Pochi giorni fa il rapper Fedez ha spiazzato tutti con una storia di Instagram che in pochi minuti ha travolto il popolo social come un fulmine a ciel sereno.
“Sono malato e devo fare un percorso” racconta trattenendo a stento le lacrime.
Chi si aspettava un messaggio così da una simpatica canaglia come lui? Ma come, lui ricco e famoso, lui con una vita felice, con una bella moglie, con dischi di platino, con una lussuosa casa, con le valigie sempre pronte per raggiungere posti esclusivi per vacanze da sogno…
Eppure, la malattia – mutuando la famosa poesia di Totò– è una livella. Il grande De Curtis si riferiva alla morte, ma il richiamo è solo per dare la giusta voce all’accaduto.
Sì, perché Fedez e consorte saranno pure ricchi, ma se una malattia importante arriva, tu non puoi pagare un riscatto e liberare il tuo corpo che ne è ammorbato. Tu la vivi, come tutti.
Ecco perché al di là del carisma di questo ragazzo, la notizia ha spostato l’attenzione su di lui in poco tempo.
Non voglio scrivere mezza parola sui coglioni da tastiera che sono partiti con stupidaggini imbarazzanti, quelli poverini soffrono di una delle patologie peggiori: l’ignoranza atavica. Incurabile. Poveri loro.
Voglio invece soffermarmi sui tanti, tantissimi che hanno subito mostrato affetto a Fedez.
Chi ne ha sottolineato la giovane età, troppo giovane per avere un brutto male da gestire, chi ha posto l’attenzione sulla sua paternità: Federico ha due figli troppo piccoli per potere stare “troppo” male. Chi è rimasto spiazzato nel rendersi conto che i soldi non riguardano l’essere sani ma solo l’avere dei beni materiali. Eccolo qui il punto. Tra essere e avere, ciò che conta davvero è l’essere, Erich Fromm insegna.
E Fedez è malato. Presumibilmente in maniera seria. Nel giro di 24 ore molti giornali ne hanno già fatto la diagnosi spiegandoci con precisione cosa abbia il cantante, sulla base di sue precedenti dichiarazioni. E sia. Personalmente poco mi importa cosa abbia. Empatizzo a prescindere con il suo dolore. A me quel video ha commosso. Io non ci ho visto solo un uomo che a stento tratteneva le lacrime ma un Uomo combattivo che ha dato un valore positivo al suo dramma, che con determinazione ha detto che ci racconterà -come ha sempre fatto- il suo percorso per dare coraggio e forza agli altri, oltre che a se stesso. Spesso è così: il malato infonde forza in chi lo ama. Fedez deve essere forte per i suoi figli, per la moglie, per i genitori. E lo farà. È troppo nel suo temperamento.
Il giornalista Vittorio Feltri, uomo discutibile e di una antipatia molesta gli ha scritto una grande verità: “Dammi retta, non piangere, fai a pugni con la sfiga e avrai ragione tu”. E così Fedez farà. Chi un po’ conosce la sua storia dall’infanzia, saprà anche la vita non è sempre stata accogliente con la sua famiglia, ma lui ci ha fatto a pugni e si è riscattato.
Lo stesso Matteo Salvini, sempre tagliente e a tratti indecente con lui, gli ha detto “Forza ragazzo!” e mi è sembrato un messaggio sentito, non da ufficio stampa.
Il rispetto alla fine questo ragazzo se lo è guadagnato. E lo scrive una come me che non gli ha davvero mai prestato troppa attenzione e sulla quale una vera presa non l’ha mai avuta se non attraverso i miei figli che invece lo seguono da anni. Eppure sono qui a scrivere di lui. Anzi vorrei proprio scrivere a lui.
Lettera aperta a Fedez
Caro Federico, hai visto quanta gente parla della triste notizia che hai diffuso a mezzo social?
Trovandomi d’accordo con quello che ti ha detto Feltri, mi sento di aggiungere un’altra cosa.
Sei sempre stato un po’ scomodo quando ti sei incazzato con la politica o le istituzioni, sei sempre stato palesemente sulle palle al Codacons (unico silente perché probabilmente preso a numerare le querele e dividerle per argomento e anno) ma sei anche sempre estremamente simpatico quando giochi con Leone o tenero quando guardi negli occhi tua moglie Chiara, o cialtrone quando le rompi le palle mentre dorme ma in ogni tua esternazione fai rumore. Su questo non c’è discussione. E hai fatto rumore anche questa volta.Tutti ma proprio tutti -famosi e non- si sono stretti in un unico grande abbraccio con te, per farti sentire la loro vicinanza e l’affetto.
Molti hanno manifestato stima, di sicuro tutti il rispetto.
Con le tue parole, con le tue lacrime a stento trattenute hai smosso parecchie coscienze e le hai portate sul sentiero del bene.Nell’augurarti davvero di guarire presto, di gestire il tuo male -qualunque esso sia- nel migliore dei modi possibili, ti faccio notare che quando la genuinità chiama, la gente la riconosce.
E qui il genuino sei tu.Un abbraccio a te e alla tua famiglia.
Monica Landro