Sanremo 2023 testi. Ritorna Testo&ConTesto nella versione speciale PREMIO TESTO&ConTESTO assegnato ogni anno dal Prof di Latino, Davide Misiano, ai tre brani migliori e ai tre peggiori del Festival di Sanremo in fatto di scrittura. A lui la parola.
Sanremo 2023 si è concluso e lo salutiamo “con le mani, con la testa e con il culo, ciao ciao”, scomodando ancora la ‘vecchia’ Rappresentante di Lista, perché la ‘nuova’, mediata dai Cugini di Campagna, ci inquieta e perché i pezzi di quest’anno hanno decisamente meno potenziale nel consegnare tormentoni.
Nonostante il cast fosse molto promettente, niente a mio avviso ha ‘spaccato’, se si eccettua Blanco con i fiori di Sanremo e Angelo Duro con i nostri attributi virili.
Tra i testi, lo ammetto, si rintraccia qualche perla, che verrà opportunamente incensata fra poco, alla consegna virtuale del Premio Testo&ConTesto, annualmente offerto da All Music Italia, che vede me come unico giurato e colpevole (con la presente dichiarazione manlevo da ogni responsabilità il buon Direttore Massimiliano Longo).
Non includeremo i testi dei monologhi delle presentatrici, perché ad eccezione di quello di Chiara Francini (tra l’altro relegato a una striscia in tarda notte), gli altri ingombrerebbero il podio dei peggiori impedendomi di parlare delle canzoni. Quindi, de la musique avant toute chose, direbbe Verlaine: la musica prima di tutto!
E passiamo alle canzoni, rivolgendo alle tirate monologiche di quest’anno lo stesso sdegno che Dante riservava agli ignavi dell’Antinferno (Inf. III: “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”).
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