
Pace è un disco all’insegna della positività, un inno alla vita ed alle emozioni influenzato da vari generi mescolati sapientemente e con coerenza: Grazie, la traccia che apre l’album getta le basi per un futuro più radiofonico per Amara, alle prese con un testo solare su ritmiche up tempo ed orecchiabili senza però mai tralasciare l’importanza delle parole sempre centrali in ognuna delle 9 tracce che compongono il disco, un brano di armonia nei confronti della vita… che potrebbe essere un buon singolo per l’estate. La titletrack è una canzone complessa, che necessitava di una grande interpretazione che Amara ha saputo restituire, trovando la chiave giusta senza scegliere una ballata facile ma rischiando molto di più su un sentiero più orchestrale e teatrale; il contributo di Paolo Vallesi, senza offesa, aggiunge poco alla canzone che arriva con tutta la sua forza soprattutto fuori dalla voce della sua autrice. La chicca del disco arriva a metà dello stesso ed è senza dubbio la cover di C’è tempo, brano di Ivano Fossati che non necessita di presentazione alcuna, qui riletto e riarrangiato in una versione epica e vibrante con la preziosa collaborazione di Simona Molinari che regala sfumature operistiche ad una vera poesia in musica. Il concept esistenzialista che lega tutte le tracce abbraccia in un paio di brani anche l’amore cogliendone le sfumature meno “pop” e banali; è il caso della grintosa Quando incontri la bellezza e Ritagli, ballad struggente sul sentimento e le sue conseguenze naturali che ribadisce, qualora ce ne fosse ancora il bisogno, la cifra stilistica di Amara affiancata, ad onor del vero, nella quasi totalità dell’opera da Salvatore Mineo. A sigillo di tanta saggezza distribuita, il disco si chiude con due episodi più leggeri: Ci vuole fantasia, un chiaro invito a prendersi meno sul serio e vivere la vita in maniera più spontanea e Filastrocca d’amore, una vera e propria cantilena sull’amore vista e raccontata con gli occhi di una bambina che ne recita con dolcezza i versi.
Pace è dunque un’ottima prova che conferisce ad Amara un posto sicuro nell’olimpo (sempre più carente) delle cantautrici italiane che hanno qualcosa da dire; un disco per molti, ma non per tutti se non ascoltato con la giusta attenzione che inevitabilmente accende in chi l’ascolta. Promossa ovviamente, ma attendiamo il repackaging con l’aggiunta di Che sia benedetta !
BRANO MIGLIORE: C’è tempo
VOTO: 7 e mezzo/10
TRACKLIST
1 – Grazie
2 – Pace feat Paolo Vallesi
3 – La Terra è il pane
4 – Ritagli
5 – Quando incontri la bellezza
6 – C’é tempo feat Simona Molinari
7 – Un altro sole
8 – Ci vuole fantasia
9 – Filastrocca d’amore