Santoianni Non ho santi in paradiso recensione a cura di Umberto Salvato.
“Andammo sulla Luna come tecnici; tornammo come filantropi.”
Edgar Mitchell
Non ho santi in paradiso sembra essere proprio questo: la telecronaca dell’atterraggio di un bambino sulla luna alla ricerca del sé adulto.
Un bambino corre verso la sua crescita, con tutte le difficoltà e le intemperie che ne comporta. Quest’album vuole raccontare l’atto doloroso ma necessario di diventare grandi, ed è proprio quel non avere santi in paradiso citato nel titolo che forse rende ancor più duro questo sviluppo, senza sconti. Un crescere dentro e fuori se stessi senza aiuto di nessuno, simile alla fatica che si prova per elaborare un disco indipendente.
È difficile maturare senza nessun sostegno, lo sa bene il giovane Donato Santoianni che, non a caso prende in prestito la figura mitologica di Icaro nella canzone Forfait in duetto con The Andre, brano che sembra essere il più rappresentativo dell’album ed anche a mio avviso il più riuscito nelle sonorità. Insieme i due cantautori cercano, attraverso l’immagine mitologica delle ali di cera, di racchiudere la possibile sopravvalutazione imprudente delle proprie capacità e il mancato riconoscimento dei propri limiti e con questo il compiere azioni al di sopra delle proprie forze.
Ci si rivede nelle sue parole, perché in alcuni snodi, abbiamo fatto tutti i conti con i nostri limiti, consapevoli che altrimenti non saremmo diventati grandi. Di colpo è iniziato il cambiamento, abbiamo iniziato a capire che bisognava comportarsi da adulti perché era arrivato il momento di camminare da soli sulle nostre gambe come raccontato in Rigore.
Non potevano mancare nella sua crescita personale, chiaramente, le esperienze vissute. Gli amori raccontati in Pericolo, finiscono prima di iniziare, amori che abbiamo avuto tutti sulla pelle in un periodo della nostra vita. Amori tanto forti quanto veloci, in cui sembra non conoscersi veramente quando si dice la parola fine, che viene determinata dal cambiamento dell’altro, e in cui si finisce per non riconoscersi.
Questo di Santoianni è un processo che ha come punto più alto espressivo 15 secondi, una canzone intensa, senza sconti, un momento di riflessione consapevole e di analisi dello stare al mondo. Un uomo, le sue fragilità e la richiesta di avere seconde possibilità.
Diventare grandi fa paura, e in queste canzoni, la ritroviamo tutta quella di Santoianni. E invece, per tutto quello che ci renderemo conto di non aver compreso, come in Stazione di sosta, ci rivediamo almeno tra trent’anni.
BRANI MIGLIORI: Forfait, 15 secondi
VOTO: ☆☆☆☆☆☆☆ e mezzo (7,5)
Santoianni non ho santi in paradiso TRACKLIST
- Rigore
- Stazione di sosta
- 15 secondi
- Forfait feat. The Andre
- Litorale
- Exit
- Pericolo
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