Sanremo 2023 dà lustro alla spudoratezza, nuova virtù della nostra società?
Il Festival di Sanremo 2023, oltre che per le canzoni che quest’anno hanno avuto una media piuttosto alta di gradimento, sta facendo discutere parecchio su temi di carattere legale, come il caso di Blanco indagato per avere devastato la scenografia di rose sul palco ma anche di Fedez e Rosa Chemical, rei di avere simulato un atto sessuale in mondovisione, guadagnando una denuncia per atti osceni in luogo pubblico.
Non entro nel merito giuridico, né intendo puntare il dito sui casi citati, ma prendo spunto da questi eventi per riflettere su un sentimento che forse ha perso la rotta: il pudore.
Il pudore è quel senso di riserbo, di disagio nei confronti di parole, allusioni, atti, fatti, comportamenti che riguardano la sfera sessuale ma che possono anche appartenere alla sfera pubblica in generale.
Oggi, nella società dell’apparire, vale molto di più il suo opposto: la spudoratezza, ossia un atteggiamento privo di rispetto, di decenza, di compostezza. In sua presenza crollano le pareti più intime e private con una evidente esposizione mediatica dei sentimenti, dei comportamenti.
Il pudore viene spazzato via dalla pubblicizzazione del privato ed ecco che il fatto esiste, l’individuo esiste se il suo privato viene messo in mostra.
Queste persone diventano “quel personaggio” che trovandosi sotto i riflettori, non si concentrano sul loro sé più intimo ma sulla pubblicità che possono generare intorno.
Viviamo solo fuori di noi e non ci importa più di cosa accade realmente dentro di noi, ci interessa cosa dicono di noi. Ecco perché superiamo la misura: chi non viene notato, discusso, condiviso, non esiste. E a nessuno piace essere trasparente. Per esistere dobbiamo metterci in vetrina, come gli oggetti. C’è chi ha del talento da mettere in mostra ma chi deve trovare il modo per cui emergere sugli altri a tutti i costi.
Costui non può fare altro che esibire la propria interiorità, scambiando la spudoratezza per sincerità, naturalezza.
Gli episodi al Festival di Sanremo 2023, vedi la simulazione di un atto sessuale, ma potrei dire anche al Grande Fratello dove bestemmiare, insultarsi o bullizzare qualcuno è un evento praticamente presente ad ogni edizione, ci fanno arrivare il messaggio che il senso del pudore -se citato- viene considerato mancanza di sincerità, ipocrisia, perbenismo, repressione, inibizione.
E seguendo questo principio, ci troviamo davanti alla coppia Ferragnez che non tiene nel suo privato nulla (nel bene e nel male) raccontandoci ogni particolare della propria vita familiare sui social. E sempre così, accade che un etero-flessibile curioso come Rosa Chemical ritenga sua libertà esporre il proprio stile di vita eclettico, complesso, multiforme sotto gli occhi di tutti, confondendo la spudoratezza con la sincerità.
Intendiamoci, ben venga che argomenti spigolosi e emergenti come l’omosessualità, il razzismo, la violenza, il bullismo, le diversità in genere siano trattate dagli organi di informazione e discussi il più approfonditamente possibile, ma con competenza, con modalità costruttive, con volontà di comprendere, di aprire le menti, anche quelle più conservatrici, di rendere il mondo umanamente migliore.
La spudoratezza non può diventare una virtù derubricandola ad onestà intellettuale, a volontà di non vergognarsi di nulla. Interiorità ed esteriorità vengono messe sullo stesso piano, assumono lo stesso valore personale e di comunicazione.
Andiamo avanti così.
Che la vita privata diventi un fatto comune, che i panni sporchi si lavino in tv e sui social, che il sesso venga esposto con finti orgasmi in prima serata. Ma soprattutto, che il concetto di decenza, di educazione, di buon senso, di morale comune, venga spazzato via dalla spudoratezza, nuova frontiera della società dell’apparire, dove questa parola è l’esatto opposto di sostanza.