3 Gennaio 2025
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3 Gennaio 2025

Momenti iconici e controversi del Festival di Sanremo negli anni ’50: dal record di Nilla Pizzi alla prima hit mondiale

Gli anni ’50 di Sanremo: scandali, proteste e polemiche che hanno fatto storia.

Festival di Sanremo anni ’50
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1952: Nilla Pizzi domina il podio

Questa edizione passò alla storia per l’assoluto dominio di Nilla Pizzi, che occupò tutto il podio: vinse con Vola colomba, seguita da Papaveri e papere, che divenne il vero successo dell’edizione, e infine Una donna prega. Fu la prima e unica volta che un singolo interprete riuscì in questa impresa, anche grazie ai cambiamenti nel regolamento degli anni successivi.

Dietro le quinte non mancarono tensioni: un acceso litigio tra Gino Latilla e il maestro Cinico Angelini, legato alla rivalità per la stessa Pizzi, diede vita al primo vero scandalo del Festival.

1953: La rivoluzione della doppia esecuzione

Viene introdotta la doppia esecuzione dei brani: ogni canzone veniva interpretata da due artisti diversi, con l’accompagnamento di due orchestre, una tradizionale diretta da Cinico Angelini e una moderna guidata da Armando Trovajoli. Le cronache dell’epoca non si lasciarono sfuggire l’opportunità di alimentare la rivalità tra i due maestri.

Un momento memorabile fu l’applauso record di oltre tre minuti per Acque amare, interpretata da Carla Boni. Tuttavia, il brano non raggiunse la finale, lasciando l’amaro in bocca a molti.

1954: Il “Vendicatore di Vercelli”

L’edizione fu animata dalla protesta di Serafino Dabbene, soprannominato Il Vendicatore di Vercelli, che minacciò di liberare gatti e conigli in sala per protestare contro l’esclusione di Nilla Pizzi. Sebbene la minaccia non si concretizzasse in quell’anno, Dabbene mantenne la promessa nel 1956, quando lanciò volantini in sala per manifestare questa volta contro la sua esclusione.

Nel 1955 arrivò la prima grande rivoluzione del Festival di Sanremo. Clicca in basso su continua per scoprirla.

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