Mia Martini le canzoni più belle.
Su All Music Italia scrivo sempre di testi. Mi diverto ad analizzarli, a scomporli, a esplorarli. Talvolta a contestarli o persino a sovrainterpretarli.
La mia rubrica nasce allo scopo di riportare a galla il livello testuale della canzone, nella sua natura peculiare: la canzone non è poesia, è canzone. Perché la parola, in una canzone, è un segno che si aggiunge a un segno già di per sé complesso, la musica.
Scrivere per musica non è semplicemente scrivere: è scrivere per musica.
Testo & ConTesto muove dal bisogno di indagare questa forma espressiva così centrale nella società e nella cultura contemporanee, nonché codice comunicativo privilegiato delle nuove generazioni che dobbiamo sempre ricordarci di ‘coltivare’.
“E allora perché oggi parli di Mimì?”, mi chiederete. È vero, non è stata certo lei artifex delle parole cha ha consegnato al mondo.
Ha interpretato brani scritti dalle penne più distintive della canzone italiana: Fossati, Conte, Califano, Murolo, Lauzi, Gragnaniello, Bigazzi… Ma, se si escludono alcune esperienze da cantautrice (come l’album “Mimì” del 1981, scritto dopo un anno di silenzio successivo agli interventi alle corde vocali, o Stiamo come stiamo, canzone esibita al Festival del 1993 con la sorella Loredana Bertè), Mia Martini è essenzialmente un’interprete, mi direte.
Non è esattamente così per me e ve lo spiego oggi, in questo articolo meno strutturato e apparecchiato degli altri, nel giorno del ventiseiesimo anniversario della sua morte.
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